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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il futuro del Tito Minniti

Aeroporto dello Stretto, ottobre ultima chiamata per i nuovi bandi

Attesa per la gara con le agevolazioni di stato, che dovrebbe arrivare a giorni pena la perdita dei prossimi piani stagionali delle compagnie

Sono giorni di attesa per l'aeroporto Tito Minniti, lasciato in sospeso con la promessa dell'arrivo di nuovi vettori, prima tra tutte la regina delle low cost Ryanair - che già dal 2018 è un sospirato miraggio dello scalo reggino con le sue lusinghe di prezzi competitivi. E' di pochi giorni fa l'ultima rassicurazione del governatore Roberto Occhiuto sui bandi per gli aeroporti calabresi quasi pronti, ai quali Ryanair potrebbe partecipare dando un seguito concreto alla volontà di volare a Reggio, espressa rispondendo alla manifestazione d'interesse esplorativa indetta dalla Regione. Che non è un impegno, ma una generica intenzione. Nè una vittoria blindata nel futuro appalto.  

Ribadendo questa premessa, la presenza di Ryanair e altre compagnie a basso costo nell'aeroporto dello Stretto ad oggi continua a trovare due barriere granitiche: le restrizioni per la pista 33 e il ritardo nella pubblicazione dei bandi. In sintesi, tutto è fermo, esattamente al punto in cui un mese fa il vettore irlandese ha risposto alla manifestazione d'interesse proponendo otto rotte su Reggio Calabria. 

Ottobre ultima chiamata per le rotte della stagione primaverile

Ottobre è l'ultima chiamata, una vera e propria deadline per le programmazioni stagionali delle compagnie aeree, e se passerà altro tempo sarà troppo tardi per aggianciare voli in primavera. A proposito di Ryanair va però detto che in questi giorni è stato presentato l'operativo per i prossimi mesi con proiezione a marzo 2024 (dove la Calabria figura, ma è solo Lamezia). Il presidente Occhiuto aveva parlato di un esordio dell'azienda del ceo Wilson al Tito Minniti ad aprile, quindi l'ipotesi resta attualmente valida. Occorre però fare presto, perché i bandi (per un importo complessivo di 120 milioni, di cui 30 per l'aerostazione reggina) sono ancora nella fase del vaglio autorizzativo di Bruxelles. Ottenuta l'approvazione della misura di aiuto da parte della Commissione Europea, la gara per le nuove rotte potrà essere pubblicata e a quel punto sapremo chi parteciperà e soprattutto quali compagnie se la aggiudicheranno. 

L'altro ostacolo all'annunciato investimento delle low cost su Reggio sono le limitazioni che, come è noto, Enav ha confermato poche settimane fa aggiornando le carte aeronautiche Aip (in vigore da novembre). Per il Tito Minniti non è cambiato nulla, e se dalla Regione si è in questi mesi sbandierato l'impegno del Mit per "liberare" l'aeroporto dello Stretto entro fine anno, è chiaro che eventuali novità in merito dovranno essere legate a variazioni delle caratteristiche della pista e dello stesso scalo. In atto non ce ne sono in vista fino a dicembre: il masterplan, che comunque riguarda le aree a terra, non è stato ancora presentato, e per le procedure di avvicinamento alla pista Enac sta studiando soluzioni tecniche per ammortizzare la pericolosa curvatura che rende indispensabile un addestramento preventivo e specifico. Nel passato una sperimentazione simile è stata giudicata fallimentare.

Gli scenari delle restrizioni con le carte Aip aggiornate senza cambiamenti

Cosa farà dunque Ryanair? Parteciperà al bando pur sapendo che dovrà cambiare le proprie procedure interne per addestrare i suoi piloti, come finora non hai mai voluto fare? O aggirerà il divieto basando un aeromobile al Tito Minniti? Soluzione, questa, che dovrebbe essere però blindata da una vantaggiosa analisi costi benefici, perché il mezzo deve volare abbastanza per coprire la spesa anche dell'equipaggio (che a sua volta bisognerà sia numericamente adeguato). Viene da dire troppa grazie per Reggio Calabria, ma speriamo di essere smentiti.

L'ingegner Michele Buonsanti, esperto che ha partecipato all'incontro illustrativo del masterplan, ribadisce un'idea di cui è fermamente convinto: "Le restrizioni non sono il male assoluto, sono una indispensabile garanzia di sicurezza. E non sarà mai possibile rimuoverle del tutto perché l'orografia e le condizioni atmosferiche della zona aeroportuale richiederanno sempre forme di addestramento qualificato. Nessuno si prenderà la responsabilità di eliminarle e creare situazioni di rischio, ed è giusto". Anche se si riuscissero ad applicare le procedure tecniche a cui sta lavorando Enac. "Si tratta - precisa Buonsanti - di uno studio appena iniziato, e servirà almeno un anno di tempo. Inoltre le compagnie dovranno sperimentare ogni azione con voli di prova". 

Aprile è più vicino di quel che sembra, insomma, per il sogno Ryanair. Ma Michele Buonsanti è tra le voci di dissenso verso un progetto di aeroporto reggino delle low cost. "Alla città e al suo bacino di utenza - dice - serve l'affidabilità di una grande compagnia di bandiera che colleghi agli scali da cui poi si può andare ovunque. Da Reggio si deve poter raggiungere ogni parte del mondo, e anche analizzando le rotte proposte da Ryanair abbiamo destinazioni che non ci servono e penalizzate nella rete delle coincidenze con altri aeroporti. Abbiamo visto come succede, basta un ritardo e si resta bloccati". I nuovi bandi tra l'altro non sono terra di conquista preventiva del vettore irlandese superstar. "Il timore fondato - conclude Buonsanti - è che la politica voglia dirottare altrove, cioè a Lamezia, Ita Airways e lasciare qui soltanto le piccole compagnie, poco affidabili. Come è già accaduto, quando finiranno i soldi ci saluteranno". 

A proposito di reali esigenze dei viaggiatori dello Stretto e della provincia reggina, Ita Airways ha appena modificato gli orari dei voli per Milano Linate, come richiesto dal comitato dei pendolari. Anticipandoli di mezz'ora: un cambiamento che non serve a niente e non consente andata e ritorno in giornata, evitando costosi pernottamenti a chi non risiede nel capoluogo lombardo ma ha esigenze di lavoro. Un altro esempio di come, all'atto pratico, l'aeroporto Tito Minniti si sia inesorabilmente ridotto ad essere un contenitore vuoto. Ecco perché non si crederà più se non ai fatti.  

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