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Un caffè con la candidata, Tortorella: "Città libera dalla mafia e a portata di cittadino"

La candidata a sindaco Maria Laura Tortorella, "Patto Civico" ai microfoni di ReggioToday. I programmi, le idee, con uno sguardo al futuro di una "Reggio che, grazie ai doni ricevuti, può spiccare il volo"

Maria Laura Tortorella guarda Piazza Italia dal suo ufficio alla Prefettura dai primi anni del 2000. Adesso vuole cambiare il suo angolo visuale e volgere lo sguardo sull’agorà politica di Reggio Calabria dalle finestre di Palazzo San Giorgio. La funzionaria dell’Ufficio territoriale di governo ha deciso di scendere in campo in prima persona alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale della città dello Stretto e lo ha fatto con largo anticipo rispetto agli altri aspiranti contendenti della poltrona più alta del palazzo di città.

In questa intervista, Maria Laura Tortorella apre uno spazio sul suo programma politico, sulla sua idea di città, sui progetti che potrebbero far chiudere i conti con il passato e che potrebbero dare nuova vita, soprattutto, a quelle periferie troppo spesso dimenticate.

Il ragionamento sul futuro di Reggio Calabria non può non partire dalla pandemia da Coronavirus che ha sconvolto l’intera nazionale, producendo danni rilevanti sul tessuto economico e sociale del capoluogo di provincia.

Come immagina la sua città dopo il Coronavirus?

“La pandemia ha fatto affiorare ancor di più i problemi della città, a volte nascosti o ignorati. In particolare ha fatto emergere le disuguaglianze ed il fatto che l’offerta dei servizi va differenziata per offrire pari opportunità a tutti. La immagino come “città che si faccia carico”, una comunità che prova a crescere guardando a tutte le sue componenti, a partire dalle più deboli che necessitano di maggiore sostegno. Ripeto sempre che la città cresce solo se cresce “tutta”. Al tempo stesso, la immagino come città che si relaziona con altri territori per condividere percorsi comuni e che valorizzi le proprie doti promuovendo sviluppo e crescita”.

Come è stata gestita l’emergenza Coronavirus?

“L’emergenza ci ha colto sicuramente impreparati, ma per fortuna la pandemia ci ha graziato, vuoi per il clima ed il minor livello di inquinamento rispetto al Nord o soltanto per l’immediata chiusura a cui i reggini si sono attenuti. Certamente le strutture sanitarie pubbliche presenti in città, così come quelle del territorio metropolitano, non disponevano di un adeguato numero di posti di terapia intensiva o semi intensiva, né di ventilatori e dispositivi di prevenzione. Così come la medicina territoriale, sempre più indebolita negli anni, non avrebbe potuto sostenere il peso di una pandemia… ricordiamoci che si voleva addirittura chiudere l’unico centro prelievi pubblico che poi, mantenuto, di fatto, ha analizzato gran parte dei tamponi. Vi sono state alcune iniziative di solidarietà, quali la “spesa sospesa” ed altro, ma nel tempo in cui si continuava a ribadire “tutti a casa” molta gente viveva in condizioni di difficoltà e si chiedeva “quale casa?” non essendosi, dopo vent’anni, sbloccata la procedura per l’assegnazione degli alloggi popolari. Infine, qualche strumentalizzazione politica della situazione si sarebbe potuta evitare, così come qualche polemica di troppo. Le difficoltà si affrontano insieme!”.

La pandemia ha colpito tutti i settori, da quelli economici a quelli più strettamente sociali, un dato è emerso chiaramente l’insufficienza strutturale, materiale e immateriale, delle scuole reggine. Cosa pensa si possa fare per dare una svolta?

“Con riguardo alle scuole primarie e secondarie di I grado penso che il Covid ci porti a rivalorizzare i quartieri, anche promuovendo nel contempo una mobilità “dolce” in alternativa al traffico di auto che intasa le città; sarebbe importante che gli alunni potessero disporre di scuole raggiungibili con facilità, a loro misura e, naturalmente, sicure. Un’urgente verifica e la razionalizzazione degli edifici scolastici è importante anche in considerazione dei recenti accorpamenti. Sarebbe utile anche conoscere i risultati raggiunti in città, in materia antisismica, con il Piano scuole sicure. Inoltre nella D.a.d. tutti i ragazzi devono poter avere pari opportunità e mi riferisco non solo ai pc, da distribuire a chi non ne dispone, ma anche alle connessioni. Si potrebbe anche valutare la possibilità di un wi-fi cittadino gratuito in alcuni quartieri e non solo sul lungomare. Gli asili nido comunali in città sono solo tre: questo dato dovrebbe essere oggetto di riflessione".

Il settore rifiuti è amaro protagonista delle cronache di questi giorni. Cosa si può fare per migliorare il servizio?

“Penso che in questo ambito non siamo stati lungimiranti, limitandoci a passare di emergenza in emergenza, sia a livello regionale che locale, senza una seria programmazione nè a breve, nè a medio e lungo termine. Si impone l’investimento in strutture alternative alle discariche (in Calabria, spesso, private) e volte al riciclo, al riuso, al compostaggio di comunità, a partire dal contesto cittadino per cercare di renderlo il più possibile autonomo. Servizi che potrebbero essere prestati da cooperative di giovani, disoccupati e inoccupati offrendo preziose occasioni di lavoro. Inoltre una buona differenziazione dei rifiuti ed una filiera ben organizzata consentirebbe di venderli ricavandoci dei proventi”.

Le periferie sono sempre più lontane dal centro, in qualità della vita e servizi offerti, crede sia stato fatto tutto il possibile o qualcosa c’è ancora da fare?

