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Sabato, 27 Aprile 2024
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Stop pallavolo, Aragona: “Difficile tornare in campo senza garanzie a famiglie e club”

L’intervista di ReggioToday al direttore sportivo Peppe Aragona della Costa Viola Cenide, impegnata prima del coronavirus nel campionato di Serie C. Per il ds “le decisioni federali non sono discutibili, che non si poteva riprendere a giocare era ovvio"

Stop di ogni ordine e grado con annullamento dei campionati. Un fulmine che ha colpito l’intero movimento pallavolistico italiano nelle scorse settimane. La dura decisione della Federvolley ha chiuso anzitempo i sogni di gloria di tutte le squadra e gli obiettivi delle varie società.

Aragona Peppe-2ReggioToday ha deciso di rilevare gli effetti del provvedimento sulle realtà locali di pallavolo. Dopo aver intervistato l’allenatore Rocco Battaglia, i nostri microfoni hanno raggiunto il direttore sportivo della Costa Viola Cenide Peppe Aragona (in foto). La compagine villese ha militato, nella stagione 2019-'20, in Serie C femminile ed era pienamente in corsa per gli ambiti playoff promozione.

Come avete preso la decisione dell’annullamento generale?

“Ho seguito delle videoconferenze con gli organi federali, proprio ieri si è svolta una riunione a cui ha partecipato il presidente provinciale Panuccio, quello regionale Sestito e il vice presidente nazionale Manfredi. Normale che c’è un amaro in bocca con questa situazione. Il campionato non l’hanno annullato ma chiuso, è fermo all’ultima data. Per noi, che quest’anno avevamo una squadra in piena corsa per la promozione, l’amaro è doppio. Che non si poteva riprendere a giocare era ovvio e le decisioni federali non sono discutibili. Individualmente ogni società ragiona in base ai progetti, nel nostro campionato il rammarico maggiore ce l’hanno le prime quattro squadre che potevano lottare per i playoff. Danno relativo per le altre."

Quali ripercussioni avrà questa decisione nei vostri piani futuri? 

“Noi avevamo allestito una squadra per il salto di categoria. Faremo di tutto per partecipare al prossimo campionato di Serie C o a quello che ci prospetteranno, senza togliere la chiara perplessità legata ai costi che ci saranno per affrontare a livello di sponsor o altro. Che tipo di campionato andremo a fare sarà dettato dal futuro in base a quelli che saranno i fondi da reperire con tutte le difficoltà economiche delle aziende. La federazione, come è stato confermato dalla videoconferenza di ieri, darà un aiuto nelle loro competenze come tasse e iscrizioni ad esempio. È, comunque, una percentuale molto bassa, non farà la differenza perché la maggior parte delle squadre vivono di introiti di settori giovanili o altro. Per il futuro bisogna capire se gli sponsor attuali continueranno o ne arriveranno altri, se disposti ad investire nello sport.

La federazione non potrà  prendere decisioni autonomamente ma sarà legata a quanto dirà il Governo. Siamo condizionati dal ministero dell’istruzione perché pratichiamo attività nelle palestre scolastiche e lo senario è complesso. Se non puoi andare a scuola non potrai fare sport a pieno regine e anche le nostre attività saranno condizionate. Si paventava la necessità di sanificare le strutture ad ogni turno. La scuola sanifica, poi anche la nostra società lo dovrebbe fare prima e dopo. É solo un’ipotesi, ma a mio avviso non torneremo più in palestra se non a seguito dell’uscita di un vaccino. 

Sono convito che sia per il settore giovanile ma anche per la prima squadra sarà difficile tornare in campo se non si danno garanzie alle famiglie o a chi deve praticare sport. Sia per i genitori che non  manderanno i figli, ma anche per noi società che se non siamo certi non possiamo prenderci responsabilità. 

Cercheremo di fare la squadra e non mollare questa passione che abbiamo da tantissimi anni. Un peccato non poter lottare per il salta di categoria nell’attuale stagione, eravamo tra le candidate alla promozione. La voglia di ricominciare c’è. Siamo pronti a tutto, valuteremo se ci chiamano di fare una categoria superiore come ogni altro scenario, anche inferiore se non ci sono i costi.”

Vi state tenendo in contatto con le giocatrici?

“Fino a quando c’era una minima speranza di riprendere il campionato, le atlete avevano delle schede concordate con l’allenatore e svolgevano allenamenti individuali in casa. Una volta chiusa l’annata, la prima squadra si è fermata. Rimangono i rapporti e la comunicazione, abbiamo tanta voglia di rivederci ma a livello sportivo è finita e non c’era motivo di continuare.”

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