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VIDEO| Concorso esterno in associazione mafiosa, questa l'accusa per il poliziotto ai domiciliari

Oltre alle dodici persone raggiunte dall'ordinanza di custodia cautelare ci sono altri sette indagati

Concorso esterno in associazione mafiosa. E' questo il reato che la Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, contesta al sovrintendente della polizia, in servizio presso il commissariato di Siderno, che è finito agli arresti domiciliari nell'ambito dell'operazione Malea: l'inchiesta anti 'ndrangheta, condotta dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, che ha disarticolato la cosca di Mammola.

Per gli investigatori della Squadra mobile, guidati da Alfonso Iadevaia, Domenico Sità avrebbe fornito, in passato a Rodolfo Scali, e più di recente a un soggetto indagato dalla Procura distrettuale antimafia di Torino notizie riservate, anche in cambio di alcune regalie.

Il gruppo in Lussemburgo

Le indagini della polizia reggina, coordinata dal questore Bruno Megale, hanno fatto luce anche sulle diramazioni all'estero della locale di ndrangheta mammolese. In Lussemburgo, secondo quanto ricostruito dai magistrati della Dda reggina, avrebbe operato un gruppo criminale in stretto contatto con la base madre nella Locride. Tre gli arresti, di cui uno ai domiciliari, eseguiti, in Lussemburgo dove, per gli invrestigatori, il referente del gruppo sarebbe Nicodemo Fiorenzi, che doveva comunque riferire e concordare con i vertici della locale di Mammola ogni decisione. 

Il personale intervenuto

Le operazioni di notifica dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere sono state supportate da personale della Sisco di Reggio Calabria, da equipaggi del Reparto prevenzione crimine, della Divisione anticrimine e dal Gabinetto regionale di polizia Scientifica. Sul territorio estero, in Lussemburgo, l’operazione è stata fattivamente coordinata e supportata dall’Unità I-Can e dalla Divisione Sirene del Servizio cooperazione internazionale di polizia.  

Ma ecco i nomi e le misure custodiali eseguito a carico dei dodici indagati finiti in manette. Oltre ai destinatari dei provvedimenti restrittivi, infatti, nel procedimento penale risultano indagati, in stato di libertà, ulteriori 7 soggetti. 

Misura cautelare in carcere

  1. Damiano Abbate, nato a Locri il 2.8.1963, per il reato di associazione mafiosa (Capo Società) ed estorsione;
  2. Isidoro Cosimo Callà, nato a Mammola il 28.09.1958, per il reato di associazione mafiosa (Crimine) ed estorsione;
  3. Ferdinando Vincenzo Cimino, nato a Cinquefrondi il 21.5.1991, domiciliato in Lussemburgo, per il reato di associazione mafiosa (partecipe), e porto e detenzione di armi;
  4. Nicodemo Deciso, nato a Mammola il 30.6.1969, per il reato di associazione mafiosa (Mastro di Giornata) ed estorsione;
  5. Nicodemo Fiorenzi, nato a Mammola il 12.2.1960, per il reato di associazione mafiosa (referente per la locale di Mammola in Lussemburgo);
  6. Raffaele Romeo, nato a Reggio Calabria il 27.11.1966, per il reato di associazione mafiosa (partecipe);
  7. Rodolfo Scali, nato a Mammola il 14.8.1965, per il reato di associazione mafiosa (Capo Locale) ed estorsione;
  8. Domenico Spanò, nato a Locri in data 11.11.1968, per il reato di associazione mafiosa (partecipe) ed estorsione;

Misura cautelare degli arresti domiciliari

  1. Salvatore Nicodemo Abbate, nato a Locri il 14.7.1995, domiciliato in Lussemburgo, per il reato di estorsione;
  2. Enzo Fabrizio D’Alessandra, nato a Genova il 21.01.1964, del reato di porto e detenzione di armi;
  3. Domenico Sità, nato a Mammola il 17.7.1974, del reato di concorso esterno in associazione mafiosa;
  4. Francesco Antonio Staltari, nato a Mammola il 6.7.1963, tentato omicidio.

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