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Lo Stretto necessario

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A cura di Roberta Pino

Giornate FAI d’Autunno: la Giudecca di Bova tra i luoghi da non perdere

Il quartiere ebraico di Bova, sezione urbana del Museo Gerhard Rohlfs, è stato scelto dal FAI per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano

Il 16 e il 17 ottobre c’è un appuntamento con la bellezza. Tornano le Giornate FAI d’Autunno che celebrano l’Italia più bella attraverso palazzi, ville, chiese, aree archeologiche, musei. E il borgo di Bova, per la prima volta, è stato inserito in questa ambiziosa iniziativa che apre le porte di luoghi culturali in genere inaccessibili, poco noti ma dal valore storico-archeologico di grande rilievo.

Una notizia che solleva gli animi ed eleva lo spirito la promozione nazionale di un bene del Sud che, nella vastità di bellezze italiche, è stato scelto insieme ad altri siti importanti per un video pubblicitario, con tutti i luoghi selezionati dal FAI, in onda sui TG nazionali ed europei.

Quest’anno le Giornate del Fondo Ambiente Italiano d’Autunno ci condurranno alla Giudecca di Bova, sezione urbana del Museo della Lingua Greco-Calabra “Gerhard Rohlfs”, diretto dallo storico dell’arte Pasquale Faenza, felice di questa notizia che l’ha sorpreso ed emozionato insieme.

Bova giudecca 02-2

Tutto comincia a marzo 2021, quando il capo delegato FAI di Reggio Calabria contatta Faenza per annunciargli che hanno scelto la Giudecca di Bova tra i beni storico-artistici da proporre per le Giornate FAI di autunno. Si comincia a sperare, come due anni addietro, quando Bova fu scelta tra i borghi più belli d’Italia. Arrivò in finale ma, ahimè, non vinse. La storia si ripete, anche se diversi sono gli attori ed il contesto organizzativo, ma il luogo è lo stesso.

Dall’annuncio, si succedono alcuni sopralluoghi durante l’estate per constatare la fattibilità della candidatura, alcuni avvenuti anche in incognito, per verificare la fruibilità e la gestione museale del sito scelto dal FAI. E una troupe di cameraman gira delle riprese del Museo e della sua sezione urbana, la Giudecca. Per un pò si accantona il pensiero, ma qualche giorno fa il professor Faenza, (nella foto), trova nella sua email un invito da parte del ministero degli interni a seguire on line la presentazione dello Spot Nazionale delle Giornate FAI d’Autunno.

Faenza Pasquale-3“Guardo lo spot e scorgo due immagini, la panoramica di Bova ed il Museo, in realtà il sito prescelto è la Giudecca, che essendo sezione urbana del Museo è incluso come Museo. Scopro così che il Rohlfs è tra i beni selezionati nella campagna pubblicitaria nazionale del FAI” racconta Faenza ancora emozionato.

Il FAI ha scelto Bova tra i siti da promuovere, un’opportunità preziosa per tornare a scoprire luoghi d’Italia ancora poco conosciuti. “Abbiamo ricevuto i complimenti per il lavoro di conservazione e valorizzazione di un quartiere fino a pochi anni fa quasi del tutto dimenticato, oggi scelto per essere sotto gli occhi di tutti - commenta Faenza - ed anche per la valorizzazione di un piccolo Museo in quanto realtà difficile. In Italia - sottolinea - i piccoli musei non hanno fondi, vivono una situazione marginale”.

Tra le aperture proposte dal FAI quest’anno, oltre alla Giudecca di Bova, sezione urbana del Museo della Lingua Greco-Calabria G. Rohlfs, compaiono palazzi e parchi stupendi come il Casino del Bel Respiro a Roma, Villa Salviati a Firenze, la Chiesa di San Carlo Borromeo a Ferrara, l’Amideria Chiozza a Ruda (UD) e i borghi di Stornara (FG) con i suoi murales. A queste proposte si aggiungono anche visite di sensibilizzazione come quelle nei territori devastati dagli incendi della scorsa estate a Santu Lussurgiu (OR) e Platania (CZ). La scelta di Bova e dell’antico quartiere ebraico della Giudecca è un riconoscimento, una conferma di un duro lavoro di valorizzazione del museo che ora ha portato i suoi frutti.

