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Sabato, 27 Aprile 2024
Il blitz / Rosarno

Era latitante da tre mesi, arrestato a Rosarno per duplice omicidio

Nel corso delle indagini sono state fermate quattro persone e sequestrati circa cinquanta chili di droga

C'è un asse Messina - Calabria per lo spaccio di droga. Rapporti di collaborazione che hanno consentito di sviluppare una abilità notevole di inserimento nel settore dello smercio al “minuto” della polvere bianca. Una collaborazione che avrebbe favorito anche la latitanza di un messinese, ritenuto l’autore materiale,  del duplice omicidio di Giovanni Portogallo e Giuseppe Cannavò, avvenuto il 2 gennaio 2022 in via Edoardo Morabito, rione Camaro a Messina. L'uomo è stato rintracciato a Rosarno dopo tre mesi di latitanza.

È quanto emerge dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, - come riporta l'Adnkronos - e condotte dalla squadra mobile su un'associazione per delinquere (verticisticamente strutturata), finalizzata alla detenzione e al traffico di stupefacenti.

I successivi sviluppi investigativi, allo stesso tempo, hanno consentito "di ravvisare l’esistenza di una compagine delinquenziale operante nel territorio di Messina, in particolare nel rione Camaro, dedita allo spaccio di cocaina, marijuana e crack - dice la questura-  Gli accertamenti di polizia giudiziaria hanno consentito di documentare in seno al gruppo criminale una non comune capacità organizzativa nel traffico di droga, riuscendo ad instaurare proficui rapporti di collaborazione anche con soggetti operanti nel territorio calabrese, nonché una abilità notevole di inserimento nel settore dello smercio al “minuto”. Nel corso delle indagini sono state arrestate quattro persone e sequestrati circa cinquanta chili di droga, oltre che armi e munizioni nella disponibilità del gruppo".

Sulla scorta del quadro indiziario così raccolto, salvo diverse valutazioni giudiziarie nei successivi livelli e fermo restando il generale principio di presunzione di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, il giudice per le Indagini preliminari, su richiesta della procura della Repubblica presso il tribunale di Messina, Direzione distrettuale antimafia, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per 10 indagati.

Le azioni di rintraccio ed esecuzione delle misure cautelari sono state curate dalla squadra mobile di Messina, con l’ausilio di personale dell’omologo ufficio delle questure di Reggio Calabria e Catanzaro e di equipaggi del reparto prevenzione crimine Sicilia Orientale.

"Tanto ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, con la precisazione che il provvedimento cautelare è stato adottato nella fase delle indagini preliminari e che, dunque, l’indagato è da presumersi innocente sino alla sentenza di condanna definitiva che ne accerti la responsabilità all’esito del giudizio che si svolgerà nel contraddittorio con la difesa davanti al giudice terzo ed imparziale, giudizio che si potrà concludere anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità".

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