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L'intervento

Primarie Pd, Pellicanò: "La sinistra finalmente s'è desta"

Dopo l'elezione della neo segretaria Elly Schlein la riflessione dell'ex assessore comunale della giunta della Primavera di Reggio

"Ha perso il Pd! Il congresso del Partito democratico ha dimostrato plasticamente, inconfutabilmente quanto sia goffa, in ritardo, sfilacciata la politica - afferma Demetrio Pellicanò, ex assessore della giunta del sindaco Italo Falcomatà, - rispetto alla società civile, sempre più avanti, con passo diverso e visione più calzante. La sinistra, quella rinunciataria, quella del gran rifiuto, quella che aveva disertato le urne, sfidando la storia e la tradizione, finalmente s'è desta, s'è alzata all'impiedi piombando come un tornado sulle macerie di un partito agonizzante, facendo calare il sipario, anzi il sudario su una classe dirigente fine a se stessa, autoreferenziale, tronfia, incolta e senza ideali. Non ha vinto la Schlein, ha perso il Pd e la sua nomenclatura".

"Ha vinto la voglia di cambiare, di spazzare via gli apparati, la burocrazia di partito, ha vinto la forza inarrestabile di un vento impetuoso  - continua Pellicanò - che ha spalancato porte e finestre, mostrando quanto fosse fragile e nudo il re. Attenta Schlein! Forse è l'ultima fermata dell'Orient Express : o si cambia nel profondo, alla radice, senza pannicelli caldi o si muore. I circoli, vale a dire la struttura, gli apparati, le clientele, i salotti, i padroni delle tessere, avevano investito su altri candidati, illudendosi che anche stavolta il Gattopardo avrebbe avuto la meglio, lasciando tutto come prima, nella scontata, spontanea riproduzione per partonogenesi. Il diavolo, fabbrica le pentole, ma sovente dimentica di costruire i coperchi. E stavolta i coperchi si chiamano rabbia, sdegno, sconcerto, voglia di rovesciare tutto, anche a costo di buttare via il bambino insieme all'acqua sporca".

"Ora, possiamo dirlo, per la sinistra c'è un prima e un dopo. Un prima fatto di cinismo, di strategie per occupare posti e prebende, - aggiunge Pellicanò -  lontano dal sentimento popolare, dalla passione civile, sprezzante verso quel blocco sociale fatto di bisogni, di disperazione, di emarginazione che il PD, ipocritamente ha sempre detto di voler rappresentare. E il dopo? Il dopo è nelle mani di Schlein. Una figura come la neoeletta non mi scalda né il cuore né la mente, della sua vittoria mi rincuora, questo sì, la delegittimazione di una classe dirigente governista, rinserrata tra le mura del palazzo, incapace di capire e prevedere cosa le stesse girando intorno. I prossimi giorni ci diranno se la Schlein sarà in grado di sottrarsi al giogo delle correnti, alla forza dello status quo".

"Ci diranno se saprà parlare ai territori, se avrà il coraggio di scardinare le vecchie sedimentazioni, se avrà cura di promuovere il merito, le energie più fresche, i talenti, in un rapporto sempre più stretto, sempre più simbiotico con le ragioni, le passioni, il sentimento popolare di una sinistra moderna, solidale e riformista. Incominci dalla Calabria, - conclude Demetrio Pellicanò - dove sono più forti e acuti i bisogni esistenziali, dove è più forte, più avvertito il bisogno di rappresentanza. E se può dia uno sguardo a Reggio Calabria, ormai, simbolo di abbandono e di perenne commissariamento istituzionale".

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