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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Un caffè con il candidato, Pazzano traccia la strada per la Reggio del futuro

Il candidato a sindaco Saverio Pazzano, "La Strada", ai microfoni di ReggioToday. Il suo programma vede Reggio Calabria come una città multicentrica che ha bisogno di un confronto serrato per venire fuori dalle secche di una crisi senza precedenti

Una differenziata “intelligente” che punti a portare la città di Reggio Calabria al perseguimento dell’obiettivo “rifiuti zero”. Saverio Pazzano, candidato sindaco per il movimento “La Strada”, reggino doc, laureato in Lettere Classiche, insegnante di materie letterarie per le sezioni della scuola statale per adulti, formatore nazionale ed educatore dell'Agesci, in questa intervista svela ai reggini quali saranno gli assi portanti del suo programma elettorale che vede Reggio Calabria come una città multicentrica che ha bisogno di un confronto serrato per venire fuori dalle secche di una crisi senza precedenti.
 

Come immagina la sua città dopo il Coronavirus?

“Già ai primi di maggio, con La Strada, abbiamo elaborato un manifesto per la ricostruzione post-emergenza, consapevoli del fatto che dietro ogni crisi si nasconde una straordinaria opportunità. La premessa è che una vita priva di libertà e diritti non è vita. Allo stesso tempo, il contrasto al Covid-19 ci richiama alla necessità di un rafforzamento dei presidi di sanità pubblica e della medicina di prossimità, per garantire l’affermazione dei livelli
essenziali di assistenza a tutte e a tutti.

Ancora, nella città va ridisegnata la presenza fisica. Esigiamo che si attrezzino tutti gli spazi aperti per un accesso libero e in sicurezza, curando strade, piazze, parchi e villette oggi consegnati al degrado. Bisogna riconcepire la mobilità nell’ottica della sostenibilità e degli spostamenti “dolci”, in bici o a piedi; allestire un piano del tempo e degli orari in merito all’apertura e chiusura di scuole e uffici, per consentire la conciliazione delle esigenze lavorative e personali; investire sulla sicurezza delle scuole e pensare a spazi nuovi e alternativi per la formazione di ragazze e ragazzi, bambine e bambini. Pensiamo ancora a un’economia e a un turismo di prossimità, ma, visto lo spazio a disposizione, invito tutti a leggere i contenuti del manifesto disponibili sul nostro sito ufficiale, la-strada.it ".

Come è stata gestita l’emergenza Coronavirus?

“Durante la fase emergenziale, oltre ad elaborare una serie di proposte per la gestione del durante e del dopo, abbiamo richiamato le istituzioni, segnatamente quelle comunali e regionali, a non derogare alla democrazia. Abbiamo chiesto con forza, nel mese di aprile, che venisse restituito il giusto ruolo a tutti gli organi decisionali e di partecipazione alla vita pubblica, come i consigli comunali e regionali o le consulte. In particolare, abbiamo chiesto la convocazione urgente del Consiglio comunale, nelle modalità compatibili con l’emergenza sanitaria, utilizzando le piattaforme digitali in un’ottica di condivisione e trasparenza delle scelte.

Non è tollerabile, men che mai in una situazione tragica come quella che abbiamo vissuto tra febbraio e maggio, una politica distante dai suoi cittadini, pronta a “calare decisioni dall’alto” senza consultazione democratica. Lo stato d’emergenza non può consentire deroghe alla nostra Costituzione, perché, come detto, una vita priva di libertà e diritti non è vita. Non crediamo a una concezione paternalistica del potere. Per noi, “potere” è l’infinito di un verbo che indica la possibilità per tutte e tutti di esprimere appieno la propria umanità. È per questo che deve spendersi la politica, anche nella temperie più tragica.

La salvaguardia della vita umana e quella della libertà devono andare di conserva: è questo il fondamento inalienabile della nostra dignità. Mentre a livello centrale, almeno dal punto di vista della politica sanitaria, si sono raggiunti degli obiettivi importanti, anche grazie allo sforzo immenso del personale medico e paramedico e alla collaborazione responsabile dei cittadini, a livello locale si è assistito a una strumentalizzazione dell’emergenza con ricadute spesso parodistiche quando non securitarie”.

