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Commissione regionale pari opportunità

La presidenza De Blasio dura il tempo di una foto: insorge Fratelli d'Italia

Accordo politico saltato secondo la denuncia dei consiglieri regionali meloniani

E' durato il tempo di uno scatto fotografico l'incarico di Daniela De Blasio alla presidenza della Commissione regionale pari opportunità, in quota Forza Italia. Nella foto è insieme al presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e di Rosellina Madeo, nominata vice presidente della Commissione, espressione dell'opposizione. 

Fanno in tempo ad annunciare la prossima riunione fissata per lunedì 6 febbraio, ma a distanza di poco, ecco che Daniela De Blasio affida a Facebook la rinuncia all'incarico, mentre Fratelli d'Italia grida all'accordo saltato.

Daniela De Blasio scrive: “Non sono purtroppo nelle condizioni di accettare l’importante riconoscimento che la Commissione regionale per l’uguaglianza dei diritti e delle pari opportunità ha inteso attribuirmi con l’elezione a presidente dell’organismo. Il mio attuale lavoro a fianco della vicepresidente della Giunta regionale, Giusi Princi, tra le cui deleghe rientra anche quella alle Pari opportunità, richiede tempo e dedizione totale e per continuare ad assolvere al meglio la mia funzione è necessario un impegno esclusivo. Per tali ragioni sono costretta a rimettere l’incarico di presidente della commissione regionale, ringraziando tutte le componenti per avermi eletta e assicurando loro un fattivo sostegno nelle attività a servizio della nobile causa delle pari opportunità in Calabria e sempre a fianco di tutte le donne nel lungo cammino verso la parità”.

Il post di Daniela De Blasio su FbFratelli d'Italia non manda giù quanto accaduto e attacca gli alleati azzurri. Le ragioni le spiegano in una nota ma il consigliere Giuseppe Neri, presidente del gruppo consiliare di Fratelli d'Italia a Palazzo Campanella spiega a ReggioToday che “loro non hanno chiesto le dimissioni di Daniela De Blasio, certo è che adesso dopo la sua scelta di rimettere l'incarico penso che qualcuno ci chiamerà per discutere della cosa. Noi abbiamo spiegato le nostre ragioni nel comunicato stampa”. 

Ed ecco quello che dicono i consiglieri regionali di Fratelli d'Italia: “Secondo accordi pregressi, - spiegano Giuseppe Neri, Antonio Montuoro, Luciana De Francesco e Sabrina Mannarino - la presidenza avrebbe dovuto essere assegnata ad un componente di Fratelli d’Italia, e invece toccherà a Forza Italia. Il nostro partito ha sempre rispettato gli alleati, dimostrando lealtà nei confronti della coalizione di centrodestra. Ma in questa occasione non abbiamo potuto riscontrare la stessa correttezza, soprattutto da parte di Forza Italia che, ancora una volta, omette di ragionare in termini di coalizione, e tutela solo i propri interessi”. 

“Questa constatazione – specificano i consiglieri meloniani -  non è certo conseguente all’esigenza di tutelare la singola postazione, abbiamo dimostrato nei fatti che l’attaccamento alle poltrone non ci appartiene proprio. Questo non significa, però, che possiamo rimanere impassibili davanti alla manipolazione delle regole del gioco, alla geometria variabile di accordi che finiscono per sbilanciare rapporti interni alla coalizione senza tenere conto del peso specifico delle singole componenti”. 

“Ecco – concludono Neri, Montuoro, De Francesco e Mannarino – quello che chiediamo, semplicemente, è che Fratelli d’Italia abbia il giusto riconoscimento per quello che rappresenta nel Paese e nella Regione, in termini di percentuali a due cifre che descrivono lo spessore del nostro consenso e del radicamento in tutto il territorio. Pertanto, da questo momento in poi ci regoleremo di conseguenza, affinché la lealtà e la coerenza che hanno sempre contraddistinto Fratelli d’Italia restino un punto di forza per tutta la coalizione, e non ad uso e consumo di qualche singolo alleato per il proprio esclusivo tornaconto”.

Quanto accaduto a Palazzo Campanella evidenzia, dunque, come le nomine degli organismi, al di là dei bandi pubblici e dei curricula da inviare per l'assegnazione dell'incarico, restano solo scelte politiche e poltrone da occupare, una prassi che si perpetua da sempre e che forse sarebbe il tempo di cambiare...

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