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Il cinquantenario / Riace

Bronzi, Trifoli: "Povia scelto solo per motivazioni artistiche"

Il sindaco di Riace parla così del cantante noto per le sue posizioni anti-immigrazione, protagonista del concerto del 16 agosto, mentre è ancora mistero sull'evento nell'Arena dello Stretto

Si avvicina la data fatidica del cinquantenario dei Bronzi ma il conto alla rovescia sta trascorrendo in un clima di calma piatta. L’annunciato evento di spettacolo che il prossimo 16 agosto si svolgerà nell’Arena dello Stretto resta avvolto da fitto mistero: nulla trapela sul nome del protagonista né su chi effettivamente abbia organizzato (e pagato) la serata, che sembra sia un’idea in zona Regione.

A Riace ci sarà Povia, il cui concerto è però una semplice tappa del tour in corso, con la band e quindi la scaletta completa della sua produzione canora. Davvero poco per i Bronzi e soprattutto non si capisce perché aver scelto un personaggio che negli ultimi anni sta facendo parlare di sé non per la musica ma per esternazioni omofobe e negazioniste sul Covid e una fantastica teoria sull’origine dei terremoti (ambientata nella terra ad alto rischio sismico dove si esibirà appare decisamente comica) che però l'artista ha sempre detto essere stata diffusa da un suo profilo fake. Qualche anno fa un concerto del cantautore a Trezzano sul Naviglio fu annullato dopo che l’Anpi milanese aveva fatto notare la vicinanza ad ambienti neofascisti, e un caso simile avvenne a Lecce dopo polemiche sulle finalità di beneficenza di una sua esibizione. Noi invece lo facciamo venire in onore dei Bronzi.

L’argomento Povia mette in imbarazzo il sindaco leghista di Riace, Antonio Trifoli, che precisa: "Abbiamo tenuto conto solo del lato artistico, le dichiarazioni del cantante le conosciamo ma non ci interessano, e quella sera si limiterà a cantare». Sulle idee di Giuseppe Povia la pensa diversamente il leader della Lega Matteo Salvini che aveva pubblicamente elogiato l’artista (suo sostenitore) come combattente contro la dittatura del “pensiero unico”. E non può sfuggire che Povia è autore di un brano, "Immigrazia", ispirato a una citazione di Marx ma con strofe durissime ("gli immigrati di domani saranno i nuovi italiani/mentre fissi il lampadario ti fregano il salario") che presubilmente canterà anche nella città che con Mimmo Lucano era diventata un simbolo nazionale di accoglienza.

Ma pur glissando sul tema del posizionamento ideologico, cosa c’entra, anche artisticamente, un cantautore pop di genere ultraleggero con le radici classiche dei Bronzi? Possibile che nessuno pensi che è fuori luogo abbinare l’immagine dei due guerrieri nel loro giorno più importante con canzoni che parlano di piccioni, pecore e bambini che fanno “oo”? Trifoli conferma che la serata del 16 agosto, quanto alla parte di spettacolo, è stata concepita solo come spettacolo canoro e senza un senso contestuale con il cinquantenario e la storia dei Bronzi.

E la stessa pagina ufficiale di Povia non menziona i Bronzi né segnala come speciale la data in cui l’artista si esibirà a Riace, listata anonimamente nel calendario dei live. Ma, assicura Trifoli, sul palco si svolgeranno interventi istituzionali per celebrare l’evento e al termine i giochi pirotecnici.

"Come comune - continua il sindaco – facciamo quello si può e anche questo concerto ha avuto il patrocinio della Regione con un contributo che ci ha aiutato. Abbiamo un programma di varie iniziative, non solo lo spettacolo del 16. Per i cinquant’anni dei Bronzi sicuramente si sarebbe potuto fare di più su tutto il territorio ma non è un’organizzazione a portata dei comuni, occorre un piano a più alti livelli".

In realtà i soldi ci sono e gli alti livelli si sono attivati. Ma il risultato manca lo stesso. Le impressioni di chiunque veda i Bronzi sono di meraviglia ed emozione – lo dicono all’unanimità i visitatori condividendo l’idea di trovarsi di fronte a opere di straordinaria bellezza. Insomma, i due maestosi eroi devono fare tutto da soli, anche nell’anno che avrebbe dovuto essere traino di promozione per la provincia reggina. Se ce ne fossero le condizioni, Trifoli vorrebbe i Bronzi a Riace?

"Ho già detto intervenendo al museo di Reggio che penso che sia quella l’unica sede per esporre i Bronzi. Ma pure restando a Reggio, si può valorizzare il loro legame con Riace come accade nei luoghi di Padre Pio, dove non si va soltanto per visitare il santuario e poi si cerca anche la casa del santo, ad esempio. A Riace abbiamo il progetto di utilizzare un bene confiscato sito a poca distanza dal luogo di ritrovamento, che potrà diventare un museo di archeologia subacquea e ospitare percorsi con le scuole. Occorre mettere in rete in territorio e cogliere le opportunità di collegamento che esistono a Riace ma non solo, anche se i Bronzi restaranno a Reggio".

Intanto, a distanza di una settimana, l’evento reggino del 16 è ancora ignoto. E non si hanno notizie nemmeno di uno dei progetti più finanziariamente cospicui del cinquantenario, cioè le “Letture della Magna Grecia”. Il bando regionale per aggiudicarsi l’appalto da complessivi 150.000 euro chiavi in mano si è chiuso lo scorso 28 luglio e a breve dovrebbero essere resi noti i vincitori: il periodo utile per mettere in scena gli spettacoli nelle due sedi del castello aragonese di Reggio e il teatro antico di Locri va dal 25 agosto alla fine di settembre, ma al momento di questi eventi non c’è traccia nel programma definitivo degli eventi diffuso da Comune e città metropolitana, che comprende anche le manifestazioni organizzate dalla Regione.

Le letture saranno otto, di durata circa un’ora, e dividendo il budget, saranno molto ben pagate, ma il capitolato tecnico del bando ha indicazioni rigorose, alcune dei quali difficili da comprendere. Ad esempio l’obbligo che partecipino almeno quattro artisti tra quelli di una lista molto eterogenea. Ne fanno parte, per citarne qualcuno, Michele Placido ma anche Maria Grazia Cucinotta, Paola Minaccioni e Dario Brunori, Max Mazzotta, in un calderone tra attori, cantanti e cabarettisti, che però dovranno essere inseriti in un progetto unitario (guidato da un solo direttore artistico) e recitare brani sulla Magna Grecia e i Bronzi. Qualora non disponibili, vanno bene anche attori di “pari caratura”.

Il che fa presupporre che la caratura di Maria Grazia Cucinotta e Ottavia Piccolo sia la stessa. Ben più probabile che l’elenco proposto sia stato stilato piuttosto tenendo conto della popolarità di alcuni nomi e buttando dentro grandi interpreti teatrali e la necessaria quota calabrese (Mazzotta, ma anche Alessio Praticò e Moisé Curia). Si tratta al momento del progetto più articolato e finalmente originale di questo cinquantenario, oltre che di una rara occasione di investimento istituzionale sul teatro in Calabria, a distanza di anni. Se il risultato sarà all’altezza delle premesse (e della spesa) lo scopriremo presto.

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