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Lontani ma vicini, Reggio chiama Reggio e i giovani rispondono al confronto di Patto Civico

Il laboratorio politico ha promosso un incontro sulla cultura del confronto e della collaborazione tra i reggini "fuori sede" e coloro che abitano la città

L’Accademia di Filippo Cogliandro ha ospitato in una sala gremita di pubblico, la tavola rotonda "Lontani ma vicini. Reggio chiama Reggio… I giovani rispondono", promossa dal laboratorio politico Patto Civico. 

"L’iniziativa - spiega Maria Laura Tortorella - vuole essere un primo passo volto a promuovere la cultura del confronto e della collaborazione tra i reggini "fuori sede", i giovani in particolare, ma non solo,  e coloro che abitano la città, nell’intento di rinsaldare e ri-costruire quel legame forte tra chi è dentro e chi è fuori, attraverso storie, punti di vista, idee, prospettive e proposte per rendere questa città più vivibile e meno marginalizzata".

Per la responsabile di Patto Civico: "Una partecipazione responsabile, da più parti invocata, che offrirebbe la possibilità di sentirsi “parte” nonostante la lontananza, in una relazione che continua anche a distanza e nella convinzione che ognuno può offrire, pur lontano fisicamente, un apporto significativo e tangibile per la crescita del territorio. Ci piacerebbe invertire la tendenza che vede i giovani formati in questo territorio apportare significativi contributi in altri contesti, partendo dalla prospettiva che le nuove competenze acquisite e le esperienze vissute in altre realtà possano diventare osservatorio privilegiato per guidare e perché no provocare, “chi è restato” per la costruzione del bene comune".

Il Laboratorio, quale collettore delle proposte avanzate, "potrà favorirne la valutazione della sostenibilità e della concreta realizzazione. L’auspicio è che insieme si possa dar vita ad un percorso nuovo, frutto della collaborazione intergenerazionale, ma principalmente che preservi e valorizzi l’autonomia di pensiero e la fattività dei giovani, offrendo spazi di azione reali per consentire loro di divenire protagonisti della vita cittadina".

L’incontro ha preso spunto dalla recente pubblicazione delle “Anticipazioni del rapporto Svimez 2019 sull’economia e la società del Mezzogiorno”, dalle quali sono giunte inquietanti conferme: basti pensare che i cittadini stranieri iscritti nel Mezzogiorno provenienti dall’estero, nell’anno 2017, sono stati oltre 75 mila, mentre i cittadini italiani cancellati dal sud per il centro – nord e l’estero sono stati più di 132 mila.

Durante l'incontro sono intervenuti i relatori Angela Pugliese, Giorgio Muzzupappa, Davide Latella, Nicola Casile, Tommaso Versace, Stefano Spadaro, Silvio Velardi, Simona Miceli e Roberta Ziparo. Dal pubblico sono arrivate le testimonianze di Michele Logiudice, Carlo Rositani, Francesco Nicolò, Valentina Velardi, Paolo Nicolò, Giuseppe Critelli, Alessia Stellitano. Marco Pangallo ha mandato un contributo.

 E’ stato Davide a rompere il ghiaccio ed evidenziare l’originalità dell’approccio: “solitamente noi siamo dall’altra parte e voi adulti qui seduti… - ha detto - 180 mila giovani sono partiti dalla Calabria, perché? In Calabria si vive male, se ne avverte il disagio ed il malessere. Reggio è una delle ultime città per qualità della vita… a causa della ‘ndrangheta e di una classe politica inefficiente.” Si tratta – dice – di una vera sfida culturale. Interventi schietti e coraggiosi ma costruttivi e stimolanti. Tra le priorità avvertite negli intervenuti, per Tommaso è importante creare in città una rete stabile, una rete di giovani che propongono politiche non solo per i giovani ma per la città tutta, per confrontarsi e trovare soluzioni finalizzate a star bene “noi, tutti” e non solo “io”, lavorando sull’atteggiamento troppo competitivo ed individualista, perché per Simona "le idee valgono più dei soldi”, aprendoci di più ad altre realtà non solo reggine, creando alleanze innovative e trasversali

Angela sostiene che occorre "abbattere le barriere giovani-adulti e ricercando collaborazioni preziose per portare avanti battaglie importanti, chiedendo alla gente quali siano i veri problemi". Tante le provocazioni, pur trattandosi di un primo incontro: a partire dalla necessità di valorizzare le idee dei giovani (Giorgio) e prevedere spazi fisici dove poter incontrarsi, studiare, parlare e confrontarsi: dalle aule studio (Angela) agli spazi coworking, (Stefano) da una Casa delle Culture (Simona) fino alla realizzazione di un ostello (Stefano), immancabile in una città che vuole puntare sul turismo.

