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L'ambizione di Gallo: "Reggina in Serie A? A quel punto potrei anche morire"

Intervistato dalla Gazzetta del Sud, il presidente ha raccontato i suoi sogni e non solo. Riguardo alla questione stadio, il patron afferma che "stiamo cercando di far ripartire il tutto"

Le parole di Luca Gallo non sono mai banali. Quando parla il presidente della Reggina c'è sempre qualcosa da raccogliere, un pensiero, un obiettivo o semplicemente quel sogno ribadito spesso di voler fare la storia conquistando la promozione in Serie A. Il massimo dirigente amaranto non perde l'opportunità di ribadire concetti chiari e diretti, che fanno ben sperare i tifosi.

Intervistato dai colleghi della Gazzetta del Sud, Gallo ha affrontato diverse tematiche. Impossibile non sottolineare il rapporto con Reggio, per il patron romano "una città splendida, forse voi che ci vivete non vi rendete neanche conto dell’impatto emozionale che Reggio suscita in chi arriva da fuori. L’unica sensazione brutta, riguardava l’assenza della Reggina. Non ne parlava nessuno, se non con riferimenti alla gloriosa Reggina di Foti. Si viveva di passato, ma non c’era speranza. Volevo dare un segnale forte, per risvegliare una passione sopita, ma non finita."

Ritorna, poi, sempre alla luce quel concetto espresso dallo stesso Gallo il 18 marzo 2020 quando l'attesa per la promozione in Serie B si faceva sempre più pesante. "Devo portare la Reggina in Serie A, poi il compito mio sarà finito", una frase non banale che ha sempre rappresentato un motivo di discussione tra i tifosi. Interpellato proprio sulla questione del provare a vincere subito, il presidente ha spiegato: "Questi non sono discorsi legati ad aspetti economici, anche se posso dire, senza timore di smentita, che io per la Reggina ho speso tanto, senza guadagnare un euro. Io ho rilevato questo club per una questione personale, e farò di tutto per portarlo in Serie A. Se ci riuscirò, spiegherò alla città il motivo che mi ha spinto a prendere la Reggina, e chiarirò anche la questione del poco tempo a disposizione."

Vedere la Roma, squadra del cuore, vincere la Champions League o ottenere la promozione nel massimo campionato con gli amaranto? A questa domanda Gallo ha risposto forte e chiaro: "La Roma per me rappresenta una madre, e la Reggina una moglie. Ma se mi mette di fronte ad una scelta simile, le rispondo senza pensarci un attimo: la Serie A della Reggina. Mi dica dove devo firmare, che le metto cento firme (ride, ndc). Se porto la Reggina in Serie A ho raggiunto davvero il massimo, a quel punto potrei anche morire."

Altro tema affrontato di grandissima importanza riguarda lo stadio e l'ambizione del presidente di rinnovare il glorioso impianto intitolato ad Oreste Granillo. Per il patron: "È ovvio che l’emergenza Covid ha creato un solco importante. Poco prima del lockdown, avevo parlato personalmente con tre società. Adesso stiamo cercando di far ripartire il tutto, ma prima di esporre il progetto alla città, bisogna ricreare le basi nella loro interezza, altrimenti significherebbe vendere fumo."

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