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Lunedì, 29 Aprile 2024
Lo Stretto necessario

Lo Stretto necessario

A cura di Roberta Pino

ResQ-People Saving People, la nave che salva persone e diritti

Al Cartoline Club è stato presentato il progetto umanitario che opera nel Mediterraneo per salvare i migranti che scappano dai drammi dei loro paesi d'origine

E tu da che parte stai? Stare accanto alla parte giusta della storia è una questione che scuote le coscienze, perché non si può restare indifferenti a ciò che accade di disumano intorno a noi. Non un semplice slogan quindi, ma uno stile di vita quello abbracciato dai volontari di ResQ, l’associazione onlus che sostiene e realizza progetti e attività incentrati sul soccorso e salvataggio delle persone in difficoltà in mare.

E il Mediterraneo è pieno di storie di vite interrotte a causa di volontà negate, di morbose e vigliacche adesioni a regole che odorano di disumanità. Martedì sera, al Cartoline Club di Reggio Calabria, si è vissuto un momento che
ha restituito dignità a quelle vite che, prive di ogni speranza, scelgono di affrontare le insidie del mare e dei duri di cuore pur di scappare dalla loro terra d’origine, da persecuzioni, guerre, carestie.

E’ stato presentato, infatti, il progetto ResQ, la onlus che ha preso vita durante la pandemia e che conta, tra i suoi promotori, persone come Gherardo Colombo e Cecilia Strada. ResQ ha reso concreto il progetto di salvare i profughi, che scelgono la via incerta del mare per fuggire dai loro paesi, comprando una nave lunga 39 metri e con un peso di circa 300 tonnellate, dal nome significativo ResQ People saving people.

Enzo Infantino, noto attivista di Palmi, che conta un’esperienza lunga venti anni di militanza accanto ai profughi, in Palestina e in Libano è un uomo che agisce sul campo e che conosce bene la situazione di popoli che vivono sotto una continua minaccia. Lui è un volontario dell’equipaggio di terra di ResQ per la Calabria e al Cartoline Club ha presentato il nuovo progetto, raccontando la genesi di questa iniziativa e le motivazioni profonde che l’accompagnano.

Ad intervenire, collegati in videoconferenza, anche il presidente Luciano Scalettari, la vice Lia Manzella, il componente del direttivo Emiliano Giovine e il noto e amato attore e regista di origini calabresi, Peppino Mazzotta, sostenitore ResQ.

Genesi del progetto

La crisi umanitaria che interessa da anni il mare nostrum è stata la leva che ha spinto i promotori a realizzare questo progetto. “Io ho abbracciato in pieno l’iniziativa per salvare le persone che seguono la rotta del Mediterraneo centrale - racconta Enzo Infantino - Il Mediterraneo, come ricorda Papa Francesco, è il più grande cimitero del mare, da qui nasce l’esigenza di fare qualcosa.

Durante la pandemia, da un incontro con diverse realtà e dopo il coinvolgimento di una rete che si è sviluppata in tutto il paese, è nato l’equipaggio di terra calabrese. Si è comprata così una nave, partendo da piccoli finanziamenti. La nave ha già fatto due missioni, salvando 225 persone. Le istituzioni si sono dimenticate di loro e malgrado la criminalizzazione della solidarietà in particolare nei confronti delle navi, le persone partono lo stesso per arrivare spontaneamente nelle nostre coste. Purtroppo in migliaia muoiono ancora in mare. Ecco l’esigenza di avere una nave e di soccorrere”.

ResQ People saving people, persone che salvano persone è il nome della nave, quasi una frase palindroma, ricorda Eleonora Scrivo coordinatrice dell'incontro. E la missione di ResQ è salvare vite umane nella rotta del Mediterraneo centrale. “Io sono impegnato attivamente nei campi profughi da oltre venti anni, è stato per me naturale dare una mano. Il nostro compito è fare conoscere questo progetto. E’ l'impegno di chi sta a terra, è un
progetto che parte dal basso, non ci sono grandi finanziatori alle spalle, con piccole donazioni è riuscito a partire”. Ed Enzo Infantino ricorda come lo Stato non riesca a sopperire ai soccorsi e il passo indietro della politica a cui assistiamo ormai da tempo.

Le rotte del Mediterraneo ed alcuni numeri

“Da gennaio ad oggi sulle nostre coste sono arrivate circa 27mila persone, utilizzando diverse rotte - spiega Infantino - la rotta turca che arriva in Calabria, che viene battuta ormai dagli anni ‘90, poi c’è la rotta balcanica e con Resq abbiamo messo in piedi un’attività di accoglienza alle persone che arrivano da lì e la rotta del Mediterraneo centrale, i cui profughi partono dalle coste libiche, in particolare ora stanno partendo dalla Tunisia.

