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Sabato, 27 Aprile 2024
Il commento

Arresto boss Messina Denaro, Scopelliti: "Non provo niente"

Il post pubblicato su Facebook da Rosanna, figlia del sostituto procuratore generale della Corte di cassazione, ucciso il 9 agosto del 1991 a Piale di Villa San Giovanni mentre rientrava a Campo Calabro

"Non provo niente. Sarò impopolare, forse cinica. Sicuramente esausta. Quello là, il mafioso, finalmente si troverà esattamente dove deve essere. Dove sconterà la sua pena. Dove è giusto che sia".

Inizia con queste parole il post pubblicato sui social da Rosanna, figlia di Antonino Scopelliti, sostituto procuratore generale della Corte di cassazione, dopo l'arresto questa mattina a Palermo, del boss Matteo Messina Denaro.

L'ex super primula rossa, come scrive l'agenzia Ansa, è indagato anche dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria per l'omicidio del giudice reggino, avvenuto a Piale di Villa San Giovanni il 9 agosto del 1991, mentre faceva rientro a Campo Calabro.

"Si porterà dietro i suoi segreti, i volti dei morti (quelli che ha guardato in faccia, quelli che ha colpito alle spalle), i lamenti, le preghiere", scrive Rosanna Scopelliti, ex assessore alla legalità del Comune di Reggio Calabria e aggiunge: "Si porterà dietro le lacrime dei vivi, dei parenti delle sue vittime, quelle stesse lacrime con cui cerchiamo ogni giorno di colmare il vuoto di chi è stato strappato alla vita dalla tracotanza prepotente del mafioso in questione. 

Continuerà a convivere con una coscienza muta, a cui chiedere redenzione sembra quasi un ossimoro. Continuerà a tacere. Peccato, perché mi piacerebbe ascoltare le sue parole su mio padre. Mi piacerebbe sapere se è vero che era accanto a chi lo ha ucciso, se ne ha visto il volto prima di privarmi per sempre del suo sorriso. Mi piacerebbe sapere se c’era, se ha deciso, se ha ascoltato. Quante domande. 

Si porterà dentro la soddisfazione di essere sfuggito per anni allo Stato, l’amarezza di aver perso la sua guerra. E in quegli occhi senza anima si vede solo un vecchio criminale esaltato per anni come il “super latitante” mandante ed esecutore di centinaia di delitti, trascinato alla fine in manette dai Carabinieri". 

"Non fa paura, il mafioso, quasi pena, forse, ai più misericordiosi, a chi conosce il perdono. A me, oggi, quella figura ammanettata, lascia indifferente.  Mi rende orgogliosa invece il lavoro dei Carabinieri del ROS e di tutti coloro che hanno avuto una parte attiva nell’arresto del mafioso. A loro va il ringraziamento più sincero. La gratitudine di una figlia, di una mamma, di una semplice italiana. Siamo tutti uguali di fronte alla legge.  Siamo uguali di fronte alla giustizia. Uguali di fronte al Giudizio. Ma qualcuno - conclude la figlia del giudice Scopelliti - ci arriva più sporco di altri, più vigliacco, più privo di dignità, più sconfitto. Più morto".

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