rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
L'iniziativa / Gioia Tauro

Affido, il coordinamento regionale delle associazioni chiede di cambiare rotta

Richieste e criticità sono state esposte durante l'iniziativa pubblica tenuta a Gioia Tauro con l'intervento di rappresentanti istituzionali

E' stata un'occasione perduta la defezione dei rappresentanti della Regione nell'iniziativa pubblica organizzata presso biblioteca del comune di Gioia Tauro, che ha ospitato l’incontro del coordinamento regionale delle associazioni che si occupano di affido in Calabria. Ma le associazioni aderenti al coordinamento (M’Ama, Meta Cometa, Centro Comunitario Agape, Forum Associazioni Familiari, Maslow, Giovanni XXIII, Centro Emmaus) non smetteranno di cercare un confronto perché l'evento è stato svolto, come si spiega in una nota, "proprio per denunciare le inadempienze che su questo fronte i vari governi regionali di diverso colore hanno accumulato e che nelle diverse legislature non hanno costruito un sistema di protezione sociale dell’infanzia abbandonata" in particolare per realizzare, come prevedevano le linee guida che la Regione si era data già nel 2007, un sistema organico di accoglienza dei minori che chiedevano il diritto a vivere in una famiglia.

Per dare una scossa a questo immobilismo queste associazioni calabresi, che si occupano di affido, hanno deciso di coordinarsi con un duplice scopo: offrire a tutte le famiglie calabresi interessate ad aprirsi a questa preziosa forma di solidarietà dei punti di riferimento per essere informati e accompagnati in questo difficile percorso e diventare interlocutori delle regione, comuni con i loro ambiti,dei due tribunali per i minorenni per avviare un dialogo ed una riforma di questo sistema di accoglienza.

L’incontro, coordinato da Claudio Venditti del Forum associazioni familiari, ha visto i saluti del sindaco Aldo Alessio e del vescovo di Oppido-Palmi Francesco Milito, che ha seguito tutti i lavori ha salutato come un segno di speranza per i minori la scelta di tante associazioni che hanno deciso di fare rete, un autentico cammino sinodale per crescere insieme come Chiesa e come società civile ha apprezzato e incoraggiato molto l’iniziativa.

La magistrata Minorile Mirella Schillaci del tribunale per i minorenni di Reggio ha poi sottolineato la necessità di avere famiglie di appoggio per i minori che superano i dieci anni di età o che hanno delle patologie e di lavorare tutti insieme per recuperare il valore dell’affido come atto di donazione diverso da quello della scelta adottiva e si è impegnata ad aprire in tempi brevi un tavolo con le associazioni del coordinamento per avviare dialogo e collaborazione. I rappresentanti del coordinamento, Geri Bantel, Marco Corapi, Marco Dato e Mario Nasone hanno chiesto con forza investimenti di risorse economiche ed umane per evitare che la Calabria, anche in questa occasione, sia fanalino di coda nelle scelte di politica sociale e ricordato che, “l’infanzia abbandonata è la parte più debole ed indifesa e non ha lobby e comitati d’affare che la possano tutelare. Per questo è importante che trovi cittadinanza e risposte dalle Istituzioni Politiche e dalla società tutta. Tutto questo è oggi fortemente a rischio e si avverte la necessità di individuare insieme strategie per ridare dignità alle persone (a partire dai più piccoli e vulnerabili, ma anche alle famiglie oggi sempre più fragili) e sostenere l’esigibilità dei diritti”.

Si legge ancora nella nota: "Le associazioni che si occupano di affido e adozione sono volontari che hanno un ruolo importante nel progetto di affidamento; non vanno considerati come utenti o semplici fornitori di elenchi di famiglie disponibili, essi devono essere riconosciuti come interlocutori dagli operatori dei servizi socio-assistenziali e sanitari, dai giudici minorili. Ciò significa - continua il comunicato - che gli affidatari e le associazioni devono essere preparati, valutati e supportati nello svolgimento dell'affido, ma anche ascoltati dagli operatori e dai giudici minorili prima di prendere decisioni significative sul bambino o sul ragazzo loro affidato: è con loro che lui vive".

Le associazioni del coordinamento, che intende allargarsi anche ad altre realtà, offrono la disponibilità alla co-progettazione per la creazione dei centri affido sui territori. Importante ai fini di una comunicazione efficace – sostengono le associazioni – è la predisposizione di un vademecum per rafforzare servizi sociali e che comprenda percorsi formativi, per declinare competenze e indicazioni specifiche per interventi in situazioni di criticità a tutela dei minori. Altri punti che le associazioni evidenziano, è di facilitare l’accesso dei bambini in affidamento ai nidi oltreché la cultura dell’accoglienza e dell’affido nelle scuole, l’iter dei permessi di soggiorno per bambini affidati extracomunitarie i viaggi all’estero per i ragazzi in affido, soprattutto riguardo agli scambi scolastici questi temi allora è necessario ritrovare sinergie, e da qui ripartire per continuare a sostenere il diritto dei bambini e dei ragazzi a crescere in famiglia.

Sono poi intervenuti il sindaco di Scido Giuseppe Zampogna anche nella qualità di presidente dell’associazione dei sindaci della Piana di Gioia Tauro "Città degli Ulivi", il garante dell’infanzia di Gioia Tauro Antonuccio e il vice sindaco di Gioia Tauro con delega alla politiche sociali Carmen Moliterno, dai quali sono venute proposte importanti utili a rafforzare gli ambiti territoriali.

Tanti altri i contributi durante l'iniziativa. Pino Varacalli dell’Anci Sanità ha ricostruito il difficile cammino della riforma dl welfare in Calabria e le difficoltà di risorse dei comuni. Sonia Bruzzese, referente ufficio dI Piano Caulonia dell’ambito territoriale di Caulonia, ha raccontato il lavoro avviato per costruire un centro affido nonostante le gravi carenze di organico e la mancanza di integrazione tra sociale e sanitario; Francesca Mallamace dell’ordine degli assistenti sociali ha ulteriormente accentuato l’importanza della figura dell’assistente sociale collante tra famiglia, istituzioni, rete associative e chiesto un maggiore sforzo ai Tribunali per i Minorenni di velocizzare le pratiche per la definizione dei provvedimenti di tutela; Carla Sorgiovanni di Save The Children ha portato un dato inquietante: in Calabria un minore resta collocato in centri residenziali in media quattro anni a fronte di uno a livello nazionale, tempi che sono insopportabili per la crescita dei bambini che poi in età più avanzata fanno fatica a trovare una famiglia affidataria o adottiva. Infine Giuseppe Marino delle Camere Minorili e giudice onorario del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria ha confermato la volontà di intensificare i momenti di formazione per la specializzazione dell’avvocatura minorile anche alla luce della nuova riforma Cartabia.

"La mancata presenza di rappresentanti della regione all’incontro sottolineano le associazioni - è stata una occasione persa per ascoltare i vari attori istituzionali e sociali, ma può essere recuperata". E ricordano come nell’incontro avuto in precedenza dal coordinamento con l’assessore regionale Emma Staine si sia concordato come primo atto di istituire un tavolo regionale con tutti gli interessati per rilanciare affido e adozione in Calabria e avviare un monitoraggio sui minori che vivono fuori della famiglia. "Questo - concludono le associazioni organizzatrici – è un primo passo significativo che può produrre finalmente quel cambio di rotta auspicato".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Affido, il coordinamento regionale delle associazioni chiede di cambiare rotta

ReggioToday è in caricamento