rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
La manifestazione

Reggio Calabria come la terra dei fuochi: la protesta di cinque quartieri arriva in piazza

I cittadini di Arghillà, Mosorrofa, rione Marconi, Sala di Mosorrofa e Mortara di San Gregorio chiedono la bonifica delle aree interessate da discariche a cielo aperto e cumuli di rifiuti anche tossici

"La pazienza è finita. Ora basta" è lo slogan che hanno scelto i cittadini di Arghillà, Mosorrofa, rione Marconi, Sala di Mosorrofa e Mortara di San Gregorio e che ripetono in Piazza Italia durante la protesta pacifica per chiedere l’immediata rimozione della spazzatura accumulata e bonifica delle aree interessate da discariche a cielo aperto e cumuli di rifiuti anche tossici.

Questa volta hanno unito le forze e non sono solo i cittadini di un quartiere a levare forte il grido, ma ben cinque periferie che insieme vogliono fermare una situazione igienico sanitaria davvero grave. Quartieri a nord e a sud di Reggio Calabria che bruciano, discariche a cielo aperto a cui viene dato fuoco, sprigionando diossina.

Così oggi i cittadini in piazza gridano "San Gregorio come la terra dei fuochi", ma non solo San Gregorio, appunto. Una protesta, dicono, ancora una volta pacifica. Ma fino a quando? Hanno perso la pazienza ma non la speranza di vedere la città, i loro quartieri, vivibile e per questo in piazza prendono la parola uno ad uno e raccontano i disagi.  

C'è Pasquale Andidero, presidente  del comitato di quartiere Mosorrofa, Patrizia D’Aguì, del gruppo civico Noi siamo Arghillà,  Antonino Genoese, presidente del comitato Io vivo San Gregorio, insieme alla signora Cicciù, Giuseppe Crucitti, abitante battagliero del rione Marconi e Agostino Sorgonà di Sala di Mosorrofa. Con loro tanta gente, venuta nella piazza del governo cittadino, per portare le loro istanze. Ma se mesi fa erano molto numerosi, questa sera saranno un centinaio le persone presenti. 

Dice Andidero: "L'altra volta eravamo davvero tantissimi, oggi siamo meno. La gente, quando non vede risposte, si stanca. Ma noi resistiamo e siamo ancora qui perché vogliamo risolvere i problemi".

Mosorrofa, però, in questi giorni sta vivendo anche un altro problema. Il medico Antonino Pellicanò è andato in pensione e non è stato sostituito lasciando tante persone, per lo più anziane, senza medico di base. 

"Tonnellate e tonnellate di spazzatura quotidianamente viene sversata da delinquenti - dice  Patrizia D'Aquì - e senza coscienza sulle nostre strade, negli angoli dei quartieri e poi c'è chi brucia tutto. Ad Arghillà, nella zona di Modenelle la situazione è insostenibile. Noi abbiamo più volte denunciato, forse adesso è il momento che le istituzioni facciano la loro parte e una volta bonificata la zona, penso che sarebbe opportuno mandare l'esercito a presidiare il territorio. Non possiamo più tollerare lo smaltimento dei rifiuti illeciti".

La gente si ammala per i fumi tossici e l'aria malsana. C’è in atto uno studio epidemiologico, a cura del Cnr, ispirato dalla visita nelle zone interessate della garante per la Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, per capire la correlazione tra la presenza delle discariche, dai roghi che si susseguono e l’aumento di tumori nelle zone interessate e adesso anche Arghillà entrerà a far parte dello studio.

"La pazienza è finita, ora basta": le interviste video ai responsabili dei comitati di quartiere

"La nostra salute è a rischio, il diritto alla salute non può continuare ad essere negato. Chiediamo immediata rimozione dei rifiuti e bonifica delle aree interessate e siamo pronti a dare seguito a proteste e presidi fintanto che le istituzioni non interverranno. Noi del comitato di San Gregorio da tempo denunciamo e segnaliamo il problema - ricorda Antonino Genoese - ma adesso devono intervenire. Noi non siamo contro le istituzioni, noi vogliamo solo che capiscano che occorre intervenire, adesso". 

Sono periferie dimenticate e anche al rione Marconi la situazione è diventata insostenibile. Giuseppe Crucitti ricorda i tanti problemi che affliggono il territorio ma su tutti c'è quello dei rifiuti.

Sventolano le bandiere in piazza, non di partito, ma del gruppo civico Noi siamo Arghillà. Di fronte la piazza c'è Palazzo San Giorgio, con il portone aperto ed illuminato. Ma nessuno dei rappresentanti del governo cittadino è sceso ad ascoltare le istanze della gente. Ad ascoltare, tra i manifestanti, ci sono però gli esponenti di opposizione Federico Milia e Massimo Ripepi. C'è anche la neo eletta al coordinamento provinciale dei 5 Stelle Maria Laface. 


 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Reggio Calabria come la terra dei fuochi: la protesta di cinque quartieri arriva in piazza

ReggioToday è in caricamento