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Il paradosso di Palmi: ha meritato la B1 sul campo ma non può mantenerla

Il ds Piero Cannatà annuncia con grande dispiacere il ritiro dalla categoria a causa della mancanza di una “casa” in cui far proseguire il progetto

Non sono passati che pochi giorni dall’impresa della Desi Volley Palmi, capace di mantenere la B1 di volley femminile dopo i complicatissimi play-out contro la Zero5 Castellana Grotte. Alla grande euforia per un risultato che, a un certo punto della stagione, sembrava impossibile, ha fatto seguito il dispiacere profondo di Piero Cannatà e di tutta la società.

Il direttore sportivo della formazione calabrese si è sfogato su Facebook con un lungo post: “È con rammarico che si annuncia il ritiro dai campionati di categoria (B2 e B1). Un ritiro dettato dall'impossibilità di poter avere una ‘casa' dove poter dare seguito al progetto che doveva portarci lontano. Non si conosce il perché le istituzioni, comune di Palmi e città metropolitana di Reggio Calabria, abbiano voluto che ciò accadesse. Di sicuro si sa  che le loro azioni hanno portato alla cancellazione del volley nazionale a Palmi. È impensabile che un ente pubblico dica che le strutture devono fruttare. Abbiamo un preventivo di una struttura geodetica nuova di metri 45x30 completa di impianto elettrico e fari a led al costo di 115mila euro ed è impensabile che un ente pubblico chieda 125 Mila euro per 6 anni per una struttura che non è a norma, non è agibile, non è stata adeguata alle norme antisismiche, non ha un impianto elettrico a norma. Non ha un sistema antincendio. Una struttura che fa acqua da tutte le parti, una struttura che viene chiusa addirittura mettendo catene e lucchetti bucando i muri con 70 cm di spessore. Una struttura senza parcheggi (obbligatori per luoghi che ospitano il pubblico) una struttura senza le vie di fughe necessarie. Una struttura che ospita decine di pannelli fotovoltaici ma che nessuno ne conosce la proprietà e la provenienza ne chi ne utilizza la corrente prodotta”.

Le domande che si pone Cannatà sono davvero numerose: “Perché il comune di Palmi sottoscrive un accordo con la Città Metropolitana dove questa chiede 20mila euro all'anno di fitto pur sapendo le condizioni in cui versava l’immobile? Ci è stato detto che dai parametri quella cifra era giusta per la struttura in questione.  Ma per una struttura idonea a fare accedere atleti e pubblico o per una struttura cadente e totalmente da mettere a norma e agibile? E la struttura avrà mai l'agibilità visto che le nuove norme sono decisamente più restrittive rispetto a quando è stata costruita? Perché? Perché nessun altro comune che ospita un immobile della città metropolitana è stato chiuso e sigillato in quel modo? Forse perché i loro sindaci hanno più potere in consiglio? A noi risulta che il sindaco di Palmi, oltre ad essere sindaco della seconda città della provincia è anche seduto sui banchi della maggioranza. Non conta nulla? Non gli interessa nulla dello sport?”.

Il ds ha poi voluto sgombrare qualsiasi dubbio in merito a una presunta polemica politica: “Questo post potrebbe pensare ad un attacco politico in quanto si è vicino alle elezioni ma chi scrive non è residente a Palmi e non ha nessun interesse politico a Palmi. A chi scrive non interessa che la cosa viene contestata dagli avversari politici per un tornaconto elettorale. Purtroppo la politica è questa. Ma tutto ciò è accaduto ora...non prima e non dopo. Fino a pochi giorni fa si è cercato di recuperare il tutto. La PEC del comune ha decretato praticamente la fine dei giochi. Scrivo questo post perché per anni ho portato, con pochi altri, la squadra su e giù per l'Italia senza nessun tornaconto personale. Scrivo questo post perché sono inca**ato con chi avrebbe dovuto fare e promuovere ciò che ho fatto io e pochi altri e invece l'ha distrutto.  NOI, io, ce ne faremo una ragione e passeremo più tempo con la nostre famiglie. NOI, io, non abbiamo dedicato tutto il nostro tempo libero per lucrare ne per nascondere qualcosa. Lo abbiamo fatto da VOLONTARI consci che la nostra passione potesse essere utile a qualcosa. Illusione la nostra. Dispiace per le atlete e lo staff che, da Cuneo a venir giù fino alla Sicilia, porteranno il ricordo di essersi trovati dall'oggi al domani con le porte incatenate e impossibilitati ad entrare per allenarsi in una struttura già fatiscente da anni e anni. Dispiace che il loro sacrificio di spostarsi giornalmente da una città ad un'altra sia stato reso inutile da gente incompetente. Dispiace e chiediamo scusa”.

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