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Politica

Elezioni regionali, candidati allo specchio: a tu per tu con de Magistris

ReggioToday ha intervistato i quattro aspiranti presidenti che si sfideranno il 3 e 4 ottobre per governare la Calabria. Ecco la sua coalizione civica

Il 3 e 4 ottobre si vota per eleggere il nuovo governatore della Calabria e i consiglieri regionali. ReggioToday ha posto domande precise sul programma elettorale, le stesse ad ogni candidato, per consentire ai nostri lettori di poter far un confronto e decidere così chi votare, liberamente.

Oggi secondo appuntamento, rigorosamente seguendo un ordine alfabetico, con il candidato Luigi de Magistris, sostenuto da sette liste civiche: de Magistris presidente; Uniti con de Magistris, Democrazia autonomia; Calabria resistente e solidale; Per la Calabria con de Magistris; Un'altra Calabria è possibile.

Il Sud, la Calabria non è un paese per giovani. Questa terra ha visto in questi ultimi anni un esodo di ragazzi, cervelli in fuga, partire in cerca di occasioni di lavoro. Dati alla mano rispetto al 1995, mancano nel Sud oltre 1,6 milioni di giovani e il peso percentuale della ricchezza prodotta dalle area meridionale del paese è passato dal 24% al 22% (fonte ufficio studi di Confcommercio). Dunque è grave crisi, qual è la sua ricetta per far ripartire la Calabria e dare il giusto ruolo ai giovani calabresi? 

"Noi siamo convinti che si possa realizzare in cinque anni la piena occupazione. La Calabria è una regione vasta, con meno di due milioni di abitanti, si può interrompere la desertificazione giovanile, e puntare sulle tante ricchezze e potenzialità di questa terra. Con particolare riferimento al turismo, alla cultura, alle attività produttive, alle ricchezze naturali immense, alla biodiversità, all’agricoltura, ad attività commerciali e artigianali. I giovani devono essere protagonisti, e non è mera retorica, così ho governato anche a Napoli, dove i giovani sono stati protagonisti dal punto di vista della partecipazione, della creatività, dentro gli assessorati. Infatti la mia giunta è stata composta per metà da giovani".

In questa situazione di “povertà” lavorativa ed economica, a soffrire maggiormente sono le donne schiacciate dal lavoro di cura. Qual è il suo programma per il welfare e le donne? 

"Non c’è dubbio che le donne paghino un prezzo molto alto anche in Calabria. Questo per la mancanza di politiche delle pari opportunità, contro le discriminazioni di genere, per il welfare. Anche qui porto l’esperienza di un’amministrazione che ha puntato in gran parte sulle donne, quindi un lavoro va fatto sia per la tutela, se pensiamo a quello che è accaduto in questi giorni, all’abominio dell’ultimo episodio di femminicidio. Ma anche ciò che accade per quanto riguarda la tutela dei luoghi di lavoro, per la sofferenza che è stata soprattutto durante la pandemia, e quanto le donne possono dare anche in questa fase, perché con il loro livello di approccio soprattutto etico in una fase di crollo morale di valori in questa regione, da un punto di vista politico, noi punteremo sicuramente, anche nel governo della Regione Calabria, in tutte le sue articolazioni, sul ruolo delle donne".

La Calabria è una terra bellissima ma, come abbiamo visto quest'estate con l'emergenza incendi, manca una visione del territorio e della prevenzione. Sappiamo anche che è una terra “ballerina” ad alto rischio sismico. Cosa farà, se eletto, per l'ambiente e la tutela del territorio? 

