Repubblica di Weimar, incontro culturale a Spazio Open
Proseguono le lezioni del professore Antonino Romeo dedicate all’anno 1919, un anno “fatale” in cui si sono prodotti e realizzati eventi che hanno avuto una ricaduta nella successiva storia sia europea che italiana. Dopo gli incontri dedicati al Trattato di Pace di Versailles, alla nascita del Partito Popolare e dei Fasci di Combattimento, all’impresa di Fiume è la volta della Repubblica di Weimar che inaugura la serie di incontri estivi promossi presso lo Spazio Open, e congiuntamente con esso, che avranno inizio giovedì 4 luglio alle ore 19,30.
Nata nel 1919 e durata fino all’avvento del nazismo nel 1933, la Repubblica di Weimar, che prende il nome dalla città tedesca dove, all’indomani della sconfitta, si tenne l’assemblea nazionale chiamata a redigere una nuova costituzione, una delle più moderne ed avanzate costituzioni redatte fino ad allora (l’Italia continuava nel 1919 ad essere retta dallo Statuto Albertino sia pure adattato ai tempi) nacque fin dall’inizio su basi molto fragili perché costretta, pena l’occupazione militare della Germania - che gli stessi vertici militari tedeschi si erano dichiarati impossibilitati ad impedire - ad accettare il duro trattato di pace impostole dalle nazioni vincitrici della Prima Guerra Mondiale, tanto più duro e incomprensibile se si tiene conto che la Germania non fu sconfitta militarmente – al momento della pace nessuna porzione del territorio tedesco era sotto occupazione – ma crollò dall’interno perché il blocco militare ed economico aveva lasciato i tedeschi privi dei beni primari per la sopravvivenza.
Fu comunque nei suoi quattordici anni di vita un Reich avanzato sul piano delle riforme sociali e dei diritti civili, ricco di stimoli e fermenti culturali per quel che riguarda la letteratura, il teatro, il cinema, l’arte, la filosofia e le scienze, ma minato da tensioni e conflitti interni che la grave crisi economica, innescata dal crollo della borsa di Wall Street nel 1929, mise in ginocchio evidenziando, come suole accadere ad ogni crisi economica che diviene anche sociale e morale, egoismi ed odi razziali. La svalutazione selvaggia del marco, ci volevano miliardi di marchi per acquistare il pane e la disoccupazione dilagante, la miopia da parte delle forze politiche dedite al proprio tornaconto ed incapaci di guardare oltre, la presenza di una casta militare onnipotente, che aveva rovesciato sulle fragili spalle del governo la responsabilità di una sconfitta che era anche sua e occupava i vertici dello stato con il presidente Paul von Hindenburg, eroe di Tannenberg e dei Laghi Masuri, presidente dal 1925 al 1934, favorirono, negli ultimi convulsi anni di vita di Weimar, l’ascesa al potere di Adolf Hitler che – è utile sempre rammentarlo quale monito per ogni democrazia - divenne cancelliere con oltre diciassette milioni di voti e dunque, in quella fase, pienamente legittimato dal punto di vista costituzionale.