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Venerdì, 26 Aprile 2024
Guerra Russia-Ucraina / Locri

Accoglienza, due pullman partiti dalla Locride per andare a prendere i profughi

Si moltiplicano le iniziative a sostegno del popolo in fuga dalla guerra

Non solo veglie di preghiera. Il mondo cattolico, in queste ore di guerra tra Russia e Ucraina, si sta mobilitando per portare aiuti concreti alla polazione colpita. Così ecco che la diocesi di Reggio ha già dato ospitalità alle prime famiglie provenienti dall'Ucraina. Due famiglie, con bambini, sono state accolte grazie all'azione solidale della Caritas e delle realtà di prossimità locali. Sin da subito don Antonino Iannò e don Francesco Megale si sono attivati.

Famiglie in fuga dalla guerra e secondo alcune stime si pensa che i profughi di questo conflitto protrebbero arrivare fino a dieci milioni. Persone che, improvvisamente, hanno dovuto lasciare le proprie case, portando via solo qualche indumento pesante, gli animali domestici cercando di arrivare a piedi, o con mezzi di fortuna, ai confini dei paesi vicini. 

Poi capita però che la forza della solidarietà porti una delegazione di volontari a partire per andare a prendere donne, bambini, famiglie sfollate. Così ecco che dalla Diocesi di  Locri Gerace è partita l'altro giorno una delegazione, guidata da don Piero Romeo e don Giuseppe Alfano, con due pulman privati, e sono arrivati al confine con Ucraina per prendere e portare in Italia molti profughi che sono salvi e verranno accolti nella diocesi.

Come accogliere i profughi 

La Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova ha diffuso una comunicazione rivolta a famiglie, gruppi, associazioni e parrocchie del territorio spiegando come accogliere i profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. 

Nello specifico, dalla Caritas elencano tre condizioni necessarie per accogliere sì in autonomia, ma rispettando i protocolli in vigore. In primis, si tratta di rispettare le norme anti-covid ed effettuare un tampone all'arrivo dei rifugiati. Va, perciò, predisposta la quarantena prevista dalla legge per verificare lo stato di salute degli accolti e procedere alla profilassi vaccinale.

A tal proposito - ed è il secondo punto consigliato da Caritas - occorre mettersi in contatto con l'Asp richiedendo il codice STP per accedere alle visite mediche. 

Terzo suggerimento riguarda la dichiarazione della presenza dei profughi alla Questura locale (entro 48 ore dal loro arrivo) nonché avviare una linea di informazione con Prefettura e Comune.

Inoltre, al momento, non è possibile accogliere in autonomia minori non accompagnati. Su questo versante si è attivata una rete istituzionale composta da Tribunale per i minorenni, Comune e Prefettura di Reggio Calabria.

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