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L'intervista / Centro / Via Tommaso Campanella, 63

Museo diocesano, Lojacono: "Quasi 10 mila visitatori annui ma mancano i turisti"

Viaggio nella struttura museale... Al via il cantiere di restauro del dipinto settecentesco raffigurante San Paolo e la colonna ardente

Leggere i segni dei tempi, facendo dell’arte un luogo di dialogo, di sperimentazione, di inclusione, è questo anche l'obiettivo del Museo diocesano monsignor Aurelio Sorrentino e della sua direttrice Lucia Lojacono. 

Aperto nel 2010 in questi anni il museo diocesano è sempre più diventato punto di riferimento per la società reggina, per la comunità scolastica e non solo e piano piano sta diventano una "piazza" un luogo di incontro e di crescita. 

Qui infatti, oltre ad ammirare la bellissima collezione d'arte sacra proveniente dalla vicina Cattedrale e dal territorio diocesano e le preziose oreficerie, tessuti liturgici risalenti al Quattro e al Novecento, sculture lignee e in cartapesta, opere lapidee e dipinti di particolare pregio, che raccontano  l'arte e la storia dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, c'è la voglia di comunicare il sacro, il bello, cercando sempre pubblici diversi.

Lo spiega bene Lucia Lojacono: "Noi cerchiamo sempre di attrarre pubblici diversi, non solo quanti autonomamente vengono a visitare il Museo, ma anche quanti arrivano attraverso le tante e molteplici iniziative che organizziamo".

lucia lojaconoEd eccolo il Museo, ospitato nell’ala tardo-settecentesca del Palazzo arcivescovile, sopravvissuta al terremoto del 1908, costruita alla fine del Settecento sulle rovine del preesistente edificio tardo cinquecentesco. Qui sono davvero tante le opere custodite e ormai lo spazio non basta più.

"È un museo di piccole dimensioni - racconta Lucia Lojacono -  ma c'è la consapevolezza della necessità di ampliarne gli spazi, e si sta lavorando per questo. Abbiamo tante bellezze custodite nei depositi e infatti nell'allestimento del Museo cerchiamo di offrire ai nostri visitatori sempre cose nuove, fermo restando ovviamente le opere principali che sono esposte permanentemente. 

"Il museo deve molto al contributo annuale dell’8x1000, che integra l’investimento da parte della curia diocesana, la quale mostra una crescente sensibilità verso necessità e potenzialità del museo. Con l'8x1000 alla Chiesa cattolica ecco che noi riusciamo a realizzare restauri, a comprare arredi e anche materiali per la didattica. Grazie a questo contributo che ci arriva siamo anche riusciti a fare stampare le brochure del Museo in quattro lingue".

"La forza del Museo diocesano sta tutta nel rapporto con il territorio, - aggiunge la direttrice - sempre più vediamo aumentare attenzione e fiducia, e il Museo viene avvertito come un "bene comune". Noi per questo lavoriamo a diversificare la nostra offerta e anche con la scuole lavoriamo tanto per offrire una proposta didattica, secondo l'età degli allievi, con l’intento di far accostare gli studenti alla realtà museale in modo attivo, stimolante e coinvolgente.

Si tratta di visite guidate e attività didattiche differenziate per gradi scolastici per favorire il contatto diretto con le opere d’arte e a privilegiare l’aspetto creativo dell’apprendimento, ispirandosi alla pedagogia della scoperta, dell’approfondimento e della condivisione delle osservazioni. Percorsi sensoriali pensati per i più piccoli per far vivere l'arte e il bello così e i nostri operatori, già molto attenti e preparati, stanno affinando i loro studi per diventare operatori culturali della disabilità. Noi vogliamo che il nostro Museo sia accessibile a tutti". 

Un dialogo con il territorio sempre attivo e per questo "negli anni si è lavorato anche per stringere protocolli d'intesa con il Museo archeologioco nazionale, così come con il Pau dell'Università Mediterranea e con l'Accademia di Belle arti". 

