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Sabato, 27 Aprile 2024

VIDEO| 'Ndrangheta in Liguria, gli ordini dati dagli arresti domiciliari dentro il fortino pieno di microspie

Gli investigatori delle Fiamme gialle di Imperia sono riuscite a raccogliere informazioni importanti sui canali di gestione del traffico di stupefacenti

I carichi di droga per il mercato illegale di Imperia venivano gestiti, da una delle figure principali emersa nell’inchiesta Ares 2021, direttamente dagli arresti domiciliari. Ne sono convinti gli investigatori della Guardia di finanza di Imperia che, all’alba di oggi, hanno portato a compimento il blitz contro i presunti affiliati del gruppo ‘ndranghetistico De Marte - Gioffrè che da Seminara, secondo la ricostruzione investigativa fatta dalla Dda guidata dal procuratore Nicola Piacente, avrebbe spostato il suo centro di interesse criminale a Diano Marina.

Le articolate attività investigative sviluppate dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Imperia, mediante servizi di pedinamenti e osservazione, effettuati anche in territorio calabrese, nonché attraverso l’intercettazione di oltre 100 utenze telefoniche, nonché di conversazioni ambientali e telematiche - spiegano gli investigatori - hanno consentito di monitorare costantemente le attività poste in essere dal sodalizio criminale ed accertare allo stato che l’indagato Domenico Gioffrè, pur essendo ristretto agli arresti domiciliari, unitamente a Giovanni De Marte e ad altri componenti della famiglia De Marte, sia riuscito a dare vita ad una florida attività di traffico di stupefacenti nella provincia di Imperia, grazie a diretti approvvigionamenti dalla Piana di Gioia Tauro, avvalendosi di canali privilegiati contigui alla ndrangheta.

Il centro decisionale e operativo del gruppo criminale disarticolato all’alba di oggi, per gli investigatori della Guardia di finanza, era collocato presso la residenza della famiglia De Marte sita a Diano Castello.

Dentro il “fortino” della cosca sono riusciti ad entrare gli uomini delle Fiamme gialle e, grazie all’utilizzo di telecamere e microspie, è stato possibile individuare i componenti dell’associazione, i diversi ruoli dagli stessi ricoperti, nonché ricostruire le varie fasi dei traffici di stupefacenti posti in essere.

Le indagini hanno accertato che presso la residenza di Diano Marina i vertici dell’associazione prendevano le decisioni circa la quantità di stupefacente da acquistare, dove venivano organizzati nel dettaglio i viaggi in Calabria per l’approvvigionamento della droga, dove veniva tagliata e occultata la cocaina, dove venivano ricevuti e riforniti gli spacciatori a disposizione del sodalizio e dove venivano condotti forzatamente i clienti morosi o gli spacciatori infedeli, per essere minacciati o percossi.

Da qui, grazie ai proventi del traffico di sostanze stupefacenti, il gruppo criminale sarebbe riuscito a fare crescere il proprio potere economico ed espandersi anche in Puglia e Sicilia dove la Guardia di finanza ha sottoposto a sequestro preventivo immobili e terreni.

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