"Ambiente e tutela del territorio sono per noi sicuramente delle priorità, ma non sono le solite belle parole da campagna elettorale. Anche il modo con cui ho fatto il magistrato per tanti in Calabria,  proprio con indagini protese alla tutela del territorio, alla depurazione delle acque, su come venivano illecitamente smaltiti i rifiuti, i rifiuti tossici interrati nelle campagne calabresi, la devastazioni di interi pezzi di territorio, così come ho cercato di fare anche da sindaco di Napoli. Quindi punteremo sulla valorizzazione dell’economia circolare che ruota attorno alla valorizzazione del territorio. Porremo fine a politiche di saccheggio dell’ambiente, anche sul tema dei rifiuti. Penso alle politiche sulle discariche, ma anche all’inutile proliferare dei così detti parchi eolici, che ormai non servono quasi a nulla se non a devastare interi pezzi di territorio. Così come grande cura va data al territorio nelle sue fragilità, così come è stato per la montagna queste estatate colpite dagli incendi, il dissesto idrogeologico, delle coste, delle spiagge, delle fiumare, di tutti i luoghi completamente devastati. Quindi bisognerà investire in termini di denaro, di personale umano. Ma anche creare tantissimi posti di lavoro sulla difesa, sulla valorizzazione e sulla promozione e non invece un profitto criminale sull’emergenza creata ad arte come è stato per gli incendi dolosi di questa estate".

La pandemia ha reso tutti più vulnerabili ma il sistema sanitario calabrese fa acqua da tutte le parti: cosa farà per far recuperare livelli adeguati per la sanità calabrese? 

"Non c’è dubbio che una delle emergenze più critiche della Calabria sia la sanità, smantellata tanto dalla politica di centrodestra che di centrosinistra. Uno sperpero di denaro immenso, 75% del bilancio regionale destinati a un fallimento totale, 320 milioni di euro l’anno che vengono dati ad altre regioni. Il proliferare di interessi politici, malavitosi, corruttivi e mafiosi, a fronte di uno smantellamento degli ambulatori, dei consultori, ambulanze senza medici, telemedicina completamente assente, unità di assistenza domiciliare ridotte al minimo, chiusura dei centri per il disagio mentale, per la neuropsichiatria infantile, ospedali e reparti chiusi. Pochissimi medici e infermieri con un’età media molto alta. Ho raccolto testimonianze di persone che in Pronto soccorso non hanno trovato filo e acqua ossigenata, quindi siamo di fronte davanti a un vero e proprio assassinio di Stato. Perché quando le persone non si possono curare e arrivano dopo un tempo massimo non recuperabile in Pronto soccorso non è una morte naturale per arresto cardiocircolatorio ma è un assassinio".

Nei primi cento giorni del suo Governo quali saranno le priorità?

"Le priorità sono talmente tante che penso che la cosa più importante per cominciare sia formare una grande squadra. Una squadra di assessori di collaboratori stretti, di dirigenti apicali. Si capirà subito che formeremo una squadra di persone oneste, libere, competenti, coraggiose, autonome, esperte, in modo tale da scardinare quel sistema che ha ridotto a brandelli diritti essenziali e primari previsti dalla Costituzione in questa terra".


Le infiltrazioni mafiose nei palazzi della politica e negli affari sono da tempo agli atti della cronaca, come lascerà fuori i clan dalla sua amministrazione? 

"È la mia storia è che garanzia dell’impermeabilità totale a ogni forma di infiltrazione della criminalità organizzata. Conosco per aver fatto il magistrato tanti anni in Calabria, poi il sindaco, che la vera insidia è la borghesia mafiosa. Che penetra all’interno della politica e delle istituzioni, si veste di legalità formale, corrode le istituzioni, fa scempio dei diritti, e proprio attraverso il controllo della spesa pubblica, quel denaro pubblico che arriverà cospicuo nei prossimi mesi consolidano il proprio potere. Cioè il controllo del denaro pubblico significa consolidare quel patto criminale tra pezzi di politica, di istituzioni e di criminalità organizzata dei colletti bianchi. Questa è la ’ndrangheta da sconfiggere, quella che entra nel palazzo pubblico, controlla il denaro pubblico in modo da non realizzare diritti, ma consolidare bisogni, tramite il proliferare una popolazione di sudditi e accrescerne la rassegnazione".

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