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Mercato Reggina, scegliere i giovani è sia filosofia che necessità

Almeno cinque i giocatori ventenni, o quasi, pronti a vestirsi di amaranto. Uno per reparto, il club di via delle Industrie ha deciso di puntare anche sulla freschezza nell’attuale sessione estiva di trattative

Puntare su un calciatore ancora da lanciare, dargli fiducia e continuità per poi consegnarlo ad una carriera fatta di grande calcio. Che goduria sarebbe? Immensa e non a caso si tratta di una pratica che negli ultimi tempi si sta diffondendo. Per qualche delucidazione in più chiedere all’Italia del Mancio. Ma questa è un’altra storia. La filosofia della linea verde diventa sempre più intrigante e allo stesso tempo è necessità a ogni costo per tutti club, Reggina decisamente compresa.

La società amaranto, in primis con il ds Massimo Taibi al centro delle trattative, è impegnata nella costruzione della squadra da consegnare a mister Aglietti per la prossima stagione. Già il 10 luglio – giorno in cui i giocatori si ritroveranno al Sant’Agata per i test medici – ci dovrebbe essere uno zoccolo duro, l’ossatura di quella che sarà la rosa 2021-’22. In ogni ruolo si prevede una massiccia presenza di giovani e i motivi sono molteplici.

Filosofia della linea verde

Prima tra tutte le ragioni che portano a scegliere oggi un giovane piuttosto che un esperto da rilanciare sono le motivazioni. Se decidi di voler dare continuità di minutaggio a chi deve compiere il grande salto, verrai quasi sempre ripagato con prestazioni cruciali per vincere partite che contano. Come fai a rinunciarci, quindi? E poi, vogliamo parlare della gratificazione di trasformare un quasi perfetto sconosciuto in un titolare inamovibile e pilastro dell’intera squadra. Facile leggere Stavropoulos, vero?

Doveri economici

E il lato delle idee è affrontato. Adesso la necessità. Già, perché va tutto contestualizzato in un momento storico dove le società possono spendere poco nella migliore delle ipotesi e non si possono più permettere certi monte ingaggi che, se alimentati, faranno implodere un sistema già in grossa difficoltà prima e adesso, con le scorie di una pandemia ancora in atto, è praticamente una bomba ad orologeria. Puntare su calciatori fatti e finiti, magari quei grandi nomi che ti svuotano il portafoglio e cercano un vano rilancio, non rappresenta una strada percorribile. Meglio, invece, scegliere alcuni giovani che non hanno evidentemente pretese economiche di chissà quale tipo, ma che in mente hanno solo un obiettivo: emergere.

Profili amaranto

Tutto bello a parole. Ma nei fatti? Per trasformare concetti e filosofie in verità concrete – che significano vittorie e trionfi – serve sempre lui: un allenatore in grado di lavorare bene con i materiali che si ritrova e trasformare, perché no, un pezzo di pietra grezzo in diamante. La Reggina spera di avere questa figura in Alfredo Aglietti, anche perché di giovani ce ne saranno tanti e in ogni ruolo: tra i pali il secondo portiere sarà con molta probabilità Turati classe 2001; in difesa il ritorno del 2002 Dalle Mura è più che possibile, con sguardo anche ai terzini e al possibile innesto del 22enne Zortea; a centrocampo è pronto a calarsi nell’ambiente reggino il 2000 Gavioli; in attacco le pedine del mercato devono ancora portare a dama, ma uno alla Petrelli – magari utilizzato con maggiore frequenza – arriverà.

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