Stando ai numeri del ministero degli Interni, 13 mila persone, su 26 mila, sono arrivate sulle nostre coste, ma
centinaia di persone non riescono a farcela, tra cui bambini. Ecco la necessità di dare un sostegno. E’ cresciuto in maniera cinica e a dismisura poi l’atteggiamento da parte delle istituzioni di criminalizzare chi si impegna nella ricerca e nel soccorso di persone che scappano da persecuzioni. Chi ha conosciuto quei luoghi comprende bene la ragione per cui le persone, un papà, una mamma rischiano l’esistenza anche dei loro figli intraprendendo un viaggio così pericoloso”.

Ed un video fa vedere con chiarezza cosa succede nel Mediterraneo, il ruolo della famigerata guardia costiera libica pagata dal nostro Stato, centinaia di milioni di euro per cercare di bloccare le persone che partono dalle coste libiche, impedendo di salvare quelle persone.

“Ed infine, il rapporto della Caritas del 2022, circa 28 milioni di persone che si spostano da un contesto all’altro fuggendo da situazioni di persecuzioni, guerre, carestie. In Italia sono arrivate 100 mila persone ma pochi restano nel nostro paese, sono destinate al Nord Europa ed invece sarebbero una risorsa per noi”.

“Una serata speciale”, la definisce Eleonora Scrivo. Ed in effetti si respira un’atmosfera carica di emozioni forti e contrastanti al Cartoline Club. Enzo Infantino parla di una esperienza incredibile, emozionante, come anche nel libro che racconta di Resq. “Non si tratta soltanto di migranti, si tratta dell’esperienza di una umanità che fugge da guerre, carestie, persecuzioni - sottolinea Eleonora - Enzo fa parte dell’equipaggio di terra in Calabria, dopo aver fatto esperienze in Palestina, in Libano. Il suo operato restituisce dignità alla vita, specie dei bambini.

L'ultima esperienza di cui ci parla e ci coinvolge, è un dibattito politico odiosamente divisivo, non si capisce cosa ci sia di divisivo nel salvare le vite umane - prosegue Scrivo - Nel libro di Resq, people saving people, sono persone che salvano persone, ma anche chi compie l’azione, chi aiuta è salvato perché non c’è esperienza più umana che quella di sentirsi parte della stessa umanità”.

Eleonora Scrivo

Ed a proposito dei dati indicati. “I numeri sono importanti perché servono a smontare la narrazione drogata che viene costantemente fatta - sottolinea ancora la coordinatrice - Per quanto riguarda la mia esperienza di operatrice di Actionaid, che si occupa dell'analisi delle politiche di seconda accoglienza, noi abbiamo due piattaforme che analizzano questi dati, una è The Big Wall, con infografiche che permettono di capire quanto il grande muro che impedisce l’arrivo dei migranti sia finanziato con i nostri soldi e l’altra è Centri d’Italia, la piattaforma in cui si può vedere come nonostante ci siano tanti posti che permettono l’integrazione, si preferisca mandare i profughi nei Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria), continuando a trattare questo fenomeno come una emergenza quando una emergenza non è. Si è distrutta l’accoglienza diffusa, dei singoli comuni, che ha rappresentato un valore aggiunto straordinario per chi riceveva. Ciò implica un acuirsi della marginalità di queste persone, disorientamento e possibilità di incappare in incontri infelici”.

Lia Manzella e il suo messaggio alla Calabria

In collegamento in videoconferenza, c’è la vicepresidente Lia Manzella che racconta le due esperienze di salvataggio effettuate dalla nave ResQ. “Le persone arrivate sulla costa hanno voluto chiamare i propri parenti dicendo ce l’ho fatta! Mentre chiamavano e mostravano i nostri volti, ci ringraziavano. E noi eravamo pieni di gratitudine”.

E manda un messaggio ai calabresi. “Vogliamo dire alla Calabria, dopo la tragedia di Cutro, ai cittadini, alle associazioni del territorio, che avete fatto proprio la parte delle istituzioni che è mancata. Grazie per quello che avete fatto. Io insieme ad Emiliano stiamo lavorando per la prossima missione. Stiamo effettuando tutte le operazioni necessarie per far ripartire la nave, gli ordini per riaprire la cambusa sia per gli equipaggiatori sia per le persone che andremo a salvare.

Stiamo riaprendo la clinica con tutte i necessari dispositivi medico-sanitari, per un primo soccorso, abbiamo messo insieme l'equipaggio composto da nove marittimi, professionisti incaricati di fare andare la nave, poi da volontari, professionisti che ci dedicano un mese del loro tempo e navigano nella nave in missione. Si tratta di dottori, infermieri, mediatori culturali, la prima interfaccia con i profughi, con il compito difficilissimo di far capire ai sopravvissuti che non siamo libici, non siamo ostili, non li vogliamo riportare nell’inferno da cui stanno scappando, ma in un posto sicuro”.

