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Domenica, 28 Aprile 2024

VIDEO| Le mode sessuali tra i giovanissimi? La parola all'esperta

Quattro chiacchiere con Luisa Barbaro sessuologa e ginecologa

In una società  caratterizzata dal bombardamento mediatico tra smartphone, social network, challenge, video e selfie la domanda sorge spontanea: ma quali sono le mode sessuali in voga tra i giovanissimi? A sciogliere ogni dubbio facendo leva anche sui rischi legati ad essi ci pensa Luisa Barbaro, sessuologa e ginecologa reggina, che opera a Reggio Calabria e Messina e che di recente ha anche pubblicato un libro sull'argomento dal titolo "Biancaneve non abita più qui".

Quali sono dunque le tendenze più diffuse tra i nativi digitali? "Abbiamo il Cibersex, il Sexting  e la moda più pericolosa tra i giovanissimi è il Chemsex. Ma di cosa si tratta? Vediamolo nello specifico. Il Cibersex è la pratica del sesso virtuale cui prendono parte  persone collegate da una rete informatica.

Per Sexting si intende invece l'atto di inviare materiale sessualmente esplicito su dispositivi mobili o nella rete. Tra le modalità più diffuse per praticarlo c'è la videochiamata per esplorare fantasie e impulsi sessuali, ma non si risparmia neanche WhatsApp. 

Il più pericoloso è il Chemsex pratica moderna che prevede l'assunzione contemporanea di alcol  e  droghe come cocaina, mefedrone, ghb (la cosiddetta Gina la droga dello stupro) ghiaccio sintetico, cristalli di anfetamina e altro, insomma un mix esplosivo di sostanze per riuscire a fare sesso per ore ma anche per giorni  senza mai fermarsi e con più partner, spesso senza protezione  e quasi sempre tra omosessuali.

Una moda quest'ultima che negli ultimi tempi si è imposta in maniera imponente ponendo l'accento sui rischi legati alla trasmissione di malattie sessuali come l'Hiv. Importante dunque l'informazione e l'uso  dei contraccettivi e dunque in due parole questo significa profilassi e prevenzione".

E a proposito di prevenzione cosa fare per contrastare i rischi legati al dilagare di queste nuove mode tra i giovanissimi? "Prevenzione primaria da un lato - conclude Barbaro - dall'altro non lasciare che le pratiche di autoerotismo attraverso il web diventino un'ossessione. Dobbiamo attuare la prevenzione primaria attraverso una continuità di lavoro sul territorio tra il consultorio, la scuola  e gli sportelli adolescenti".

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