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L'arte unisce Sicilia e Calabria grazie alle sculture dei Gagini

Parte il progetto Sicilia “terra di approdi”. Obiettivo la realizzazione del Museo Diffuso nei luoghi in cui si conservano le opere realizzate dalla famiglia

Entra nel vivo il progetto "Sicilia “terra di approdi”. La presenza nella Sicilia Orientale dei Gagini di Bissone e l'Umanesimo della Rinascita tra XV e XVI secolo", grazie alle due sculture  tornate a risplendere dopo il recente restauro.  Riflettori puntati sui gioielli dell’Annunciazione di Bagaladi e di Bronte (Catania).

Iniziativa finanziata dall’assessorato dei Beni culturali e dell'Identità Siciliana e promosso dalla Soprintendenza di Catania, in una collaborazione sinergica con la Soprintendenza per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia.

Un progetto che ha come finalità la realizzazione del Museo Diffuso nei luoghi in cui si conservano le opere realizzate dai Gagini, famiglia di scultori che è stata in grado di imprimere un profondo cambiamento nella cultura artistica rinascimentale non solo dell’isola, ma dell’intero Sud Italia. Sono parte integrante delle attività progettuali le iniziative mirate a valorizzare il contesto storico artistico della Sicilia dell’epoca, frutto di un continuo interscambio di idee, modelli e iconografie.

Il progetto si propone altresì di stabilire una collaborazione sinergica con la Soprintendenza per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia per erigere un ponte culturale tra le due sponde dello Stretto di Messina e ricostruire un ideale percorso che dal Canton Ticino, luogo di nascita di Domenico Gagini, giunge in Toscana e poi alla Corte di Alfonso d'Aragona a Napoli, per concludersi infine tra le corti nobiliari e le committenze siciliane e calabresi.

I Gagini furono, infatti, dei grandi imprenditori, artisti straordinari, creatori di impresa e artefici di bellezza, interpreti di un linguaggio artistico originale, sintesi tra il Gotico e l'Umanesimo. Gli eventi e le attività programmate mirano a creare uno scambio di conoscenze sull’applicazione di metodologie e tecniche innovative per il restauro, mettendo a confronto l’intervento di recupero e valorizzazione di alcune importanti opere dei Gagini, come l'Annunciazione di Bronte, in provincia di Catania, e quella di Bagaladi,nel Reggino, restaurata di recente grazie al contributo dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte. Le due opere, rappresentative del percorso artistico della più importante famiglia di scultori rinascimentali del Sud Italia, saranno oggetto di approfondimento, attraverso un confronto serrato circa la tecnica esecutiva, lo stile, l’iconografia.

L'assessore ai beni culturali e dell'Identità siciliana Alberto Samonà, nel sostenere il progetto, valuta come finalità determinante la progressiva riscoperta del 'locale' attraverso la riqualificazione di itinerari culturali e turistici tra i centri del calatino e del comprensorio jonico etneo, avendo anche come riferimento l'incontro con i centri calabresi dove si custodiscono tesori rinascimentali di straordinaria bellezza, risultato dei gusti di committenti che hanno contribuito a scrivere la storia delle due regioni.

I dati emersi dai restauri delle opere dei Gagini in Sicilia ed in Calabria consentiranno di apportare nuove informazioni sulle dinamiche della prolifica bottega che Antonello Gagini aprì alla fine del XV secolo a Messina per poi trasferirla a Palermo nel 1508. Questi e molti altri aspetti della più nota famiglia di scultori attivi tra la Sicilia e la Calabria saranno al centro del convegno I Gagini di Bissone e la scultura del Rinascimento in Sicilia, che si terrà a Catania la prossima primavera; un incontro che coinvolgerà diverse Università italiane, il cui obbiettivo sarà non solo quello di approfondire, in modo sistematico, il catalogo delle opere dei Gagini ma anche di creare nuovi percorsi culturali tra la Sicilia e la Calabria incentrati sui tesori del Rinascimento.

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