Luciano Scalettari e la “follia” del progetto ResQ

Dopo la proiezione del video dei soccorsi, con l’ausilio di due Rhib, gommoni veloci che si avvicinano alle imbarcazioni da salvare, è la volta del presidente di ResQ, Luciano Scalettari che racconta come nasce l’idea di comprare una nave che salva vite umane, la “follia” di mettere in atto un progetto complicatissimo e
la grande voglia di tante persone di mettersi in gioco per salvare vite umane”.

“Se penso oggi alle tante persone coinvolte, agli equipaggi di terra che stanno sorgendo in diverse parti d'Italia, ai donatori, penso che se c’è una Italia indifferente, c’è anche una bella fetta di Italia che è con noi e siamo sempre di
più e sono convinto che indignazione, rabbia, voglia di mettersi in gioco siano sempre più condivise. Quello che all’inizio sembrava solo follia, in realtà è diventata concretezza, perché sostenuta da migliaia di persone. Ciò che ci commuove, ci entusiasma è avere il sostegno di tanta gente che si impegna con noi quotidianamente e che ci dà la forza di sopportare i sacrifici.

Chi opera su questi fronti, crede che tutti gli esseri umani abbiano gli stessi diritti, che nessuno ne ha un po’ di più o di meno. Su questi valori si poggia il progetto Resq, un'impresa faticosissima e sorprendentemente entusiasmante”.

Il racconto incredibile di Emiliano Giovine

Componente del direttivo di ResQ anche l’avvocato Emiliano Giovine, impegnato fin dall’inizio in questo progetto. Il suo racconto ha il sapore dell’incredibile. Racconta, infatti, come abbia coinvolto una persona nota che è diventata un sostenitore di ResQ. Giovine è riuscito ad arrivare ad un personaggio noto nel mondo della musica.

Si tratta di Roger Waters uno dei fondatori dei Pink Floyd. “Una storia incredibile, che mi vede protagonista mio malgrado - racconta - sono un grande appassionato di musica ma mai avrei pensato di arrivare a lui”. Una storia semplice ma stupefacente, quasi un intreccio voluto dal destino che, a volte, sbaraglia le carte dell’ordinario per ricordarci quanto invece la vita possa manifestarsi nei suoi aspetti più sbalorditivi.

In breve, attraverso un contatto con un avvocato americano e dopo lunghissime vicissitudini, Emiliano Giovine riesce a contattare Roger Waters, che, molto sensibile alla tematica dei salvataggi in mare, offre una donazione significativa, 50 mila dollari. Waters si rende protagonista anche di una seconda offerta ed in occasione di un suo concerto a Milano, alcuni componenti di ResQ, riescono a conoscerlo e gli donano una maglietta con la scritta in inglese “salvare vite non è un crimine, il fascismo è un crimine”. “Lui l’ha subito indossata e si è fatto una foto con me e Cecilia Strada” conclude con gioia Emiliano Giovine.

Le regole secondo Peppino Mazzotta

Last but not least un altro testimonial molto caro ai calabresi, l’attore e regista calabrese Peppino Mazzotta, voce importante su questi temi per la collettività. “Sostanzialmente lo faccio per me - esordisce - ho conosciuto questa esperienza tramite Enzo (Infantino, ndr) che mi trascina in maniera gioiosa nelle cose che fa”.

Questa cosa mi tocca molto perché le attività delle navi in mare sono ostacolate in tutti i modi e si cerca di metterle in una luce negativa, si dice che siano attività colluse con i trafficanti”. E fa una riflessione concisa ma significativa. “Quando mi rendo conto che 225 persone sono vive a fronte di 225 cadaveri, a me questo basta per stabilire che si tratti di una azione virtuosa”. E si sofferma sul rispetto delle regole ricordando l’esperienza di Riace.

“Qual è il modo di rispettare meglio le regole? E’ non rispettarla, quando si tratta di salvare una vita umana. Le attività di queste navi a mio avviso rispettano ampiamente le regole perché bisogna pensare alle motivazioni e non alle regole cristallizzate.” Ed Enzo Infantino saluta l’amico Mazzotta ricordando il suo ultimo film, in uscita il prossimo 13 aprile, “I pionieri” di cui è protagonista, una commedia intelligente e divertente sul comunismo nel nostro paese. Un film che fa riflettere anche con il sorriso.

Riflessioni conclusive

“Manca l’interlocuzione con la politica che oggi criminalizza le navi che vanno a salvare le persone e il nostro obiettivo è raccogliere fondi perché questo progetto continui ad avere vita” conclude Enzo Infantino ricordando le modalità per aiutare il progetto ResQ che sono indicate nel sito ufficiale https://resq.it/ nella sezione “Cosa puoi fare tu”. Ad Eleonora Scrivo spetta il compito di tirare le somme dell’incontro e lo fa con una celebre vignetta di Sergio Staino che ci scuote la coscienza Perché vi mettete in mare se sapete che forse morite? Per il
“forse”
, per cui vale la pena di muoversi.

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