"Il (dis)piacere del viaggio": al via le tre rassegne estive del Circolo Zavattini
Il tempo e gli eventi hanno cambiato molte cose, hanno cambiato noi stessi e quel poco o molto di mondo che ci gira attorno e attorno al quale noi giriamo. Hanno mutato le direttrici della nostra vita e ci hanno indicato percorsi diversi, e noi come sempre ci adattiamo e continuiamo a sognare l’utopia. E tra queste utopie c’è ciò che ci è lontano o ciò che vorremmo avere vicino, che, come sempre accade per gli opposti, sono modi diversi per dire la stessa cosa.
In questo medioevo elettronico che stiamo vivendo, fatto di arretramenti che spaventano e nel quale però sentiamo anche il fiato grosso di una tecnologia sempre più invadente e sostitutiva della nostra volontà, ciò che ancora sappiamo vivere con una certa gioia è il piacere del viaggio. Ma a volte il viaggiare verso qualcosa o qualcuno può diventare meditazione sul se e sul come e accade che ci si dibatta in quel doppio e opposto sentimento, tra il piacere e il dispiacere di rivedere un luogo o una persona. A volte ci spaventa l’effetto che su di noi può avere un tale evento.
È su queste premesse che il Circolo del Cinema C. Zavattini con gli amici dell’associazione “L’imbuto di Nettuno” abbiamo provato ad immaginare una riflessione su questi temi attraverso le immagini del cinema, che resta nonostante tutto un mezzo potente di traduzione anche dei sentimenti. Come sempre abbiamo guardato ad un cinema poco conosciuto o dimenticato e attraverso quei film ragionare su questi viaggi di avvicinamento, provando a scandagliare gli stati d’animo di chi si sente viaggiatore.
Anche di quel viaggiatore sedentario secondo la bella intuizione di Giovanni Malerba. I quattro film che proponiamo hanno lo scopo di aiutarci a meditare sui temi dei legami nuovi o spezzati, di ciò che lasciamo e di ciò che troviamo e di come la vita potrebbe trovare una soluzione se il viaggio verso quel qualcosa o qualcuno sconosciuto andasse a buon fine. Sapremmo, come accade ai personaggi di questi film, quale sarebbe il sapore di quella rivoluzione che come un aratro rivolti i nostri sentimenti e muti di nuovo le direttrici del nostro cammino.