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Domenica, 28 Aprile 2024
Scalino19

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A cura di Antonio Marino

Perché Sanremo è Sanremo, il racconto e la top five della prima serata: Bertè sul podio

Il festival visto dal divano di un soggiorno di una qualunque casa dell’italico stivale tra emozioni, canzoni e menù sanremese

Lo ammetto: seguo Sanremo! Lo aspetto, mi documento: mi garba, insomma! E se da piccoletto m’affascinava la cartelletta di Pippo Baudo, con quel mazzotto di fogli bianchi zeppi d’appunti scritti con pennarelli di vari colori, tanto da farmene recapitare una, di cartelletta, da Babbo Natale, utilizzandola poi al successivo Festival, incidendo tutto quel che Baudo diceva e faceva all’Ariston, da maritato chiedo a mia moglie d’impostare il…menù sanremese!

Una sera a far da padrone sono i tramezzini, giacchè Mike Bongiorno ne addentava un paio prima d’aprir le canore danze, un’altra sera ecco apparire i toast, che proprio Baudo mangiucchiava durante una sosta pubblicitaria…!

Insomma, essendo, il Festival di Sanremo, l’evento che acchiappa l’italica attenzione, eccomi, anch’io, a…offrire, ogni dì, un piccolo racconto delle lunghe ore vissute, in casa, tra divano, soggiorno e…bagno (beh…in sei o sette consecutive ore può pur capitare…!!!).

Naturalmente il lettore non troverà qui la narrazione completa di quel ch’è accaduto sul palcoscenico sanremese, a partire dalle ore 20,44 di martedì 6 di febbraio ’24. Né citerò i vari trucchi, rodati in tante settimane sanremesi, utili a non far calare le palpebre, specialmente in quell’orticello spazio-temporale che sta tra la mezzanotte e l’una e qualcosa!

Mi limiterò a condividere, ad esempio, qualche parolina, sbucata tra le righe dello spettacolo. Per esempio: preserbacino! Marco Mengoni, coconduttore di Amadeus nella prima serata festivaliera, gioca con un aggeggio che potrebbe evitare che accadano scandali dovuti a baci e bacetti: è una specie d’ammazza mosche che, al posto della retina, c’ha una plastica compatta e trasparente.

Mengoni suggerisce di piazzarlo fra le labbra dei due soggetti che debbono, desiderano, baciarsi: “siccome le labbra non si toccano – chiosa Mengoni – il bacio non si verifica, non c’è…” Mi limiterò, poi, a far sapere per chi faccio il tifo io, o meglio, far sapere chi, lungo la prima serata ha colpito i miei gusti, interessi e fantasie!

Anzitutto la Mannoia. Fiorella, Signora con storia e carisma e fascino, ha regalato una superba interpretazione d’un testo ch’è, secondo me, un bell’intreccio tra De Andrè e di pizzica salentina: un brano orecchiabile e significativo. E il pubblico in sala l’accompagna col ritmico battimani.

Loredana Bertè ha, come sempre, dimostrato energia ed entusiasmo: il brano s’appiccica alle orecchie e le radio, di certo, esagereranno nel farla ascoltare in loop. I The Kolors, che il popolo reggino ha ospitato, lo scorso settembre, sul Lungomare Falcomatà, propongono l’ennesimo tormentone, che resterà nelle testoline di adolescenti e presunti tali…

Angelina Mango e la sua “cumbia della noia” provoca nello spettatore la…nostalgia letteraria: piccolo break e necessaria sfogliata a “La noia” di Alberto Moravia, storia di Dino e di Cecilia, del pittore trentacinquenne che non dipinge e di una ragazza diciassettenne che a malapena sa di esistere.

E se Renga e Nek cantano che “l’amore è nobile/ è fatto di un metallo indistruttibile/ ma è così fragile…”, Mr. Rain sussurra che “certe volte un fiore cresce anche nelle lacrime…”, Dargen D’Amico, d’orsacchiotti vestito, ammonisce: “come faccio a volere una vita in incognito/ se parlo solo di me?” Mentre Fred De Palma rammenta che “il cielo non ci vuole/ pieni di rimpianti fino all’overdose…”

Il tempo, come ruscello, scorre lento e veloce: sono le ore 1,28 allorquando Marco Mengoni trova il guizzo teatrale per ricordare l’originalità di Anna Marchesini. Alle ore 1,56 Amadeus e Mengoni annunciano la prima cinquina, frutto del voto della sola Sala Stampa: al quinto posto Mahmood, al quarto Diodato, al terzo Annalisa, al secondo Angelina Mango, in testa sta Loredana Bertè.

Nelle case, gli italiani, i reggini, cominciano a guadagnare guanciali, piumoni e materassi. L’orologio segna le ore 2,01, Amadeus passa la palla a Fiorello, marchese del suo Aristonello, mentre nelle teste dei più tornano i versi di Alessandra Amoroso: “in questa notte infinita so chi sono io/ nello spazio una formica/ che si perde tra i vicoli/ di questa città…” Le luci son tutte spente: a domani! Cioè, a stasera!

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