"Il museo diocesano è un luogo di dialogo e di confronto - aggiunge Lucia Lojacono - qui è vero che si ammira l'arte sacra e c'è la storia della Chiesa cattolica locale, ma è anche vero che l'arte è universale e per questo noi stimoliamo il dialogo interreligioso. Ricordo con grande piacere la mostra fotografica di Marco Costantino che abbiamo esposto nei nostri locali e la presenza di tanti giovani migranti, di religione copta che hanno ammirato il nostro museo. 

L'arte per parlare di antimafia

Nel 2017 siamo stati tra i 12 musei ecclesiastici italiani ad ospeitare l’opera commissionata da Amei, l'Associazione Musei Ecclesiastici Italiani, a Claudio Parmiggiani, uno dei più significativi esponenti del panorama artistico internazionale, per farne dono alla Casa Museo del Beato Giuseppe Puglisi, il sacerdote siciliano vittima della mafia a Palermo.  

Un viaggio in 13 tappe da Nord a Sud e ognuno dei 12 musei ospitanti ha dedicato all’opera un evento espositivo ad hoc. Una sorta di “testimone” per attestare che i musei ecclesiastici accolgono le sfide che il nostro tempo ci lancia. Perché conservare il patrimonio storico artistico non basta: occorre entrare nel perimetro del contemporaneo, sperimentarne i linguaggi per far sì che l’arte continui a essere quella “porta invisibile” dove ritrovare la dimensione spirituale dell’esistenza. Così noi abbiamo colto l'occasione per fare degli incontri con sulla legalità, con i testimoni di giustizia. Poi da Reggio Calabria abbiamo consegnato l’opera di Claudio Parmiggiani alla Casa Museo del Beato Giuseppe Puglisi di Palermo". 

Il restauro del dipinto settecentesco "San Paolo e il prodigio della colonna ardente"

Adesso, nell’ambito della Giornata internazionale dei Musei Icom, giovedì 18 maggio alle ore 17, al Museo diocesano sarà inaugurato il cantiere di restauro del dipinto settecentesco raffigurante San Paolo e il prodigio della colonna ardente, in origine collocato nella Cappella del Santo nell’antica Cattedrale. Il restauratore Giuseppe Mantella effettuerà sull’opera le indagini riflettografiche (ultravioletto, infrarosso, falso colore e spettrofotometria) utili a indirizzare le successive fasi d’intervento. Alle ore 19 il Museo ospiterà nel portico un concerto per chitarra del maestro Francesco Amendolia, restando aperto alla visita, con ingresso gratuito, fino alle ore 21.

Il restauro, possibile grazie al contributo 8xmille alla Chiesa Cattolica, proseguirà nei prossimi mesi all’interno del Museo diocesano con la possibilità di visitarne il cantiere.

Le audioguide realizzate dagli studenti

studenti museo diocesano

Adesso il Museo diocesano offre anche le audioguide. Immagini e voce, per raccontare le bellezze custodite,  realizzate dagli studenti grazie ad un percorso Pcto condiviso con gli allievi del liceo scientifico Volta di Reggio Calabria e dei licei classico e linguistico Nostro di Villa San Giovanni. Una iniziativa, questa, nata nell'ambito delle Giornate di valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico dedicate al tema “Oltre lo scivolo. Beni culturali ecclesiastici: dall’accessibilità all’inclusione” . 

Così ecco che oggi, nei saloni dell'Arcivescovado del Museo sono state presentate le audioguide del Museo diocesano e della Chiesa degli Ottimati a Reggio Calabria, già consultabili, e realizzate dagli studenti durante questi mesi scolastici. È l’esito di un percorso articolato in più fasi operative: il sopralluogo nei siti per relazionarsi con il monumento e le opere d’arte che esso custodisce, il rilievo fotografico, l’indagine delle fonti documentarie e bibliografiche, la stesura dei testi, la registrazione degli audioclip, in italiano, inglese e spagnolo, e la pubblicazione dei materiali multimediali (testi, audio, immagini, video) sulla piattaforma digitale gratuita IziTRAVEL.