La Biblioteca comunale è funzionante ma con orari non compatibili con le esigenze degli studenti (Carlo). La necessità di recuperare e riportare al decoro spazi urbani come Il Tempietto che è in stato di abbandono; far vivere di più le piazze, con bar dove sedersi ed altro (Valentina). Le spiagge pubbliche cittadine come risorsa da valorizzare anche in vista di un turismo giovane, fra queste La Sorgente, dall’accesso assai difficoltoso e indecoroso (Carlo).

Incalzanti le proposte, ancora una volta si punta il dito sulla viabilità e la mobilità: intervenire sui trasporti, all’interno del contesto cittadino, di collegamento con la Coste jonica e tirrenica, con Gambarie d’Aspromonte, per e dalle principali città d’Italia e d’Europa (Silvio,
Davide, Alessia). I giovani vogliono poter spostarsi, partire ma anche tornare, con facilità, senza auto che inquinano, per preservare l’ambiente e ridurre i costi sociali, per incentivare il turismo quale fonte di rilancio del territorio, su cui investire. I giovani, reggini fuori sede e non, sono figli della generazione Erasmus e sostenitori di Greta. Evidenziano come manchi un’idea di “politica di futuro”: una politica che si occupi dei giovani del sud, capace di promuovere investimenti sostenibili a Reggio Calabria (Michele). Mentre si fa strada sempre più il percorso volto all’attuazione dell’autonomia differenziata, da parte delle regioni del Nord (Francesco), emerge la necessità di un Governo che punti al lavoro, all’impresa, all’ambiente ed alle energie rinnovabili.

Tra i suggerimenti quello di favorire la nascita di nuove imprese creando occasioni di confronto fra imprenditori, anche di fuori e di mettere in rete le realtà più vicine, come Messina, promuovendo una forte Area dello Stretto (Giuseppe). Dare fiducia ai giovani, fidarsi di loro concretamente, dandone prova tangibile, affidando loro spazi comuni anche in autogestione, magari in un bene confiscato (come suggerito da Tommaso) per favorire nuovi tempi e modi di incontro, più naturali, pensati a loro misura.

Evidenziano come sia fondamentale rafforzare il legame dei giovani fra loro e con la loro terra (Roberta), investire in “identità” per costruire una città che “ci permetta di partire, ma anche di tornare”, facendo conoscere maggiormente e valorizzando le nostre bellezze naturali (Nicola). Nel suo piccolo Nicola, guida del Parco d’Aspromonte, pur vivendo “fuori” da anni promuove percorsi di trecking, con albergo diffuso, con turisti che arrivano da tutte le parti d’Italia e dall’estero per visitare le nostre montagne, gustare i nostri cibi e valutare con occhi diversi le realtà sperimentate di persona. I giovani propongono di organizzare l’impegno (Alessia) senza aver paura di parlare di politica che “è occuparsi della città”, lasciando che siano altri a portarla avanti.

Giovani che non hanno timore a rilevare la presenza della ‘ndrangheta in città e che vogliono condividere il rischio di affrontare la realtà, insieme. Per cambiare la mentalità (Paolo) e sostenere un percorso volto al confronto che deve continuare (Angela). Ma noi adulti avremo il coraggio di dare loro fiducia? Di lasciarli fare?

Marco, che è dovuto ripartire prima dell’incontro, ha scritto dei pensieri “…penso che la mia città sia la più bella del mondo, non solo perché la sento mia, è di tutti noi, noi siamo la città… qualcuno si è mai chiesto perché partiamo? Perché anche una città grigia come Milano ci permette di sognare, di riporre speranze, che a volte diventano progetti, altre rimangono idee… proviamo a vedere gli altri come risorse e non come minacce, ad impegnarci quotidianamente… espanderci, allargare le nostre vedute senza sradicare le nostre radici”. Restare partire: da sempre il dilemma di questa terra. Il messaggio lanciato dai giovani alla tavola rotonda del 23 agosto apre ad una nuova via: lontani ma vicini

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