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Lunedì, 29 Aprile 2024
La protesta

FunerCalabria, Triolo: "Diciamo no a chi vuole fermare le nostre ambulanze"

Il presidente chiede la modifica della nuova legge regionale 38/23. La protesta a Palazzo Campanella

Hanno fermato le loro ambulanze davanti a Palazzo Campanella,  sede del Consiglio regionale, per far sentire la loro voce affinché gli venga restituito il diritto di lavorare. Sono i titolari delle imprese funebri della Calabria, riuniti nella FunerCalabria, la Federazione regionale comparto funerario calabrese, che non ci stanno a veder modificata la legge che danneggia - a detta loro - il comparto. 

Il presidente regionale è Giuseppe Triolo che spiega: "La Regione Calabria di Roberto Occhiuto ci ha messo fuorilegge, la legge 38/23 è una fandonia scritta per qualche interesse personale da qualche pseudo-impresario funebre e data al consiglio regionale, non accoglie le istanze del territorio, ma anzi danneggia gravemente tutti noi".

Così ecco che questa mattina, proprio nel giorno in cui era convocata l'Assemblea regionale, hanno organizzato il sit-in e sono arrivati da tutta la Calabria. 

"Il nostro settore era regolato da una legge regionale del novembre 2019 e in virtù di quella noi tutti abbiamo affrontato investimenti per continuare a lavorare e rispondere alle esigenze dei calabresi. Adesso invece è stata approvata la legge 38 del 2023 che cambia tutto e di fatto non ci consente più di vivere e di lavorare. Una legge che è nata sulla falsa riga di una fantomatica richiesta del territorio che di fatto non ne sapeva nulla all’epoca della proposta del consigliere regionale Giuseppe Neri in quota Fratelli d'Italia". 

"Abbiamo incontrato il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso - aggiunge Triolo - che ci ha assicurato che prenderanno in considerazione le nostre richieste ma già ad agosto scorso avevamo avuto un altro incontro e da allora nulla è cambiato.  Adesso vogliamo risposte ufficiali ed urgenti sulla modifica o sospensione dei termini o abrogazione della legge dal Consiglio regionale, nel caso non dovessero arrivare, allora nostro malgrado, purtroppo, saremo di nuovo presenti a Palazzo Campanella stavolta con una massiccia rappresentanza di uomini e mezzi del settore fino a risoluzione della questione".

"I punti critici - afferma Triolo - della nuova legge regionale sono molteplici. Vogliono inibirci il trasporto privato a pagamento con ambulanza, non sanitario, un servizio che abbiamo sempre fatto e che ci consente di vivere quando non abbiamo servizi funebri, ma soprattutto un servizio che risponde alle richieste della gente che ha bisogno di trasportare i malati o chi non riesce a muoversi. Un servizio che non è sanitario perché a bordo non abbiamo né medici, né infermieri,  che adesso si vuole vietare senza che ve ne sia reale motivazione e soprattutto per quali interessi?".

"Per non parlare dell’abolizione delle sale del commiato che sono strutture che oggi si usano in diverse regioni e la dove sono state abolite esistono però le sale del commiato comunali, perché allora abolirle? Ed ancora le Case funerarie si salvano quelle appena fatte dall’adeguamento alla nuova legge 38/2023.  È stata inserita, anche,  la certificazione di qualità uni en 15017, del valore di circa 5mila euro, ma solo per chi si associa con altre agenzie e non per chi è possessore del carro funebre, perché questa differenza?" domanda il presidente Triolo.
"La legge 38  prevede l’obbligo di assumere 4 persone, ma vista la saltuarietà con cui si configura la ditta funebre che non tutti i giorni ha un funerale chi li paga queste presone? Quali operai sarebbero disponibili a impegnarsi? In conclusione ci sono ancora altri oneri burocratici che asfissieranno noi e i Suap calabresi perché invece di semplificare si va controcorrente?".

Se queste sono le nuove norme regionale, ecco che il presidente regionale Triolo chiede ancora "perché all’interno del testo non si evince nulla di serio sull’antimafia? La nostra idea, visto che siamo incaricati di pubblico servizio durante i funerali, è quella di inserire
all’interno della legge il codice antimafia usato per gli appalti pubblici che mette da parte di fatto le imprese che hanno avuto a che fare con interdittiva e ndrangheta, su questo è d’accordo o no il consigliere Neri e la politica regionale?".

Infine si riconosce nella legge 38, il centro servizio che, a nostro modo di vedere - precisa Triolo  - dovrebbe essere in possesso almeno 3 carri funebri e altrettanti 3 furgoni per garantire i servizi alle ditte. Il centro servizio non deve avere la possibilità di registrare i defunti al Comune come fanno le imprese funebri, ruolo questo – secondo noi - esclusivo delle imprese e agenzie funebri e non di un centro servizi in quanto tale.

Solo così potremmo avere uno spartiacque serio che definisca i ruoli nel settore funerario. Attendiamo - conclude il presidente FunerCalabria  - che il consigliere regionale Giuseppe Neri, proponente della legge in questione, ci dia rassicurazioni nel merito delle nostre richieste del tutto lecite e che ci rimettono a lavorare con serenità".

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