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Sabato, 27 Aprile 2024

L'opinione

Isabella Marchiolo

Giornalista

Lady Inzaghi superstar e c'è chi pensa alla cittadinanza onoraria

A Reggio Calabria è diventata il caso del momento. Tutti ne parlano, qualcuno tace e qualcun altro costruisce teorie complottistiche

Angela Robusti for president, ma lei non è interessata alla politica, e qualcuno propone di conferirle la cittadinanza onoraria. Non si direbbe mai che possa accadere, ma una giovane signora legata a un mito del calcio che ai selfie con i filtri preferisce guanti e sacchetti di plastica, a Reggio Calabria è diventata il caso del momento. Tutti ne parlano, qualcuno tace e qualcun altro costruisce teorie complottistiche.

L'hanno già ribattezzata la "guerra del rastrello" ma sarebbe un meme che non fa ridere. La parola guerra purtroppo è quella giusta, perché l'evento di pulizia collettiva organizzato da Robusti, un'iniziativa a tutto vantaggio della città e guidata da un messaggio di sensibilizzazione ambientale e impegno civico dei giovani, dovrebbe suscitare soltanto consensi, ma nella città dello Stretto da tempo non più bella e gentile diventa l'ennesima occasione non solo per la strumentalizzazione politica (che sarebbe da ingenui pensare che non sarebbe arrivata) ma anche per assurde gelosie, ripicche e rivendicazioni di coccarde pubbliche. Reggio, dove se qualcuno non fa è attaccato, se qualcuno fa male è massacrato, e quando qualcuno fa bene si provvede subito a notare che altri lo avevano già fatto e meglio. 

La promoter e futura moglie dell'allenatore della Reggina Filippo Inzaghi è attiva nel sociale da quando è iniziata la sua permanenza in città legata alla professione del compagno. L'abbiamo sentita parlare di bellezza e di spreco, e passare dalla teoria alla pratica con piccoli interventi di pulizia e cura dell'ambiente.

La mobilitazione di 1500 studenti per dimostrare che NoiAmiamoReggio, lo slogan coniato da Angela, va però oltre. Lady Inzaghi è personaggio mediatico e la sua idea, oltre a ricevere il plauso dei reggini, ha attirato l'attenzione della stampa nazionale. Come è mai successo per iniziative simili portate avanti da associazioni e gruppi spontanei di cittadini, capaci di imprese altrettanti encomiabili.

Anzi no, va precisato che nel caso della rinascita delle scalinate di via Giudecca, la storia ebbe risalto sui giornali anche fuori dal territorio. Nulla però di paragonabile all'interesse attorno a questa bella e garbata signora veneta che invece di fare la "moglie di" comoda nella bambagia, si innamora (lo dice lei stessa in questi termini) di Reggio e prende a cuore una situazione che persino chi fosse reso imparziale dagli occhi dell'amore non poteva non vedere. Ovvero, incuria, spazzatura, trascuratezza urbana. 

Tutto iniziò con una Instagram stories con il gelato di Cesare e la sorpresa per un lungomare di bellezza abbagliante. Tutto sommato te lo aspetti dalla compagna dell'uomo importante di turno. Cose innocue da donna che segue la carriera del marito e deve occupare lo sterminato tempo libero con la giusta immagine di grazia richiesta dal ruolo. Fin quando Angela si è limitata a fare la first lady amaranto con i suoi messaggi di solidarietà e valori, o si è prestata come cassa di risonanza dei progetti attivati dalle associazioni locali, il suo attivismo di supporto è stato apprezzato. Ma era subito chiaro che ci fosse qualcosa di diverso, in termini di carisma e popolarità.

Le stories di Lady Inzaghi, seguitissime, sono diventate virali e quasi attese come un appuntamento fisso dai reggini. E quella sorprendente mobilitazione di studenti (mai riuscita a nessuno prima per un lavoro di pulizia) ha chiarito che Robusti possiede il "quid" giusto persino per una città immobile, diffidente e lagnosa come Reggio. E' una qualità bella, possibile che dia fastidio? A Reggio sì.

