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VIDEO| Dentro la pancia del Ferdinando d'Aragona: il peschereccio pieno zeppo di cocaina

L'equipaggio comandato dal 35enne reggino Vincenzo Catalano è in stato di fermo presso il carcere Pagliarelli di Palermo. La droga, immessa nel mercato clandestino, avrebbe fruttato oltre 850 milioni di euro

Di pesce a bordo del “Ferdinando d’Aragona”, il peschereccio fermato dalla Guardia di finanza e pieno zeppo di cocaina, ne se ne vedeva da tempo. Di questo ne sono convinti gli investigatori delle fiamme gialle di Palermo che, ieri, hanno portato a segno il più imponente sequestro di polvere bianca mai effettuato in tutto il territorio nazionale.

Di certo, da quando il motopeschereccio - registrato al compartimento marittimo di Reggio Calabria con la matricola RC 1949 - è finito sotto la lente d’ingrandimento degli specialisti del Gico non avrebbe esercitato l’attività per la quale era stato armato ma sarebbe stato usato per portare a terra la cocaina lasciata in acqua dalle navi madre, ipotesi che agli occhi degli investigatori delle fiamme gialle sarebbe avvalorata dalla grande paratia sistemata dai marinai sotto coperta e dentro la quale è stato rinvenuto il carico di oltre 5,3 tonnellate che, se immesso sul mercato clandestino, avrebbe fruttato la cifra monstre di oltre 850 milioni di euro.

Mari madre, per la maggior parte provenienti dal Sud America, che stazionano al limite delle acque territoriali per evitare problemi con le forze dell’ordine italiane. Così è stato per la “Plutus”, il mercantile battente bandiera di Palau che, con il suo equipaggio di 15 uomini, è stato scortato verso il porto di Palermo, sulla quale gli uomini del comando provinciale della Guardia di finanza di Palermo avevano concentrato le proprie attenzioni da diverso tempo.

Agrigento peschereccio reggino cocaina 01E’ stato seguendo questo mercantile che gli uomini delle fiamme gialle palermitane, hanno avuto modo di bloccare l’imponente importazione di droga, fermare e sequestrare il motopeschereccio di Bagnara e sottoporre a fermo tutto l’equipaggio compreso il capitano. 

Si tratta di Vincenzo Catalano, 35 anni nato a Scilla ma residente a Bagnara Calabra (comandante del motopeschereccio); Kamel Thamlaoui, tunisino, 53 anni residente in Tricase; Sami Mejri, tunisino, 48 anni, residente a Barcellona Pozzo di Gotto; Yanis Malik Bargas, francese, 19 anni ed Elvis Lleshaj, albanese, 35 anni.

Equipaggio che, da ieri, è stato sottoposto a fermo e trasferito presso la casa circondariale “Pagliarelli” di Palermo a disposizione dei giudici siciliani.

Gli investigatori del Gico, poi, sono convinti che il “Ferdinando d’Aragona” non fosse l’unico peschereccio utilizzato per portare a terra la cocaina senza passare per i porti italiani e, quindi, rischiare di essere pizzicati dai controlli alle dogane. Nel tempo, infatti, altri pescherecci - per lo più appartenenti a compartimenti marittimi siciliani - avrebbero eseguito le stesse manovre, compreso lo spegnimento dei dispositivi satellitari presenti a bordo, poste in essere dal “Ferdinando d’Aragona” per approcciarsi senza essere visti alle navi madre.

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