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Coronavirus e buoni spesa per i più bisognosi: i punti da rivedere e le proposte dell'Udc

Sulle modalità di erogazione interviene il commissario cittadino Paolo Arillotta. Due i punti da controllare: gli aventi diritto e gli enti coinvolti

Sull’ordinanza per l’individuazione di nuclei familiari beneficiari del buono spesa per l’acquisto dei generi di prima necessità, emanato dal Comune arriva la riflessione di Paolo Arillotta, commissario cittadino dell'Udc di Reggio Calabria, (nella foto), che chiede all'Amministrazione di fare delle correzioni.

Arillotta Paolo-2Per quanto riguarda gli aventi diritto e le persone che hanno priorità nel ricevere il beneficio, Arillotta afferma: "Si legge nell’avviso pubblico che a tali provvidenze possono accedere i nuclei familiari che non godono di patrimonio finanziario disponibile (conto corrente/bancario/postale) superiore ad euro 5.000,00. Ora, è vero che quel nucleo familiare che goda di tale immediata disponibilità finanziaria non possa intendersi quale benestante, ma è vero anche che chi ha oggi sul conto corrente 4.000 euro non deve certo ricorrere alla pubblica assistenza per potere soddisfare bisogni alimentari primari".

“Ciò considerato anche che,- continua Arillotta-come specificato nella prima nota sulla questione diramata dall’Anci il 30 marzo 2020, viene specificato che le richieste verranno soddisfatte fino ad esaurimento delle risorse, tanto è vero che in tale prima nota viene anche ipotizzata una ripartizione proporzionale tra tutti gli istanti, anzicché un’erogazione sulla base dell’ordine di presentazione, come pare che accadrà nel nostro Comune.

Si tratterebbe, quindi, o di abbassare drasticamente la soglia di disponibilità finanziaria pronta, oppure di inserire quale priorità di assegnazione, o almeno come indice di graduazione delle provvidenze, quella relativa a questa disponibilità, essendo evidente che chi ha 100 euro sul conto corrente sta peggio ed ha più bisogno di chi ne ha 1.000".

Arillotta ritiene inoltre inopportuna la condizione che i buoni spesa potranno essere utilizzati solo presso punti vendita convenzionati con il Comune, l’utilizzo dovrebbe essere esteso a chi ne offre la disponibilità come suggerisce l’Anci.

"Anche perché – aggiunge il commissario Udc - il meccanismo prescelto dal Comune sembrerebbe presupporre la stipula di una convenzione, la quale non si comprende se sia sottoposta a condizioni (ed a quali) al di fuori della mera comunicazione di disponibilità. Mi pare che lo spirito dell’iniziativa sia quello di rendere con immediatezza ed al di fuori di ogni aggravamento procedimentale una pronta disponibilità di denaro ai cittadini in difficoltà. Senza considerare che un tale aggravamento introdurrebbe margini di discrezionalità nei quali potrebbero annidarsi tentazioni clientelari".

Infine Paolo Arillotta pone l'ulteriore problema sul tema della erogazione di queste provvidenze "in favore di soggetti la cui caratura di ‘ndrangheta sia stata accertata nelle sedi giudiziarie.

Ora, è vero che non vi è disposizione di legge che impedisca loro l’accesso a questi benefici, ma tali erogazioni si porrebbero in evidente sfregio alla comune consapevolezza che essi, pur se colpiti dalla meritevole attività della magistratura, possano disporre di patrimoni soprattutto liquidi tali da far elevare da ogni parte allarmi sulla possibilità che la gente disperata possa rivolgersi a loro per ottenere liquidità a strozzo.

Peraltro, queste provvidenze sono state disposte, non solo, ma anche per evitare questo avvicinamento per bisogno tra cittadinanza e ambienti di mafia: in sostanza, coloro contro i quali esse sono state previste, ne beneficerebbero".
 

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