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Cronaca

Alloggi popolari, l'Osservatorio: "E’ una scelta politica, mirata a negare il diritto alla casa"

La rete di associazioni e movimenti che si occupa di disagio abitativo, si è riunita all'ingresso del settore edilizia pubblica del Cedir

“E’ una precisa scelta politica, non solo di questa amministrazione, ma anche delle precedenti, mirata a negare il diritto alla casa”. Queste le dure parole del portavoce delle associazioni e movimenti riuniti nell’Osservatorio sul disagio abitativo, Giacomo Marino.

L’Osservatorio, questa mattina, ha convocato presso il Centro direzionale (Cedir), all’ingresso del settore edilizia residenziale pubblica, una conferenza stampa di ‘protesta’ per ribadire l’immobilismo che sta interessando il settore degli alloggi popolari da parte dell’amministrazione comunale che nega, il diritto fondamentale alla casa alle famiglie che ne hanno diritto.  

“Dopo cinque anni l’amministrazione  Falcomatà continua a non interessarsi  del  diritto fondamentale all’ alloggio  per le famiglie che non hanno una casa. Il settore comunale degli alloggi popolari, che ha il compito di gestire un patrimonio di circa 7000 alloggi  per  garantire  il diritto alla casa, continua a versare nel caos" .

"Per  le emergenze abitative  che in primis dovrebbero riguardare  i casi più gravi ( le famiglie  sfrattate, quelle prossime allo sfratto ed i casi di violenza domestica) la Commissione comunale, presieduta dalla dottoressa Porcino nominata il 13 novembre 2019 con quasi due anni di ritardo dall’ approvazione del regolamento, ancora non ha redatto la graduatoria delle 340 domande  presentate".

"Mentre molti alloggi popolari e confiscati -spiega Marino- risultano disponibili per l’assegnazione, ci sono  famiglie che sono state sfrattate nelle ultime settimane, i cui componenti  sono costretti ad abitare divisi tra le abitazioni  dei parenti, l’ospedale e qualcuno sulla  strada" .

"Ci sono pure situazioni di violenza domestica dove delle donne stanno rischiando la vita nell’ attesa che il Comune gli assegni un alloggio. Il problema non è solo il ritardo già accumulato ma pure quello che si potrebbe ulteriormente produrre per il fatto che il regolamento comunale non distingue come dovrebbe tra  emergenze abitative più gravi e  meno gravi . Si potrebbe verificare che le famiglie con situazioni di emergenza meno grave come il sovraffollamento superino nella graduatoria quelle con emergenza molto grave, quali le famiglie sfrattate o quelle con situazione di  violenza domestica".

"Anche le famiglie vincitrici del bando 2005, che dal 2012 attendono un alloggio, non hanno ricevuto alcuna risposta. In cinque anni solo le prime otto famiglie hanno avuto assegnato  un alloggio, nonostante l’aver vinto un bando dovrebbe essere il principale percorso per avere una casa . Ma anche su altri aspetti della gestione l’amministrazione è assente. Le istanze di  cambio alloggio, che sono fondamentali per  garantire il diritto  alla casa alle famiglie assegnatarie, non vengono per nulla considerate. Difatti, dal 1996 il Comune di Reggio Calabria non ha provveduto ad applicare quella parte  della legge regionale nr 32/1996 che li norma".

"L’attività di manutenzione degli alloggi, anche questa molto importante per la gestione del settore, è praticamente inesistente, nonostante il Comune abbia  i fondi destinati che riceve dai canoni e dalle vendite degli alloggi. I fondi, da quanto dichiarato nell’incontro del 13 dicembre 2019 dall’ allora dirigente alla manutenzione Erp, Beatino, sono  stoccati su un conto come garanzia della restituzione del debito comunale.  Insomma, questa amministrazione fa “pagare” il  debito comunale alle famiglie più povere, mentre questo è stato  prodotto dalle  scelte della politica”.

"Riguardo all’ alibi dichiarato  della mancanza di personale, il sindaco, contravvenendo a quanto deciso dal Consiglio Comunale del 10 febbraio 2017, non ha mai provveduto a trasferire al  settore Erp gli informatici di Hermes, il gruppo di vigili urbani e non ha chiesto al prefetto  la costituzione della task-force con le forze dell’ordine dello Stato. Non si sa nulla sulla verifiche che si dovevano realizzare e sul progetto dell’Ex Polveriera che si doveva concludere nel mese di novembre scorso  in soli 13 giorni. Chiediamo che l’amministrazione Falcomatà modifichi la sua politica degli alloggi popolari  per rendere esigibile il diritto alla casa per le famiglie che ne hanno bisogno. Per questo chiediamo un confronto diretto e operativo”.
 

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