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Lavoro / San Gregorio

Alival chiuderà a marzo, ma si potrà scegliere il trasferimento al Nord

Firmato a Milano l'accordo per salvare i 49 dipendenti del caseificio di San Gregorio, che potranno anche accettare un esodo agevolato

Alival spa, la chiusura è confermata ma i posti di lavoro non si perderanno. La vertenza del caseificio di San Gregorio (di proprietà della multinazionale francese Lactalis come tutti i siti produttivi del gruppo Nuova Castelli) registra una svolta dopo il tavolo di concertazione tenuto mercoledì scorso a Milano, dove è stata confermata la chiusura dell'impianto ma con una notizia di salvezza per i 79 dipendenti reggini.

Che non resteranno senza lavoro, a meno che non siano loro a rifiutare la proposta di ricollocazione nelle altre sedi del gruppo, che si trovano in Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Sicilia ma soprattutto in tre stabilimenti lombardi della Galbani. Anche nel caso in cui i lavoratori non aderiranno alla mobilità, avranno l'alternativa di un esodo agevolato.

San Gregorio è l'unico caseificio calabrese dell'azienda e uno dei tre interessati dalle dismissioni insieme a Ponte Buggianese e Borgo Santa Rita, oltre che quello con il maggior numero di lavoratori a rischio, sul totale di 149. In realtà i posti individuati per i trasferimenti nello stesso gruppo Nuova Castelli-Lactalis sono 29, ma è stata assicurata la ricollocazione di tutti i 149 dipendenti grazie alla disponibilità di Galbani, che assorbirebbe il restante personale e con uno scenario stipendiale e di prospettive professionali molto positivo per i lavoratori che faranno parte degli organici di Casale Cremasco, Certosa e Corteolona.

L'accordo: contributi alla mobilità o esodo agevolato 

La situazione non è semplice, ma dopo mesi roventi l'azienda ha finalmente mostrato la buona volontà di improntare la trattativa con i sindacati (alla riunione c'erano rappresentanti di Unione Italiana Food, Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil e componenti delle Rsa-Rsu) a una gestione socialmente responsabile della crisi con un piano di riassorbimento interno delle unità degli stabilimenti in chiusura. In particolare, il trasferimento nelle sedi disponibili sarà favorito da incentivi e agevolazioni.

La deadline è il 30 marzo 2023: a quella data il caseificio reggino, insieme agli altri due dismessi, chiuderà i battenti e lavoratori e lavoratrici saranno posti di fronte a una scelta tra spostarsi o accettare il licenziamento. A chi, spostato a più di 50 chilometri di distanza dall'attuale sede, sceglierà il trasferimento, sarà garantito un sussidio per il fitto di 9000 euro suddivisi in tre anni più un contributo spese forfettario aggiuntivo di 3000, e un rimborso ulteriore per le spese di trasloco e sistemazione del nuovo alloggio, per un totale non superiore ai 19.000 euro lordi. Prevista anche un'opzione senza cambio di residenza con bonus di 5000 euro spalmato mensilmente sullo stipendio per un massimo di quattro anni, ma è evidente che questa soluzione è plausibile soltanto per i lavoratori delle altre due sedi, che si trovano nella provincia toscana, mentre i reggini, ovunque lontanissimi da casa, non potrebbero mai lavorare come pendolari. 

La procedura di crisi si aprirà non oltre il 20 settembre. Si potrà aderire al piano con espressa richiesta entro il 5 novembre e risposta dell'azienda entro la fine dello stesso mese e la stima dei sindacati territoriali è che lo faranno il 30 per cento dei dipendenti di San Gregorio.

Gli altri saranno licenziati ma, se non si opporranno al provvedimento, potranno beneficiare di una somma di 32.000 euro per rendere meno dolorosa l'uscita dall'azienda. Non solo. Lactalis si impegnerà ad assistere per un anno questi ex dipendenti in un percorso di orientamento per creare possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro anche al di fuori del gruppo. L'outplacement, a carico dell'azienda, sarà affidato alla società specializzata Intoo.  

Sindacati soddisfatti ma si continua a lavorare per il nuovo acquirente

La componente sindacale è soddisfatta dell'accordo e assicura uguale sostegno non solo per chi aderirà al piano ma anche per coloro che non possono o vogliono spostarsi a migliaia di chilometri da casa. Le istituzioni locali restano sempre in campo per valutare un nuovo investimento imprenditoriale sullo stabilimento di San Gregorio. Non solo per consentire ai lavoratori (molti dei quali hanno qui una carriera trentennale) di restare a lavorare a Reggio, ma per evitare l'ennesimo spopolamento nel polo industriale sud reggino, nel quale il caseificio Alival rappresenta un fiore all'occhiello con importanti specificità, come la produzione della mozzarella di specialità territoriale garantita (stg).

Sorto nel 1985 - allora si chiamava Caseificio Pratticò, poi sarebbe diventato Fattorie del Sole - negli anni è diventato un'eccellenza artigianale mantenendo faticosamente i livelli occupazionali di maestranze che per proseguire l'attività hanno accettato turni di lavoro massacranti e accordi di solidarietà con rinuncia a rilevanti spettanze. 

Antonino Zema, segretario generale aggiunto Fai Cisl Reggio, presente al tavolo milanese insieme al segretario generale reggino Romolo Piscioneri, commenta: "Siamo soddisfatti, è un risultato insperato rispetto ai precedenti incontri".

Qual è lo stato d'animo dei lavoratori reggini? "Sono certamente sollevati - dice Zema - e le nostre previsioni adesso sono dell'adesione di tutti quei dipendenti che non superano i 35 anni e hanno figli piccoli, intenzionati a spostarsi con le famiglie. Tutti guardano soprattutto agli scenari della Galbani, un'azienda solida e che offre garanzie sia come livello di stipendio che per il futuro, anche perché quegli stabilimenti sono geograficamente strategici per chi dovesse trasferirsi in quella zona".

Diversa sarà la decisione per i lavoratori più anziani, che probabilmente in un'ottica di avvicinamento alla pensione sceglieranno l'esodo con l'incentivo di 32.000 euro. "Ogni singola situazione - spiega Zema - sarà oggetto di attenzione da parte nostra perché tanti dipendenti si sono radicati, hanno una vita strutturata, famiglia e un'età che consente valutazioni diverse".

L'importante risultato di Milano non ferma l'impegno di sindacati e istituzioni per un nuovo acquisto dello stabilimento caseario di San Gregorio. Già nei prossimi giorni potrebbe essere convocato un tavolo interistituzionale in prefettura con la presenza di Confindustria. "Vogliamo avere la sicurezza - conclude Zema - che partecipino solo imprenditori seri e realmente interessati ad investire, sapendo a cosa andranno incontro e quali saranno le condizioni necessarie". 

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