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L'addio amaro di Nicola Paris all'Udc: "Classe dirigente piegata su se stessa"

Il consigliere regionale reggino scrive una lettera ai vertici nazionali dello "scudo crociato" e al commissario calabrese e allontana la scelta dalle ricadute giudiziarie che hanno coinvolto Talarico e Cesa

Non c’è pace dentro l’Udc calabrese. Il partito, scosso dal coinvolgimento dell’assessore regionale Franco Talarico nell’inchiesta “Basso profilo”, da qualche ora deve incassare anche l’addio amaro di Nicola Paris che, già dall'ingresso in giunta proprio dell'ex presidente del Consiglio regionale, aveva avviato un lento cammino di allontanamento dal partito che lo aveva candidato alle regionali del 2020. 

Il consigliere regionale reggino, che prima delle regionali dello scorso gennaio aveva lasciato il centrosinistra ed abbandonato Giuseppe Falcomatà per sposare la causa del centrodestra, ha mandato una lettera al segretario nazionale dell’idc, Antonio De Poli e al neo commissario regionale Nunzio Testa, arrivato in Calabria dopo l’arresto di Talarico.

“Ho volutamente aspettato la conclusione delle recenti elezioni metropolitane - scrive Paris che, adesso, potrebbe approdare la gruppo misto a Palazzo Campanella - prima di rendere ufficiale la decisione, ormai maturata da tempo, di lasciare il partito dell’Udc. Ed è stato per coerenza personale aver temporeggiato, perché nessuna ombra potesse addensarsi sulla mia correttezza e linearità politica in occasione di questa importante tornata elettorale”.

“Certamente è stata una decisione difficile e sofferta che ha ingenerato dentro di me un profondo rammarico e lo scoramento nell’assistere, giorno dopo giorno, al lento naufragio politico del partito – spiega Paris – i cui vertici non sono riusciti in questo anno di legislatura a valorizzare politicamente lo straordinario risultato elettorale conseguito nella provincia di Reggio Calabria in virtù dell’impegno e della coesione di tutti i candidati, aggregati grazie all’ottimo lavoro svolto dall’ex vicecoordinatore regionale Luigi Fedele”.

Nicola Paris, poi, sgombra la sua scelta da ogni riferimento alle ultime vicende giudiziarie che hanno coinvolto i vertici regionali e nazionali dello “scudo crociato”. “Tale scelta - prosegue - nulla ha a che vedere con quanto recentemente successo all’ex Segretario nazionale Lorenzo Cesa e al coordinatore regionale Francesco Talarico, ai quali auguro di poter al più presto dimostrare l’assoluta estraneità ai fatti loro contestati confidando nel lavoro della magistratura verso la quale ho stima e fiducia”.

I problemi per Paris sarebbero, semmai, da ricercare nelle dinamiche interne del partito sotto al Pollino. “Non posso non accennare, infine, al mio mancato coinvolgimento, vista la delicata fase, alla riunione organizzata dalla direzione calabrese del partito e convocata lo scorso 25 gennaio a Lamezia Terme e della quale ne ho appreso i contenuti solo a mezzo stampa. Non è questo il mio modo di intendere la politica e di accettare le sfide che ci attendono per la nostra amata regione”.

“Lascio, oggi, il partito con tanta amarezza e rabbia - si legge infine - consapevole di essermi speso con tutte le energie in corpo per rendere questo progetto il più ampio e inclusivo possibile. Prendo atto che non sono riuscito a imprimere a quella classe dirigente, oramai piegata su sé stessa, il necessario cambio di direzione verso una politica rivolta esclusivamente al servizio dei calabresi. In ogni caso, auguro buon lavoro al coordinatore provinciale, nonché amico Roberto Vizzari. Concludo rinnovando il mio impegno nel segno della continuità con quello stile politico che ha sempre contraddistinto il mio operato, con l’obiettivo di fare da trait d’union fra le persone e le istituzioni, onorando con concretezza, passione, trasparenza e competenza fino all’ultimo istante il consenso e l’affetto di coloro che mi hanno accordato la loro fiducia”.

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