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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il vertice

La sanità penitenziaria è un problema e le istituzioni si aprono al confronto

Si è riunito il tavolo fra le istituzionale interessate voluto dal garante dei detenuti del Comune di Reggio Calabria, Giovanna Russo: "Primo passo per un'azione permanente"

Garante Avv. Giovanna Russo-2Si è riunito per la prima volta il tavolo sulla sanità penitenziaria a Reggio Calabria, fortemente voluto dal Garante per i diritti delle persone private della libertà personale Giovanna Russo (nella foto).

Erano presenti oltre alla Garante, per la Regione Calabria: Antonio Loprete Morabito commissario straordinario Vibo Valentia e membro regionale task force sanità penitenziaria; la dottoressa Bernardi dirigente di settore Dipartimento tutela della salute Regione Calabria in rappresentanza della dirigente generale Iole Fantozzi; il commissario Asp di Reggio Calabria Gianluigi Scaffidi, il direttore del 118 Domenico Minniti; il  direttore facente funzioni dell’istituto “Panzera” di Reggio Calabria Patrizia Delfino; il coordinatore sanitario Luciano Lucania e la comandante dell’istituto penitenziario di Reggio Calabria, plesso Arghillà, Maria Luisa Alessi.

Ha introdotto i lavori ed il confronto la garante Russo, condividendo con tutti i presenti l’importanza della sinergia e del confronto istituzionale, necessario al fine di trovare delle misure risolutive agli annosi problemi che investono la sanità penitenziaria.

Ha detto la garante: “qui non si tratta di attaccare nessuno, ma analizzate le criticità di procedere secondo un indirizzo fattibile e condiviso che raggiunga il risultato principale: garantire e tutelare il diritto alla salute delle persone detenute”.

Ed è lungimirante il garante Russo quando prospetta che una prima concreta azione da compiere deve ricadere sull’individuazione del personale medico specialistico, sulla stabilizzazione dei precari e la necessità che ci sia, in particolare per il plesso di Arghillà, un dirigente sanitario con funzioni di indirizzo e coordinamento. Una struttura che funziona equivale a raggiungere il risultato sperato: il benessere delle persone detenute.

Gli interventi successivi di Patrizia Delfino e della comandante Alessi hanno contribuito a rafforzare il messaggio di sinergie necessario quando si parla di tutela della salute delle persone detenute. Entrambe hanno rappresentato non solo la volontà di fornire il loro apporto professionale, ma consentito ai presenti di fotografare le carenze che nel quotidiano vivono le persone detenute ad a cascata l’amministrazione tutta. Patrizia Delfino ha ribadito le problematiche più importanti su cui lavorare richiamando una nota del 7 marzo scorso inviata dal direttore Tessitore agli uffici competenti.

Per l’Asp di Reggio Calabria è intervenuto il commissario Scaffidi il quale ha fornito una panoramica circa le difficoltà del sistema sanitario reggino, e nello specifico la problematica nel reperire personale medico che scelga di operare e prestare il proprio servizio all’interno degli istituti penitenziari, nonché le connesse disfunzioni circa le risorse economiche. In tal senso si è pensato a delle iniziative di sensibilizzazione, attraverso i rispettivi ordini professionali, dei professionisti della sanità in generale verso la realtà penitenziaria.

La dottoressa Bernardi ha chiarito la linea dettata dalla Regione sulla sanità più volte rappresentata anche dal suo commissario ad acta Roberto Occhiuto. La sanità calabrese può e deve dare risposte ai calabresi tutti. Ha chiesto che vengano forniti i dati circa le visite specialistiche al fine di inserire anche gli istituti penitenziari nel sistema di recupero delle liste di attesa.

Antonio Loprete Morabito nel riprendere le criticità del sistema sanitario calabrese e perciò anche reggino ha evidenziato il lavoro messo in campo dalla task force regionale che sta tracciando delle linee guida di indirizzo unico per tutte le aree della sanità penitenziaria calabrese. “Tutelare i diritti delle persone private della libertà personale ha affermato Antonio Loprete Morabito, lo dico da medico impegnato in prima linea, significa spendersi con competenza ed umanità dando risposte che siano fatti concreti e tangibili per i detenuti in primis”.

Luciano Lucania ha fornito atti e documenti circa la disponibilità a reperire personale medico qualificato e si è soffermato sulla prosecuzione dei lavori afferenti l’installazione di un gabinetto radiologico che consentirebbe di eseguire gli esami direttamente in loco evitando il trasferimento dei detenuti e le conseguenti lungaggini burocratiche cui spesso si assiste. “Un passo importante che fornisce un segnale di chiara attenzione verso i detenuti” ha dichiarato Lucania. Si è ridiscusso anche del problema degli specialisti e la possibilità di individuare la figura di un coordinatore per il plesso di Arghillà.

Lo aveva preannunciato la Garante che si sarebbe da subito attivata per un tavolo permanente per la salute in carcere. “Tutti i professionisti coinvolti, a qualsiasi titolo, nella gestione dei detenuti - ha concluso la garante -  hanno dialogato senza se e senza ma, dimostrando grande disponibilità e costruendo in tal modo un approccio multidisciplinare/inter-istituzionale estremamente efficace che tiene in considerazione anche l'interazione tra individuo e ambiente con l'obiettivo di contemperare finalità di cura e controllo in un equilibrato bilanciamento in cui la condizione di malato non venga interamente assorbita da quella di detenuto. Si attendono adesso per il prossimo incontro i primi riscontri circa le proposte avanzate”.

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