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Domenica, 28 Aprile 2024
Le intercettazioni / San Luca

I funzionari corrotti, i fiumi di denaro e le minacce di morte, ecco la vita dei narcos

Dalle dell'inchiesta "Aspromonte emiliano" emerge la figura di Giuseppe Romeo "U maluferru" e i suoi rapporti con i gruppi criminali italiani e sud americani

Soldi, un mare di soldi per corrompere funzionari, rassicurare narcos e comprare cocaina per inondare le piazze di spaccio in Italia. Dietro la rete di narcotrafficanti fatta a pezzi dalla Guardia di finanza di Bologna al termine dell’operazione “Aspromonte emiliano”, per investigatori e magistrati romagnoli, c’era il 37enne Giuseppe Romeo detto "Maluferru ", "'U Pacciu " e "'U Nanu” o, come si faceva chiamare sulle chat dei criptofonini, "Ronny ", "Ronin ", "Nudols “ o"Guerriero di Dio".

Per gli investigatori delle fiamme gialle, infatti, Giuseppe Romeo nonostante la sua giovane età è “riconosciuto quale soggetto di primo piano della cosca Pelle-Vottari-Romeo e tra i più potenti narcotrafficanti al mondo”.

Giuseppe Romeo è stato arrestato in Spagna nel 2021, dove da tempo si trovava in latitanza, in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso a fronte di un’ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere adottata nel contesto di un procedimento conclusosi, in primo grado, con una sentenza di condanna a 20 anni di reclusione per reati di narcotraffico.

Per gli investigatori della Guardia di finanza sarebbe stato lui a spendere oltre 30 mila euro per corrompere dei funzionari doganali a Rotterdam - “ben disposti a chiudere un occhio” come spiegano i magistrati - al fine di far uscire senza problemi dal porto olandese un grosso carico di cocaina - oltre 300 chilogrammi costati circa 400 mila dollari - che, però, era stata sequestrata provocando tensioni inimmaginabili dentro la rete di narcotrafficanti che si era attivata fra il Sud America e l’Europa.

Una rete dentro la quale Giuseppe Romeo sapeva muoversi bene, come ricostruito dagli inquirenti bolognesi, mantenendo rapporti con altre realtà criminali presenti non solo sul territorio nazionale, come altre 'ndrine, clan dei Catatonica, criminalità milanese e albanese, ma anche con i cartelli della droga del Sudamerica, trattando direttamente con alti esponenti della criminalità colombiana, brasiliana come il Primeiro comando da capital, boliviana ed ecuadoregna.

Davanti a questi signori della coca, Giuseppe Romeo non dimostrava timore o sudditanza, anzi in occasione del sequestro dell’ingente partita di cocaina che sarebbe dovuta arrivare dal Sud America non esitava a minacciare di morte i narcos.

Scrivono i magistrati nell’ordinanza di custodia cautelare: “Giuseppe Romeo si rapportava con i narcos in modo spregiudicato, arrivando in alcuni casi a minacciarli di morte, affermando che gli sarebbe costato meno farli uccidere che pagare 330 chilogrammi di cocaina, facendosi forte della sua reputazione”

"Signor Super - questa la conversazione intercettata dalla Guardia di finanza - sei tu che te la sei andata a cercare [letteralmente: tu hai voluto il male, NdT]. .. ti è piaciuto prendere soldi da me e farmi comprare 330 kg credendo che io non pago 100 mila per ucciderti, ma domani vedi se ti non faccio vedere chi sono letteralmente se non ti mostro come mi chiamo”.

E ancora: “Questo te lo assicuro! Figlio di puttana, ti faccio vedere se fai le vacanze con i miei soldi fottendomi… Uomo di merda senza onore, domani ti fotto la vita. Puoi starne certo quanto è vero Dio”.

Una trattativa assai tesa, segnata anche dalla presenza di un ostaggio nelle mani degli uomini di Giuseppe Romeo, “uno dei trafficanti sudamericani che - si legge nell’ordinanza - veniva rinchiuso, legato, bendato e minacciato di morte con una pistola e un fucile alla tempia se i suoi complici non avessero provveduto alla restituzione della somma anticipata dai serbi”.

La vicenda si ricomponeva solo a fine maggio 2020, quando l’ostaggio veniva rilasciato, una volta ottenuto il pagamento di oltre 400. 000 dollari americani.

Durante questi mesi di trattative, però, gli investigatori della Guardia di finanza registravano numerose minacce di morte e, in tal senso, per gli uomini delle fiamme gialle era "emblematica era la foto di una testa decapitata con applicata in fronte una striscia con la scritta GT e di due mani mozzate che Romeo inviava per dimostrare cosa succedeva a chi veniva meno alle promesse fattegli”.

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