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L'intervista

Il racconto dal cuore nero del Brasile di Grillone conquista New York e non solo

Il giornalista reggino con il suo docu-film su Salvador de Bahia sta ottenendo molti premi

"Grandissima soddisfazione quella di vincere a New York in un festival in cui la musica è l'elemento fondamentale per partecipare (e in Axé, Salvador! ce n'è tanta, a cominciare dagli Olodum, il più famoso gruppo al mondo di afro-samba-reggae). Per non parlare della concorrenza spietata che mi aveva quasi fatto pentire di aver partecipato. E invece...Un risultato che permette ad Axé, Salvador! di partecipare di diritto all'evento annuale che si terrà a Dicembre a New York. Un premio davvero inaspettato che ovviamente condivido con chi ha reso possibile tutto questo. Con Pino Laface, Marco Costantino, Francesco Villari, Santa Spanò, Teresa Libri, Santoro Procopio, Everton Santana, Gracielle Conrado, Carolina Rossetti Da Cunha".

È emozionato Domenico Grillone, per tutti Mimì, dell'ultimo, in ordine temporale, riconoscimento arrivato per il suo documentario su Salvador de Bahia e il cuore nero del Brasile. Cinquantatré minuti di immagini, bellissime, e di musica, per raccontare uno stato nel nord-est del Paese sudamericano, Bahia, con le sue contraddizioni e la sua storia.

Domenico Grillone giornalista

Un lavoro che è nato dalla passione di Grillone per la musica brasiliana e dalla voglia di far conoscere e documentare "la grandezza - dice - di un popolo gioioso".  Mimì Grillone è un giornalista di strada, di quelli che amano essere testimoni oculari di quanto accade, lui che per anni si è occupato di sanità in una terra difficile come Reggio Calabria, ha voluto raccontare anche l'altra faccia di Salvador de Bahia che nel 2023 si è classificata  al nono posto tra le città più criminali del mondo, più pericolosa di Città del Capo, città del Messico. Così nel maggio dello scorso anno, fresco di pensione, ha deciso di tornare ancora una volta nel Paese che ama, ma questa volta ha portato anche la video camera. 

"È nato così il documentario, quasi per gioco, - racconta Grillone - mai avrei immaginato che potesse riscuotere tanto successo. Sono stato venti giorni, e per le strade di Salvador e nei luoghi più caratteristici, ho raccolto testimonianze di una terra che amo e conosco da più di 20 anni".

Non solo musica e gioia nel documentario infatti Grillone mette a nudo "una situazione complessa dal punto sociale quella di Salvador, che parte da un dato ben preciso: il 37% degli schiavi neri deportati dall’Africa nelle Americhe furono condotti proprio in Brasile e la maggior parte di loro entrava in Sudamerica passando proprio da Bahia, dal suo porto per poi, essere condotti nelle piantagioni disseminate nell'intero Paese. Camminando per le strade della capitale bahiana, si coglie subito quel sincretismo culturale ma, soprattutto, religioso che ha fatto e fa di Bahia, una città davvero unica al mondo".

salvador de bahia (foto Grillone)

Tra le immagini di centinaia di giovani che vivono quotidianamente la splendida Bahia, il giornalista filma i progetti sociali realizzati grazie alla scuola Olodum che ha permesso di far diventare molti di questi ragazzi ottimi ballerini, coreografi, attori e musicisti. Ma anche, ci porta dentro l’atelier d’arte di Ricardo Miranda, l’ascensore Lacerda, il mercato Modelo che occupa l’edificio dell’antica dogana, la basilica "Senhor Bom Jesus do Bonfim", il santo più venerato di Bahia, il Museo d’arte moderna di Bahia (Mam-Ba) per poi, fare un salto tra la natura di Praia do Forte, una spiaggia che ospita un progetto conosciuto in tutto il Brasile, “Il Projeto Tamar”. E poi c'è Baia de Todos or Santos che dice Grillone: "Ricorda incredibilmente la nostra Scilla, certo manca il castello, ma la somiglianza è incredibile e la bellezza del suo panorama altrettanto bello. Qui c'è un museo a cielo aperto di street art per testimoniare che la favelas non è solo violenza ma può anche essere arte".

Baia de Todos or Santos-2

Non si può dire Salvador senza pensare alla spiritualità di questo popolo. "L’essenza della spiritualità, come mi ha ripetuto un vecchio saggio - racconta Grillone - incontrato proprio durante una delle mie tante passeggiate sul lungomare, è purificare il cuore, trasformare l'invidia in generosità, il buio in luce, l'egoismo in servizio, l'odio in amore. Camminando per le strade della capitale bahiana, si coglie subito quel sincretismo culturale ma, soprattutto, religioso che ha fatto e fa di Bahia, una città davvero unica al mondo".

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Il reportage è dunque un lavoro di pregio che Grillone tornato a casa ha voluto realizzare accuratamente proprio per farlo girare e divulgarlo il più possibile. "Non conosco il mondo del cinema e dei documentari - spiega Grillone - ho però avuto da un amico l'informazione di una piattaforma internazionale dove poter iscrivere il documentario e partecipare alle selezioni. Per me sarebbe stato già un successo solo il fatto di essere selezionato, mai avrei immaginato di vincere premi e così numerosi. Tra i tanti che mi hanno davvero emozionato c'è quello ricevuto in Calabria, nella mia terra, all’i-Fest International Film Festival di Castrovillari. Sono stato premiato da Franco Nero". 

Domenico-Grillone-Franco-Nero

Anche dall'India ha ricevuto riconoscimenti e questo probabilmente anche perché - spiega il giornalista "nel documentario si parla anche del sincretismo religioso". Adesso si gode il successo Mimmì Grillone ma il suo sguardo acceso ci spinge a credere che non si fermerà qui, altri progetti arriveranno in giro per il mondo. 

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