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Regionali, De Magistris getta benzina sul fuoco nella casa Pd

Il candidato governatore affonda il colpo: "Ho rotto gli equilibri ma non c'entro nulla con la scelta di Irto, le mura del Pd sono lesionate"

"Qualche tempo fa il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, nel rassegnare le dimissioni dalla segreteria del suo partito, disse che fra le motivazioni c'era il fatto che il Pd si occupava più di poltrone che dell'interesse degli italiani. Nicola Irto, uomo di punta del Pd calabrese, giovane, anche radicato in una parte del territorio calabrese, si ritira dicendo che è in atto una lotta tra feudi, e lotta tra feudi significa una lotta in definitiva fra bande politiche che hanno come obiettivo tutt'altro rispetto all'interesse del popolo calabrese. Ecco perché, dunque, ritengo che qualsiasi candidatura, anche quella che possa sembrare una riverniciatura, non potrà sortire nessun effetto positivo perché le mura di quel partito a livello politico regionale sono completamente lesionate. E questo va anche a scapito dei tanti militanti, funzionari, amministratori e riferimenti che in quel partito non corrispondono ai vertici del partito a livello regionale".

A dirlo all'Adnkronos è Luigi de Magistris, candidato alla presidenza della Regione Calabria. "Non credo di essere io la causa del ritiro della candidatura di Irto - aggiunge de Magistris -, sicuramente ho rotto gli equilibri, stiamo mettendo in difficoltà il partito unico della spesa pubblica e del trasversalismo che ha caratterizzato negli ultimi 40 anni la regione Calabria a livello politico. Provenzano non mi ha mai cercato, non l'ho sentito e non lo vedo da tanto tempo, quindi la notizia è destituita di ogni fondamento".

Quanto alla possibilità che possa partecipare alle primarie, de Magistris spiega: "Non c'è nessuna possibilità che io possa partecipare alle primarie perché non faccio parte del Pd. Noi siamo alternativi al ceto politico regionale che il Pd in questo momento esprime in Calabria".

De Magistris, infine, non chiude la porta agli elettori del centrodestra: "Parliamo anche a loro. Il voto è tra liberà e sudditanza".

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