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VIDEO | Tentarono di far ritrattare vittima del branco: arrestati i familiari

La polizia notifica un'ordinanza di arresti domiciliari ai parenti stretti di una delle due ragazze al centro dell'operazione Masnada

Hanno cercato in tutti i modi di ostacolare la collaborazione della sorella con la polizia per proteggere la “masnada”, spingendola anche a compiere gesti autolesivi. All’alba di oggi, però, sono finiti agli arresti domiciliari. Gli agenti del commissariato di Palmi, insieme a quelli delle Volanti della questura reggina, hanno notificato l’ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa dal tribunale di Palmi, con cui sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di 4 soggetti, due donne e due uomini, indagati per i reati di violenza o minaccia per costringere a commettere reato ed intralcio alla giustizia, commessi in concorso tra loro.

In particolare il provvedimento, richiesto dalla procura palmese guidata da Emanuele Crescenti, ha interessato il fratello e la sorella di una delle vittime del branco di Seminara ed i rispettivi compagni. I poliziotti infatti, nel proseguo delle indagini, hanno accertato svariati e reiterati episodi di vessazione subiti da una di quelle due giovani vittime da parte dei propri familiari, in particolare dal fratello, dalla sorella e dai rispettivi compagni, che, contrari alla sua scelta di denunciare, hanno costantemente tentato di ostacolarne la collaborazione con gli investigatori, tentando in svariati modi di farle ritrattare quanto già dichiarato davanti ai magistrati.

Oltre ad averla invitata a compiere gesti suicidari ed aver disattivato la scheda telefonica in uso alla stessa simulandone uno smarrimento, tra i diversi episodi acclarati, è emerso come gli indagati avessero anche tentato di costringere la ragazza a sottoporsi ad una visita psichiatrica, con il chiaro intento di ottenere una certificazione medica attestante la sua non capacità di intendere e di volere, rendendone così inutilizzabili ed inattendibili le dichiarazioni.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, sono state effettuate anche perquisizioni personali e locali che hanno consentito di sequestrate dispositivi elettronici, informatici e telefoni cellulari.

L’attività investigativa, condotta sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Palmi, diretta dal procuratore Emanuele Crescenti, è strettamente collegata alla recente “Operazione Masnada” che aveva portato all’individuazione di 20 soggetti, alcuni anche minorenni, accusati a vario titolo di violenza sessuale di gruppo aggravata nei confronti di due vittime minorenni, alcuni dei quali legati da parentele a vari esponenti di vertice di cosche di 'ndrangheta.

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