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Cronaca

Caso Covid Hotel, Klaus Davi non molla la presa e sferza Falcomatà

Il massmediologo critica le scelte dell'Amministrazione comunale e replica alla dichiarazione del vice sindaco Perna: "Che consolazione per le vittime dei clan sapere che chi li finanziava aveva il ‘certificato’ sventolato da Perna"

Klaus Davi torna all'attacco con un lungo video sul suo profilo Facebook. Nel mirino sono finiti ancora una volta Giuseppe Falcomatà, Tonino Perna e tutta la giunta che, afferma l'ex candidato a sindaco di Reggio Calabria, "ha deciso di ‘premiare’ chi ‘premiava’ con buste da 10 mila euro i vari clan dei Tegano, dei Libri e dei De Stefano".

Il massmediologo critica l'amministrazione perche tra i Covid Hotel selezionati ha scelto anche il ‘Lungomare’. Secondo il massmediologo il proprietario della struttura è "ampiamente citato nell’indagine Malefix della Direzione distrettuale antimafia reggina per i suoi presunti rapporti con i boss".

Nel video, Davi legge una lunga informativa della Polizia di Stato, ripresa da molti giornali, e si sofferma "in particolare su un passaggio secondo il quale l'imprenditore avrebbe distribuito ai clan, decine di migliaia di euro provocando anche tensioni e gelosie fra i vari gruppi. Tutta la mia solidarietà per il popolo calabrese che si deve sorbire le prediche di politici, preti, uomini dello stato e perfino le mie - conclude il giornalista - sul fatto che bisogna denunciare e non collaborare con la mafia.

Tutta la mia solidarietà perché qui si è premiato chi si è guardato bene dal denunciare, anzi. E lo si è fatto da sedi istituzionali, dallo scranno di Palazzo San Giorgio. Dove siede un assessore il cui padre è stato assassinato proprio dagli amici dei De Stefano e dei Libri. Proprio quelli che sono stati finanziati – secondo la Dda -  e che ora sono stati scelti dall’amministrazione comunale".

Sulla dichiarazione del vice sindaco Tonino Perna: "Chi ha vinto la gara del Covid Hotel ha il certificato antimafia", la replica di Davi: "Quanta poca considerazione per le vittime di sta gente. Si risolve la questione con la burocrazia. Questa è la finta antimafia parolaia, burocratica, cinica. Che consolazione per le vittime dei clan sapere che chi li finanziava aveva il ‘certificato’ sventolato da Perna".

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