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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Futuro pallavolo, Laurenda: “Nessuna garanzia ai bambini, impossibile fare attività"

L’intervista di ReggioToday all'allenatrice della squadra reggina Elio Sozzi, impegnata anche in Serie D. Spazio alla scelta comunale sul Palloncino: "Mi chiedo com'è venuto in mente di prenderlo, lì abbiamo 2 mila euro di materiale"

Lo sport è fermo, impotente davanti ad una pandemia che ha sconvolto la vita quotidiana del mondo intero. L’attesa, affiancata dalla speranza di ritornare alla normalità, è l’unica dimensione che può far pensare al futuro. 

La voglia di ripresa è alta in ogni campo e non potrebbe essere altrimenti, ma la strada risulta lunga e bisognerà sbarazzarsi delle conseguenze negative che inevitabilmente il coronavirus lascerà all’interno dello sport. 

La pallavolo, attività fisica ampimanete praticata nel reggino, è la disciplina che ReggioToday sta analizzato per raccoglie opinioni sulla decisione di chiudere anticipatamente ogni campionato e soprattutto per capire come si ricomincerà quando possibile.

Laurenda Stefania-4Il commento odierno vede come protagonista Stefania Laurenda (in foto) della Elio Sozzi. La sua squadra era involata verso la promozione in Serie C, prima che il covid-19 interrompesse ogni partita e competizione.

Come avete digerito il fatto di non poter coronare il sogno ‘salto di categoria’?

“Malissimo ovviamente. Non eravamo una società a metà classifica. Potevamo sperare di farcela, siamo state sempre prime, era quasi questione di matematica. Dopo la partita con la seconda poi sarebbe stato un percorso semplice. Eravamo praticamente in Serie C, avevamo vinto il campionato. 

Eravamo primi anche con le categorie Under 18 e 16, perdendo un solo set con quest’ultima. Ci siamo arrabbiati, l’ho presa male io come le mie ragazze e l’intera società. Non ci aspettavamo la decisione della federazione.

Lo spostamento di categorie vuol dire che si passa a dispari e bisogna mantenere questa cosa per un paio di stagioni, perché altrimenti qualcuno perderà inevitabilmente l’anno.”

Quali ripercussioni avrà la pandemia sul settore della pallavolo reggina? 

“La nostra società gira con i soldi dei bambini, ne abbiamo 200 e non tutti sono paganti: chi può paga, chi non può non lo fa e così facciamo attività. In questo modo si limiterà tutto perché ancora non si sa niente di preciso. 

Non è solo un problema economico ma anche di reclutamento. Quando si ripartirà, devi fare una scelta. Non ti può tenere 200 bambini in palestra, non ci sono strutture e si deve trovare una soluzione per evitare gli assembramenti. Chi scegli di allenare? È una cosa brutta, una scelta che non vorremmo mai fare. Non esiste di andare a dire a uno ‘puoi giocare’ e all’altro no. Noi non facciamo sport solo per far uscire campioni, è uno strumento di inclusione. 

Sono state fatte tante proposte al sindaco di Reggio: una è stata il bonus alle famiglie per lo sport ma non può esistere perchè le società sportive non sono in grado di capire quanti bambini possono avere, non avendo palestre il sistema di allenamento è quello di mettere trenta persone ad ogni tutto e adesso è impossibile. A chi incentivi quindi? Bisogna capire come muoversi rispetto agli impianti. Se la scuola non apre, per noi che lavoriamo con gli impianti scolastici, non credo che si ritornerà a pieno regime. Si deve sanificare? È impossibile avere i soldi per farlo. Siamo tutte società che girano con quei soldi, non tanti altri.”

Vi state tenendo in contatto con le vostre atlete?

“Noi abbiamo adottato un sistema: pensiamo al futuro che è sicuramente incerto, però ci stiamo tenendo in contatto anche con i bambini di 4 anni. Avevo fatto una richiesta al carcere femminile di San Pietro per fare attività sportiva e mi è saltato tutto, nonostante mi avessero detto che era un’iniziativa che interessava. Noi con ‘Sport e Salute’ avevamo partecipato al progetto ‘Sport di tutti’ con anche nostri atleti in difficoltà. Ne avevo un altro con bimbi rom di Arghillà. Siamo in contatto con loro e sono la fascia più sfortunata. Portarli a Reggio ad allenarli non è più possibile. Loro, piccoli che non erano mai usciti dal contesto di Arghillà, avevano un'opportunità vera portandoli al nostro centro. Queste cose adesso sono svanite.”

Come si ripartirà e quali piani avete per il futuro?

“Noi pensiamo alla Serie C, ci hanno fatto capire che la faremo e siamo ben predisposti a questo anche perchè l’organico ce l’abbiamo e le ragazze sono felici, però volevano vincere il campionato ed essere proclamate campioni. Noi non pretendevamo di giocare, la situazione è drammatica. Due settimane fa era pesante, ma si poteva tenere conto della classifica. C’erano società nei vari campionati che avevano dei meriti sportivi e andavano riconosciuti. Spendiamo soldi di tasse gare, spostamenti e facciamo campionati anche giovanili. Ci stanno tranquillizzando che faranno qualcosa ma non so quando si concluderà, oltretutto c’è da dire una cosa: abbiamo deciso che se ci viene assegnata, andremo in Serie C ma quando lo dicono? Come faccio a programmare se non ho certezze? La federazione ci ha abbandonato."

Parlando di futuro, gli impianti sportivi sono in primo piano su Reggio

"Il Palloncino era l’unica struttura comunale per la pallavolo. Io mi chiedo com'è venuto in mente di prenderlo. A fine gennaio il Comune ha fatto le revoche delle concessioni agli impianti privati e a loro li hanno lasciati, a noi no. Ho pagato in anticipo le palestre e sono soldi che non mi ritorneranno. Prima o poi ci diranno ‘potete iniziare a fare attività’. Non ho capito perché hanno preso questa decisione sul Palloncino. Oltretutto senza chiamare noi che lì abbiamo 2 mila euro di materiale. Senza dire niente l’hanno scelto, però non è agibile per noi.

Noi abbiamo la speranza di avere il nostro campo. Se ci danno l’ok per partire all’aria aperta, una nostra struttura che ci dà serenità c’è. Bisognerà allenarsi a 4 alla volta. Non abbiamo solo la Serie D ma anche tanti bambini. In questo momento non gli possiamo garantire nulla. O torniamo ad una ripresa normale o niente. Impossibile fare attività fino a quando rimane questa situazione.”

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