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VIDEO| La seconda vita di "Ecolandia" in una città dove il malcostume è duro a morire

Lungo la strada che porta al parco sulla collina di Arghillà una discarica a cielo aperto

“Ecolandia” è un gioiello che non deve essere dimenticato, che deve essere salvaguardato, che deve essere protetto. Lo si deve ai tanti, tantissimi, bambini che, con le famiglie o le scolaresche, hanno modo di vivere una giornata di sano divertimento immersi nel verde e nella pace della amena collina di Arghillà.

Il parco, che si apre sullo Stretto con il suo splendido affaccio naturale, sta vivendo una seconda vita e si sta lasciando alle spalle la pandemia da Covid-19 che, inevitabilmente, ne ha frenato la crescita negli ultimi due anni.

In questi ultimi giorni ha ospitato il salone dell’orientamento ed ammaliato i presenti, compreso i rappresentanti di università del nord Italia, con le sue capacità attrattive e ricettive. Il parco si è integrato con la comunità locale, nonostante le prime difficoltà, ed ha abbracciato la sfida etica e sociale del laboratorio di medicina solidale “Ace”.

Come ci ha spiegato Gianni Pensabene nella chiacchierata ai nostri microfoni. Per questo è inaccettabile che lungo la strada che porta a questo angolo di bellezza naturale i soliti “idioti” si possano dilettare ad inzozzare la natura scaricandoci dentro ogni sorta di porcheria.

Gianni Pensabene, che di Ecolandia è il padre putativo e protettore, lo sa bene e per questo si batte ogni giorno e cerca, riuscendoci, di aprire le porte di questo parco a ogni tipo di esperienza. La discarica a cielo aperto è visibile anche usando i satelliti ed è stata creata lungo la strada che, obbligatoriamente, si deve percorrere per raggiungere il parco “Ecolandia” e godere delle sue offerte naturalistiche e di approfondimento culturale. Un pugno nello stomaco, una bruttura inaccettabile, così come lo sono le tante, troppe, discariche a cielo aperto create in diversi punti della città e che sono il frutto amaro di un malcostumento comune difficile da eliminare.

Sarebbe bello che chi di dovere si attivasse per eliminare questa e le altre brutture che gli utenti, i tanti utenti, del parco “Ecolandia” sono chiamati loro malgrado a sopportare ogni santo giorno. E’ una questione di civiltà. Chi non ama “Ecolandia” non ama se stesso e tradisce la sua città.

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