La pandemia ha colpito tutti i settori, da quelli economici a quelli  più strettamente sociali, un dato è emerso chiaramente l’insufficienza strutturale, materiale e immateriale, delle scuole reggine. Cosa pensa si possa fare per dare una svolta?

“Riprendo quanto affermato nel nostro manifesto, introducendo il concetto di “scuola di strada”. Si tratta di un ripensamento degli spazi e dei tempi del vivere scolastico, della costruzione di luoghi confortevoli, accessibili e sicuri. Segnatamente, la messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici, inclusi quelli attualmente chiusi, e il censimento di tutte le strutture potenzialmente in grado di ospitare le attività didattiche devono essere il punto di partenza per un avvio sereno del nuovo anno scolastico.

Penso ai teatri, ai musei, agli spazi di quartiere all’aria aperta come agli scenari per una scuola profondamente rinnovata. Anche qui, il problema può diventare lo stimolo per una necessaria rigenerazione del corpo vivo della nostra società, di cui la scuola è cuore pulsante”.

Il settore rifiuti è amaro protagonista delle cronache di questi giorni. Cosa si può fare per migliorare il servizio?

“Da mesi ci interroghiamo, anche attraverso la consulenza dei maggiori esperti italiani ed europei, che hanno ben operato in città come Napoli o Parma, su una strategia per il ciclo dei rifiuti che non solo renda le nostre strade pulite e decorose, ma, ancora una volta, trasformi il problema in risorsa, considerando il ciclo dei rifiuti come una potenzialità economica. Il nostro programma prevede una strategia “Rifiuti Zero”, secondo le linee guida europee e in perfetta sintonia con gli obiettivi green dei copiosi fondi europei in arrivo nei prossimi anni.

Pensiamo a una raccolta differenziata più agevole e flessibile, incentrata su un porta a porta più razionale ed efficiente, integrato da ecostation per il conferimento H24 e da almeno 4 isole ecologiche con punti di riuso e baratto. Pensiamo inoltre all’implementazione di impianti per il riciclo di carta, plastica e vetro, e alla riduzione progressiva del rifiuto indifferenziato.

Applicare una differenziata intelligente comporta vantaggi sia ambientali sia economici. Completando la filiera del riciclo sul territorio comunale e metropolitano, si possono creare opportunità di lavoro e di ricchezza per tutta la comunità. Ancora, puntiamo alla riduzione della Tari attraverso strategie di premialità per chi differenzia correttamente e di lotta all’evasione, secondo un semplice principio di equità, pagare tutti per pagare meno”.

Le periferie sono sempre più lontane dal centro, in qualità della vita e servizi offerti, crede sia stato fatto tutto il possibile o qualcosa c’è ancora da fare?

“La ringrazio per la domanda, che tocca un altro punto decisivo del nostro programma. Per rispondere al suo interrogativo, le dico subito che non è stato fatto tutto il possibile, addirittura in molti casi si è fatto meno del minimo indispensabile, purtroppo. Noi pensiamo a una Reggio multicentrica, a un corpo-città di cui prendersi cura quotidianamente.

È in questo senso che il concetto di periferia va superato, in direzione di una città dalle tante anime, in cui ogni quartiere diventi un centro alternativo, accogliente, bello da vivere e da visitare. Centralità, dunque, ai nostri quartieri e ai nostri borghi, con servizi e collegamenti frequenti, strutture sportive, musealità diffusa, rete delle biblioteche, centri polifunzionali, cinema e spettacoli teatrali. Reggio è molto di più dell’area ricompresa tra Annunziata e Calopinace, e, ove ce ne fosse stato bisogno, lo abbiamo riscoperto in questo anno e mezzo di cammini urbani, da Catona a Pellaro, da Gallico a Vinco e Pavigliana, da Cataforio a Mortara”.

Reggio Calabria e l’ombra del dissesto. Quali sono le motivazioni che la spingono a candidarsi?

“In una notte di quasi Natale del 2018, in tante e tanti ci siamo riuniti attorno al sogno di un’altra Reggio. Quel sogno, nel giro di un anno e mezzo di cammini, di incontri e di percorsi, è diventato prima un manifesto, poi un programma. Dice Alain Badiou che ogni evento autentico richiede fedeltà, chiede di non tradire una promessa.

