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Domenica, 28 Aprile 2024
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A cura di Antonio Marino

"A Christmas Carol" tra sogni e suoni di ciaramelle: che la magia di Natale abbia inizio

A 40 anni dalla prima uscita di canto di Natale di Topolino e a 180 anni dalla pubblicazione di Dickens: una storia intramontabile, simbolo indiscusso del periodo natalizio

Chissà se le ciaramelle, di pascoliana memoria, hanno svegliato l’odierna aurora. Di certo, oggi, sedici di dicembre, sotto le arcate e tra le colonne d’ogni chiesa si canta la Novena del Santo Natale.

Sol nove giorni ci separano dalla nascita del Redentore. Nelle cucine si riflette sulle pietanze da propinare nei giorni di festa, nei soggiorni si ragiona su regali da comperare e vestiti da scegliere per veglie e veglioni! Noi, però, decidiamo di trascorrere questo nostro sabato in compagnia di un libro e di un televisore avvinghiato a un lettore dvd: non siamo asociali, non siamo noncuranti degli obblighi natalizi e capodanneschi!

Desideriamo semplicemente vivere una piccola sosta, nel bel mezzo del mese di dicembre. Eccoci, pertanto, rapiti da: “A Christmas Carol”! O, per dirla con lingua nostrana, “Il Canto di Natale”!

Fu la casa editrice britannica Chapman&Hall a pubblicare, il 19 dicembre 1843, la novella “A Christmas Carol”, che il già famoso Charles Dickens – già autore, ad esempio, de “Le avventure di Oliver Twist” – scrisse in sei settimane.

La prima edizione andò esaurita, in Terra inglese, nel solo giorno di Natale del 1843: la casa editrice lo stampò in formato deluxe, la rilegatura rigida con velluto rosso a bordi dorati lo rese costoso ma non impedì a seimila cuori, in pochi giorni, d’acquistarne una copia.

È un racconto apparentemente fiabesco: in realtà, in poche battute, Dickens offre il vero significato del Natale. È Natale se nella mia vita accade un cambiamento, voluto da me: tanti di noi, nella notte del 24 dicembre, affolleranno chiese e santuari. È evidente che la nascita del Risorto, che ogni anno festeggiamo, non è un mero anniversario: è l’annuale opportunità che il buon Dio dona a ogni Uomo per divenire, concretamente, a sua immagine e somiglianza. Non dotati di superpoteri, ma capaci di umanità, misericordia, bontà, consolazione, speranza, carità.

Dickens narra un 24 dicembre di un tale, il banchiere Ebenezer Scrooge, vecchio e taccagno, che detesta il Natale poiché, essendo festa, non si lavora e non si guadagna. Scrooge vive per accumulare ricchezze: non spende manco un soldo, neppure per se stesso. Vive povero, costringendo il contabile Bob Cratchit, suo impiegato, a turni di lavoro massacranti, retribuiti in maniera assai misera, ma assai assai!

Rientrando a casa, nella notte più bella dell’anno, Scrooge ha come l’impressione di vedere, specchiato nel battente del suo portone, il volto di Jacob Marley, suo socio in affari morto esattamente sette anni prima. Terrorizzato si rifugia in casa, al calore del pezzetto di legno che brucia nel camino.

Ha così inizio, in camera sua, un via vai di spiriti, a partir proprio da Marley, proseguendo poi con quello del Natale passato, del Natale presente, del Natale futuro: insomma, Scrooge rivivrà ciò che egli stesso, il suo carattere e i suoi desideri, hanno…costruito.

Ma, non aggiungiamo altro: rischieremmo d’azzoppare il volere riprendere in mano il capolavoro di Dickens che potrebbe animare qualche nostro lettore. Così, adagiando il libro nostro sul divano, lasciamo che a scuoterci e coccolarci siano i personaggi della Walt Disney: il 23 dicembre del 1983 usciva in Italia “Canto di Natale di Topolino”.

Il cortometraggio, il 23 dicembre 2017, venne recensito da Andrea Fiamma sul sito web specializzato Fumettologica: “l’inossidabilità de "Il canto di Natale di Topolino" ha dimostrato che tanto gli artisti quanto la creatura di Walt Disney erano pronti ad affrontare il futuro. Fallendo riprovando e maturando”.

E la scena finale del corto, con Zio Paperone, nei panni di Scrooge, che disegna il sorriso sul volto del piccolo Tim strappa e sempre strapperà una lacrima al cuore dello spettatore capace, anche nel Terzo Millennio, di sognare.

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