“No certo… potremmo fare ancora tanto, ripartendo proprio dalle periferie. Analizzando le potenzialità dei quartieri dovremmo cercare di riqualificarle restituendo dignità ai cittadini. Alle periferie vanno rivolte attenzioni e servizi maggiori, non minimali. Archi, dove vent’anni fa si teneva la famosa marcia anti 'ndrangheta, oggi ha onorato la città di Reggio Calabria con un Premio Oscar quale migliore attore Protagonista ed un premio Campiello: su quel territorio le realtà presenti hanno lavorato, costruendo solidarietà e cultura! Il quartiere di Arghillà, potrebbe divenire un giardino! Lì erano state previste distese di viti, ci sono i fortini ed il Parco Ecolandia. Mancano, però, opere di urbanizzazione e servizi e non si è posta la dovuta attenzione all’integrazione delle famiglie. Chi ha difficoltà va
accompagnato e non isolato, ne va favorito l’inserimento, a cui tutti possiamo contribuire. Chi ha avuto di più ha un dovere: quello della “restituzione!”.

Reggio Calabria e l'ombra del dissesto. Quali sono le motivazioni che la spingono a candidarsi?

“Reggio è una città strana, che in tornata elettorale rischia di dimenticare gli accadimenti. Siamo in questa difficile situazione economica a causa di gestioni a volte incompetenti, altre scellerate se non colluse. Ed oggi ne paghiamo il prezzo, con un Piano di rientro impegnativo che ha portato ad un’impennata della tassazione dei cittadini, peraltro, senza un ritorno in termini di servizi, come ad esempio nel settore idrico e dei rifiuti. Cittadini che, peraltro, non sono stati né accompagnati né coinvolti in un percorso partecipativo da tempo auspicato e richiesto (vedi il Bilancio partecipativo).

Oggi è necessario capire esattamente a quanto ammonta la massa debitoria e quali le fonti di copertura, per valutare la possibilità di proseguire nel Piano di rientro e sarebbe importante anche capire da chi sia composta la massa dei creditori e la ragione del credito degli stessi. Certo è che in un contesto democratico le responsabilità andrebbero individuate. Ho accettato la proposta di candidatura perché credo profondamente nella necessità di impegnarsi direttamente per la nostra città. Penso che un cambio di passo possa essere offerto solo da volti nuovi, liberi di decidere per il bene comune, con competenze acquisite e… coraggiosi.

Per questo ho deciso di mettere in gioco la mia persona e la mia storia. E’ quel dovere di restituzione di cui facevo cenno, anche nei confronti di quanti hanno contribuito alla mia formazione, ma in particolare lo è per la mia terra che amo profondamente nonostante le difficoltà ed i tradimenti che purtroppo non mancano”.

Dove l’economia soffre l’illegalità si diffonde e la ‘ndrangheta gestisce lucrosi affari, come ci si può liberare da questo giogo?

“Si è così e lo abbiamo sperimentato. L’autonomia economica è alla base della libera scelta e quindi di una maggiore resistenza alle proposte della criminalità organizzata. Dobbiamo puntare al lavoro, offrendo opportunità di indipendenza ai cittadini, con particolare attenzione ai giovani. Ormai siamo consapevoli, non più sprovveduti e sappiamo dove si colloca e come si muove la ‘ndrangheta in città. Bisogna fare muro insieme, per resistervi. Ognuno di noi deve fare il proprio dovere con correttezza ed onestà, senza privilegi e favori, operando i dovuti controlli e denunciando minacce ed ipotesi di reato. Unendosi, i rischi saranno minimi ed i risultati si vedranno. L’Ente locale può e deve sostenere gli imprenditori che lo fanno e star vicino a chi si ribella. Anche favorire la partecipazione dei cittadini può tutelare gli amministratori”.

Qual è la sua idea di città e quale sarà il futuro di Reggio?

“La mia prima sede di lavoro è stata Trieste, città di mare, mitteleuropea, di frontiera, con un porto operativo, una zona collinare a due passi ed una splendida costiera. Allora era considerata una città di anziani, mentre oggi è città universitaria, premiata con il titolo di “Capitale europea della scienza 2020”: è rinata! L’ho lasciata nel periodo della guerra di mafia, per Reggio. Una città, la nostra, che grazie ai doni ricevuti, può spiccare il volo. E non solo trattenere, ma far tornare, i suoi giovani! La immagino come città di cultura, centro del Mediterraneo, promotrice di pace e accoglienza, pulita ed organizzata, artefice di un nuovo sviluppo sostenibile che metta in rete mare e Stretto, monti e Parco Nazionale, prodotti tipici enogastronomici e turismo, musei e Bronzi di Riace, tecnologia e ricerca. E tanto tanto altro…”.

Parliamo adesso un pò di lei: un libro preferito, che tipo di musica preferisce? Ha degli animali? Qual è il suo piatto preferito? E la squadra di calcio del cuore?

“Non ho un libro preferito, mi piace leggere sia saggi che romanzi. Ascolto con piacere musica classica, rock e cantautori, senza tralasciare la musica popolare calabrese. Il mio gruppo preferito sono i Mattanza, perseguono da sempre obiettivi di livello anche nei testi. Non ho mai avuto animali, ma da qualche mese, mio figlio ha preso un cane: ho accettato la sfida: è stata una bella scoperta! Amo la buona cucina e cucinare per gli amici: tanti i miei piatti preferiti. Forse il pesce fresco, magari da mangiare guardando il mare. Tifo per la Reggina. E per la Nazionale italiana. Ho praticato la pallavolo a livello agonistico. Seguo la BIC, squadra cittadina di pallacanestro in carrozzina e sono orgogliosa della testimonianza che offrono: sono un portento!”.

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