Così la politica diventa una storia d’amore, l’amore per una città ferita e sofferente, per le amiche e gli amici che vanno e ritornano indietro, e trovano una città in cui è difficile restare, ma per cui non possono smettere di resistere. Molti dicono di amare questa città, ma io ho fatto una promessa, mi sono assunto un impegno: quello di fare il primo passo, perché per tutti sia più facile farne cento, mille, fino alla vittoria! Vogliamo riabitare questa città, per chi ci vive, per chi resta, per chi parte, per chi torna.

Vogliamo che sia un crocevia di incontri, di eventi, di sogni. Chiede, giustamente, e i soldi? Come si governa una città sull’orlo del dissesto? Noi ci impegniamo nei primi cento giorni a un audit pubblico sul debito e al bilancio partecipato. Bisogna ribadire che la gestione economica è un fatto politico, non una questione di mera contabilità. Le scelte vanno operata con la massima trasparenza e coinvolgendo la popolazione. Audit pubblico vuol dire fare chiarezza sulla natura del debito, capire chi sono i creditori e quali debiti sono legittimi. È stato fatto in altre città italiane, come consentito dalla Costituzione, andava fatto anche a Reggio Calabria, per questo, se saremo alla guida della città, lo faremo”.

Dove l’economia soffre l’illegalità si diffonde e la ‘ndrangheta  gestisce lucrosi affari, come ci si può liberare da questo giogo?

“È vero, la ‘ndrangheta prospera nel contesto di deprivazione socio-economica e di ricattabilità sociale in cui versa la nostra comunità. Si tratta allora di pensare a un processo di autentica liberazione dal basso. Non esistono liberatori, esistono popoli che si liberano. Il lavoro è emancipazione, ma per poter creare lavoro bisogna curare la città, ricostituirne il tessuto smembrato.

Lo smembramento del corpo-città e delle comunità crea individui soli, bisognosi, spaventati, ricattabili. Una città che torni a quote più normali può spiccare il volo verso mete oggi impensabili. Dobbiamo far tornare a battere i tanti cuori pulsanti di Reggio, entusiasmarli, coinvolgerli attorno a un brand della Città, attivare un distretto dell’economia civile, rendere la città attraente per l’industria del cinema. I quartieri, con i loro mercati e le loro botteghe, le categorie produttive, il variegato mondo del Terzo Settore. C’è un potenziale enorme che aspetta solo di essere sprigionato!”.

Qual è la sua idea di città e quale sarà il futuro di Reggio?

“Penso a una città euro-mediterranea, finalmente consapevole di esserlo. Reggio è parte dell’Europa e va ricollocata a giusto diritto nelle Reti di municipalità europee e mediterranee, per darle respiro e prestigio internazionale. È in questo senso che va letto il nostro coinvolgimento nella Rete Fearless Cities: da Napoli a Barcellona, è tempo di un neo-municipalismo. Bisogna pensare ai Comuni come ad organismi vivi, creativi, strumenti di libertà e partecipazione.

Penso a Reggio come a una città giardino, attraversata dai Parchi delle fiumare e dai chilometri verdi, valorizzata nel suo immenso patrimonio storico e naturalistico, con un mare finalmente bandiera blu. Reggio Capitale italiana della cultura, con la messa a valore di una cultura millenaria fondata sulla sacralità dell’accoglienza e sul senso dell’apertura donato dallo splendido affaccio dello Stretto sul mare, che vorremmo diventasse Patrimonio Unesco”.

Parliamo adesso un pò di lei: un libro preferito, che tipo di musica preferisce? Ha degli animali? Qual è il suo piatto preferito? E la squadra di calcio del cuore?

“Il mio libro preferito è La Strada di Cormac McCarthy, racconta la speranza e la rinascita dentro un’epoca che sembrava perduta. Ascolto soprattutto musica cantautoriale, in particolare amo Fabrizio De André e Bruce Springsteen. Ho un cane e un gatto, rispettivamente Rua e Diego. Il mio piatto preferito: spaghetti con stocco alla ghiotta. La mia squadra del cuore è la Reggina”.

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