Anassilaos, omaggio a Jean de La Fontaine e Percezione dell'Antico
Due iniziative all'insegna della cultura quelle promosse dall’Associazione Culturale Anassilaos nei prossimi giorni.
Si cominicerà con il 4° Centenario della nascita del poeta e favolista francese Jean de La Fontaine (1621-1695) giovedì 21 ottobre alle ore 17 alla Sala Giuffrè della Biblioteca Pietro De Nava. Patrocinato dal Comune di Reggio Calabria e dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Città Metropolitana di Reggio Calabria nonché dalla stessa Biblioteca De Nava l’incontro consentirà alla Prof.ssa Francesca Neri di analizzare gli aspetti più significativi dell’opera di La Fontaine che nelle sue favole, rifacendosi al modello offerto dal mitico Esopo e più tardi dal latino Fedro (ma Orazio prima di lui, sempre, da Esopo, aveva nella VI satira ripreso la deliziosa favola del Topo di città e di campagna), ha delineato la realtà dei suoi tempi attribuendo agli animali, come avevano già fatto gli autori prima citati, i vizi e le virtù degli uomini. All’incontro prenderà parte il dottor Emanuele Mattia, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Città Metropolitana di Reggio Calabria, il quale tratterà anche del “Progetto La Fontaine”, in corso di preparazione, che prevede una serie di mostre e conferenze dedicate alle favole e alle fiabe (queste ultime intese come racconti fantastici da distinguere dalla favole che hanno per protagonisti invece il mondo degli animali) con approfondimenti di carattere pedagogico e psicologico, letterario e artistico.
Sabato 23 ottobre invece, presso lo Spazio Open, alle ore 17, nell’ambito del progetto “La percezione dell’Antico”, patrocinato dal Consiglio Regionale della Calabria, dalla Città Metropolitana di Reggio, dal Comune di Reggio e Messina, nonché dal Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina, il prof. Diego Piay Augusto, del Dipartimento di Storia Antica dell’Università di Oviedo (Spagna) terrà una conversazione sul tema “L'invenzione di un eretico: Priscilliano di Avila (350?- 385)”. Si tratta della prima condanna a morte di un presunto eretico e dei suoi sodali eseguita dal potere civile (l’imperatore Massimo) nell’impero romano del IV secolo d.C. che pure era stato attraversato da una serie di controversie teologiche durissime e senza esclusioni di colpe che mai, fino ad allora, si erano concluse con l’annientamento fisico dell’eretico. Il movimento ascetico fondato da Priscilliano sorse in Spagna verso la fine del sec. IV. Si trattava di fedeli, uomini e donne, che si votavano ad una vita ascetica e rigorosa e che interpretava il Cristianesimo in rigorista. Si spogliavano dei propri beni, si astenevano dai rapporti sessuali, anche quelli coniugali, praticavano digiunie pretendevano di interpretare le Scritture in maniera autonoma. La loro ortodossia parve ben presto sospetta e innescò in Occidente una grande controversia che vide la partecipazione di autorevoli esponenti del Cristianesimo. L’intervento del braccio secolare e la condanna a morte degli “eretici” sarà il primo segno di un Cristianesimo sempre più intollerante nei confronti di un modo di vivere e pensare la fede in maniera libera e autonoma.