Ma come nasce l’intervento di riqualificazione della Giudecca di Bova? “L’analisi del quartiere giudaico ha agito nel rispetto del rapporto temporale passato e presente, al fine di rendere noto di nuovo il valore del luogo, espressione di quella interculturalità propria del patrimonio culturale ebraico - spiega Pasquale Faenza - alla base del progetto, una attenta lettura stratigrafica del sito che ha consentito di individuare, anche grazie all’apporto delle fonti scritte, sia la collocazione e la morfologia dell’antico quartiere ebraico di Bova, documentato per la prima volta nel 1497, sia i differenti contenuti e le diverse configurazioni che il luogo ha assunto nel corso del tempo.

L’intervento ha quindi previsto la costruzione di un percorso narrante della giudecca, servendosi non soltanto di una pannellistica didattica ma anche di un più ampio progetto creativo, nel quale l’arte contemporanea ha svolto un ruolo decisivo. L'obiettivo era quello di ricercare il significato e il valore originario del sito, ripensando allo stesso tempo ad un’adeguata funzione capace di rinvigorire lo spirito del luogo, costruire dialoghi, attivare sinergie fondamentali per il futuro del patrimonio ereditato, mantenere viva la memoria della giudecca negli abitanti del borgo.

Bova giudecca 03-2Nasce così l’intervento creativo "Pirgos ceramiche parlanti", realizzato da Antonio Pujia Veneziano tra il 2018 e il 2020 in tre distinte campagne operative, in cui l’artista si è confrontato con le preesistenze architettoniche su un piano sia morfologico che materico, evitando di proporre una lettura mimetica del sito. Le sue creazioni configurano nuovi spazi, amplificando la percezione dei volumi esistenti e organizzando l’articolazione di percorsi interni ed esterni, secondo le esigenze didattiche museali. Input visivi accompagnano il visitare alla comprensione degli spazi urbani legati alla memoria ebraica nel borgo di Bova; una memoria recuperata attraverso l’interpretazione delle fonti e delle tracce connesse al pragmatismo insediativo ebraico”.

Ed ecco che l’inserimento di Bova nella promozione del FAI, con un coinvolgimento diretto delle scuole, farà sì che una tematica come la riqualificazione di beni architettonici, ma soprattutto quella legata alla sfera ebraica, all’ebraismo, sia meglio conosciuta.

“Una cosa che ha colpito molto gli esperti - prosegue Faenza - è che la Giudecca non fosse soltanto musealizzata, ma ciò che ha rappresentato come quartiere storico abitato dagli ebrei. E’ piaciuto molto il sistema di fruizione, perché lì si svolgono spettacoli, eventi legati a temi che riguardano l’intolleranza religiosa, un incontro fra culture. Ha contribuito nella scelta anche il concorso di poesia dedicato alla Shoah e l’evento Calabria Giudaica sul cibo, promossi dal Museo Rohlfs”.

Soddisfatto di questo riconoscimento, il direttore Faenza ricorda che si tratta di un lavoro nato anche grazie al supporto della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Reggio Calabria, del Comune di Bova e della provincia di Vibo Valentia. Un lavoro work in progress e Faenza guarda già al futuro.

“Quello che si potrebbe auspicare è che nasca un itinerario culturale legato alla storia dell’ebraismo in Calabria - afferma - tutti i siti calabresi con insediamenti ebraici, interi quartieri non valorizzati, anonimi, dove lo specialista sa che lì abitavano gli ebrei, dovrebbero emergere a luoghi di grande attrazione turistica, grazie al recupero della storia del passato”.

Un itinerario del patrimonio culturale ebraico in Calabria, secondo Faenza, “in particolar modo delle Giudecche, un percorso tracciato e strutturato, soprattutto per gli ebrei della diaspora, considerando che la Calabria è stata il primo approdo quando gli ebrei sono andati via da Israele. Gli ebrei sono interessati alla Calabria - conclude Pasquale Faenza- perché è uno dei siti di maggior testimonianze ebraiche antiche che raccontano la secolare storia di una minoranza, quella ebraica, nella minoranza, quella dei Greci di Calabria”.

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