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Una vocazione chiamata padel

E' reggino il primo prete istruttore di padel: "Lo sport come missione di fede"

Una scelta per vocazione. La storia di Giuseppe Praticò, unico sacerdote in Italia che fa della disciplina uno strumento per incontrare i giovani che non frequentano la chiesa

Tutti pazzi per il padel, la disciplina sportiva che spopola nello stivale sta conquistando proprio tutti. Dalle famiglie agli sportivi fino ai dilettanti e non manca chi lo ha scelto per "vocazione". Come Giuseppe Praticò, primo sacerdote reggino e unico istruttore di padel della Federazione italiana tennis. Il prete 46enne che ha svolto la sua attività a Reggio Calabria e oggi attivo a Roma ci racconta la sua passione per lo sport più acclamato del momento.

"Mi sono accostato al padel perchè appassionato di tennis - dichiara Praticò - lo sbocco è stato quasi naturale. Sono un giocatore prima che un istruttore. Il padel è un sport avvincente, piace a tutti perchè richiede meno tecnica, inoltre la palla rimbalza sul vetro e c'è la possibilità di continuare la partita. Insomma ci si diverte e non c'è un target di riferimento ben preciso. Bimbi, adulti, genitori e figli, tutti vogliono giocare. Certo come tutti gli sport per superare il livello amatoriale, c'è bisogno di un istruttore".

La "padelmania" sembra essere scoppiata negli ultimi due anni  proprio nel periodo della pandemia: "Con il Covid  erano consentiti solo gli sport di racchetta - continua il sacerdote - le poche regole e la propensione alla socialità del gioco hanno reso il cugino del tennis lo sport di amicizia per eccellenza. Si gioca in due, si impara a stare sul campo ed è fondamentale aiutarsi a vicenda. Per me oggi potrebbe essere definito il calcetto dei tempi moderni".

 Il successo del padel è dato insomma dalla tendenza a favorire momenti di condivisione recuperando quella semplicità di stare insieme rubata dalle restizioni dei tempi recenti. Un amore per lo sport quello di padre Giuseppe che nasce soprattutto dalla volontà di fare del padel uno strumento di fede: "Dalla mia passione per il tennis è nata quella per il padel. Uno strumento adatto a tutti e da qui la volontà di poter incontrare i giovani in un ambiente diverso da quello pastorale, in un luogo meno formale. Soprattutto è un modo per entrare in contatto con chi non si incontra in Chiesa, la mia vuole essere una missione di fede attraverso lo sport".

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