La signora Inzaghi, che di ogni tema parla con dolcezza e quasi in punta di piedi, è quanto di più lontano esista dall'esibizionismo imperante. Annunciando l'evento, Angela ha invitato tutti coloro che la sua battaglia la conducono da anni in una terra ostica a unirsi al gruppo, ma salvo precisare a posteriori che non è stata la prima né l'unica a pulire Reggio, nessuno ha aderito. Lei non lo sa, ma non è un fatto nuovo né dipende dal suo status di forestiera (obiezione che pure è un grande classico dalle nostre parti). No, qui associazioni e operatori del sociale e della cultura difficilmente si mettono insieme e collaborano. Potremmo aggiungere che più spesso competono tra loro, anche quando in palio non c'è nient'altro che il plauso dei concittadini e una visibilità di quartiere. 

Suo malgrado Angela Robusti ha forse messo in ombra un lodevole movimento di cittadinanza attiva dal basso, che opera - spesso fuori dalle associazioni, privatamente e attraverso singoli volenterosi - in trincea tra spazzatura, degrado e abbandono. Un effetto prevedibile, quando a scendere in campo è un vip. Ma la compagna del mister amaranto non ha bisogno di pubblicità, e men che meno di quella di Reggio: ha sempre riconosciuto l'operato positivo dei reggini, così come, con oggettività, l'inciviltà di chi trasforma porzioni della città in discariche a cielo aperto - i "lordazzi", denominazione oriunda che la padovana Angela imparerà a riconoscere. 

Non è tutta colpa dell'amministrazione, Angela ha costretto i reggini correi dell'immondizia ad affrontare le proprie responsabilità. Nessuno si è sentito offeso, perché è la verità. E se si mettessero da parte le smanie di protagonismo, si rifletterebbe con onestà intellettuale sull'obiettivo di ogni intervento sociale (almeno sulla carta): il bene comune, non le medaglie. Non a chi va il merito di cosa, ma chi può fare insieme e attrarre l'azione degli altri. 

C'è poi il risvolto del retropensiero. L'intervista rilasciata da Robusti a un quotidiano nazionale ha scatenato la bagarre sul silenzio degli amministratori, che non hanno partecipato (neanche attraverso la società di raccolta dei rifiuti) alla pulizia e non si sono fatti vivi con la signora. I commenti social sono impietosi e se il refrain è che "lei fa quello che dovrebbero fare loro", in tanti chiedono scusa a lady Inzaghi per la "freddezza" dei governanti comunali (da molti identificata senza mezzi termini in ingratitudine e maleducazione) e c'è chi profetizza che alla fine Angela e Pippo si stuferanno di polemiche e illazioni e a fine campionato sbaraccheranno, lasciando a piedi anche la squadra amaranto.

 Angela Robusti non poteva immaginarlo, ma a Reggio il sospetto è dietro l'angolo. Qualcuno ha pensato che il suo impegno sia finalizzato a una futura candidatura politica. Lei ha smentito, e c'è da provare disagio per chi ha formulato questa fantateoria verso una persona che alla prima polemica ha atterrato con il fioretto rosiconi, provocatori, eterni scontenti e stereotipi sulla 'ndrangheta. Cantandole anche al Corsera con toni inediti verso la città. Di solito reggini e calabresi hanno due modalità fisse di reazione alle critiche: quella iraconda di offendersi e insultare, oppure quella radical chic di dare ragione ai detrattori e rincarare la dose. Difendere la città da etichette di disprezzo mai, ed è quello che ha fatto Angela nella sua rettifica a un'intervista che cavalcava molti cliché. 

Sui social si è levata da più parti la proposta di conferire a lady Inzaghi la cittadinanza onoraria di Reggio, e sul listino delle quotazioni politiche sarebbe un altro segnale del crollo dell'immagine degli amministratori. Che ora, dopo quel silenzio carico d'imbarazzo, si trovano in una posizione spinosa nei confronti di Angela. Adesso è tardi, e qualunque cosa arrivi dal palazzo potrà ritorcersi contro. E continueranno a tacere. 

Dovrebbero insegnarcelo loro, ma ha dovuto farlo una ragazza arrivata da fuori. Che Reggio è nostra, e se non ce ne occupiamo noi non lo farà nessuno. Per averlo detto e fatto, Angela Robusti è già reggina senza bisogno di cerimonie.

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