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Pericoloso latitante si nascondeva nel sottoscala di casa, scovato dalla polizia |VIDEO

Le ricerche erano state avviate subito dopo il tentato omicidio ai danni di un soggetto conosciuto dalle forze dell'ordine, avvenuto lo scorso mese di maggio in una piazza di Seminara

Si nascondeva dentro casa, rifugiandosi in un vano del sottoscala protetto alla vista di tutti da un armadio. La fuga della giustizia di un Saverio Laganà, 51 anni, pericoloso latitante è stata interrotta dagli uomini della polizia di Palmi e della squadra mobile reggina che, nella serata di lunedì scorso hanno fatto irruzione dentro casa e l'hanno arrestato, notificandogli una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa lo scorso luglio dal gip del tribunale di Palmi. 

La cattura del latitante, avvenuta nei giorni scorsi, è il risultato di articolate attività d’indagine, coordinate dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Palmi e condotte dal personale del commissariato subito dopo il tentato omicidio ai danni di un soggetto conosciuto dalle forze dell'ordine, avvenuto lo scorso mese di maggio in una piazza di Seminara.

Nonostante la sussistenza di un contesto sociale ed ambientale molto ostile, caratterizzato da una forte e diffusa omertà nei confronti delle Istituzioni e da una complessa geografia del territorio, diviso tra estese campagne ed un centro cittadino di piccole dimensioni, gli agenti della polizia hanno individuato ll’uomo all’interno di un vano ubicato nel sottoscala della propria abitazione, il cui ingresso era occultato da un armadio a muro dotato di guida scorrevole.

Il risultato conseguito, frutto di una collaborazione con la squadra mobile della questura di Reggio Calabria, ha permesso di assicurare alla giustizia un pericoloso latitante coinvolto nei locali ambienti criminali.

Saverio Laganà, più volte sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, già destinatario di un provvedimento di confisca di diversi beni immobili per un valore complessivo di circa 500 mila euro, emesso nel 2017 dal tribunale di Reggio Calabria a seguito di attività d’indagine svolte dalla divisione anticrimine della questura, conosciuto alle forze dell'ordine per i reati di detenzione e porto illegale di arma da fuoco, detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, era già noto alle forze di polizia quale elemento di spicco di una cosca di ‘ndrangheta operante in quel territorio.

Il cinquantunenne infatti è stato coinvolto in due importanti operazioni di polizia giudiziaria: nella prima, convenzionalmente denominata “Topa” dal nome di una località reggina, è stato appurato come l’uomo avesse fatto parte di un’associazione per delinquere di stampo mafioso infiltrata nell’ambito delle elezioni amministrative del Comune di Seminara del 2007; dalla seconda operazione, cosiddetta “Artemisia”, è emerso il profilo criminale dell’arrestato quale parte attiva nella faida tra le cosche di ‘ndrangheta operanti in Seminara, nonché la partecipazione ad un omicidio avvenuto nel 2007. L'uomo si trova ristretto presso il carcere di Palmi. 

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