La realizzazione delle audioguide del Museo diocesano e della chiesa degli Ottimati attesta la capacità dei ragazzi coinvolti, guidati da tutor ed esperti, di coniugare la ricerca storico-artistica con l’utilizzo di tecniche e linguaggi multimediali al passo coi tempi.

La statua di San Giorgio

Tra le statue esposte nella sezione dedicata al Culto dei Santi al Museo c'è quella di San Giorgio e il drago che risalta per la vivacità dei colori e l’espressività delle figure. L’opera è modellata in cartapesta e dipinta. Raffigura il santo in piedi, rivestito da un elegante armatura e da un mantello rosso svolazzante trattenuto da una fusciacca giallo ocra. 

Nel 1901 Francescantonio Caruso da San Giorgio Morgeto, in Aspromonte, si trasferì a Bagnara e vi aprì una ditta di imballaggi, nella quale chiamò a lavorare maestranze di cestai del suo paese. Per consentire loro di continuare a venerare il proprio Patrono, il signor Caruso commissionò ad un ignoto scultore leccese una statua in cartapesta raffigurante San Giorgio e il drago. L’opera si conservava nel palazzo di famiglia e annualmente era portata in processione finchè non fu sostituita da un’altra lignea, tuttora conservata nella chiesa di San Pietro a Bagnara. Ridotta in pessimo stato di conservazione, l’opera nel 2011 è stata donata al Museo diocesano dagli eredi della famiglia Caruso e l’anno successivo ne è stato realizzato il restauro.

San Giorgio (foto sito Museo Diocesano)

I turisti, l'arrivo delle navi da crociera e le opportunità da cogliere

Dopo la pandemia, che ha colpito anche il settore museale, ecco che stanno tornando dunque i turisti anche a Reggio Calabria e a visitare il Museo diocesano. Questo piccolo gioiello accoglie ogni anno - secondo le ultime stime - poco meno di diecimila visitatori ma potrebbe crescere molto se il tessuto economico e turistico lavorasse meglio. 

"In questi anni abbiamo anche stretto accordi con la rete dei B&B del centro storico, così come con l'Associazione guide turistiche abilitate ma ci siamo resi conto che spesso i turisti non arrivano a visitare il nostro Museo perché a Reggio Calabria c'è un turismo mordi e fuggi: i turisti arrivano in città, visitano i Bronzi e a volte neanche tutto il museo, fanno un giro veloce in via marina per vedere le Mura, e a volte non visitano neanche la cattedrale e poi vanno in provincia ad ammirare le bellezze naturali. Ecco penso che occorrerebbe fare un'operazione più ampia, con i tour operator per far conoscere le bellezze della città e quanto c'è da vedere".

"Anche per  quanto riguarda le crociere c'è molto da migliorare. Con l'arrivo della prima nave a Reggio Calabria, il Museo diocesano, anche su sollecitazione dell'assessore Irene Calabrò che si è data molto da fare, è rimasto aperto per consentire le visite. Bene, non è arrivato un solo crocerista nell'arco di tutta la giornata. Questo vuol dire che il sistema informativo e organizzativo non ha funzionato. Bisogna lavorare bene su questi aspetti perché ormai i turisti arrivano a Reggio Calabria ed è bello far conoscere quanto possiamo offrire. Bisogna arrivare preparati agli eventi e per questo dico che l'arrivo delle navi da crociera è già programmato da tempo, si può pensare di istruire chi fa accoglienza al porto, penso ad esempio agli studenti utilizzati, facendogli conoscere il Museo diocesano così come tutte le altre attrattive turistiche così che siano in grado di presentarle ai turisti, indicandogli i luoghi e gli orari". 

"Quando arriva l'estate questo Museo è avvolto dal silenzio, mancando le scolaresche, non abbiamo molti visitatori. Dobbiamo invertire questa tendenza", conclude Lucia Lojacono.

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