rotate-mobile
La riflessione

Lavori caserma Duca d'Aosta e piazza De Nava: i quesiti di Vitale

L'opinione del presidente della Fondazione Mediterranea

"La caserma Duca D’Aosta è stata edificata tra il 1913 e il 1919 e, doverosamente, la Soprintendenza ha posto dei vincoli ai lavori di riqualificazione che dovranno essere effettuati: “le lastre di soglia, spallette, gradini e altri elementi in pietra di cui è prevista la rimozione, dovranno essere accuratamente numerate e ricollocate, stessa cosa per i pavimenti originali esistenti in cementine o in pietra” (così sulla stampa)".

Così Vincenzo Vitale, presidente della Fondazione Mediterranea, che si chiede: "La domanda sorge spontanea: perché gli stessi vincoli non sono stati posti alle “lastre di soglia, spallette e altri elementi in pietra” presenti nella demolenda piazza De Nava, coevi agli analoghi della caserma Duca D’Aosta? Perché non è stato prescritto che, durante i lavori di demolizione di piazza De Nava, gli elementi lapidei di pregio (da sottoporre a vincolo come quelli della caserma), non siano “accuratamente numerati e ricollocati” come quelli coevi della Duca D’Aosta?"

Secondo Vitale "vista la circostanza che il progetto della demolizione di piazza De Nava è della stessa Soprintendenza (che sembra porre vincoli solo quando il progetto non è suo), non sarebbe stato un doveroso omaggio alla trasparenza amministrativa spiegare ai reggini questa diversità di pesi e misure su manufatti coevi, piuttosto che trincerarsi dietro la generica affermazione che le “carte sono a posto”?

Da ricordare, tra l’altro, che in occasione di un progetto di restauro conservativo della piazza portato avanti dal Comune, i vincoli furono resi a tal punto cogenti da pretendere che un funzionario della Soprintendenza assistesse ai lavori di scavo per la sistemazione dell’illuminazione e che, a proposito del rifacimento delle aiuole, si effettuassero dei rilievi fotografici prima e dopo il restauro. Questi vincoli cessarono di esistere quando il progetto, demolitivo e non restaurativo, venne portato avanti dalla stessa Soprintendenza".

"Presupponiamo, - dichiara il presidente della Fondazione Mediterranea - ma un procedimento penale è ancora aperto, che queste incongruenze si siano rese possibili in osservanza della legge: ma è di palese evidenza che in questi casi ci sia un vuoto legislativo che consente allo stesso Ente di essere controllato e controllore senza che nessuno possa intervenire.

Mi spiego: la stessa articolazione periferica dello Stato, senza che nessuno possa interferire, in ordine: fa il progetto, elimina o invalida i vincoli, si approva il progetto, fa indire la gara, esprime il direttore dei lavori. Dovrebbe intervenire, in mancanza di un intervento legislativo, la buona prassi della trasparenza amministrativa e del coinvolgimento popolare: una decisione, pur frutto di un vuoto legislativo, se democraticamente avallata da una cittadinanza debitamente informata, è una decisione eticamente accettabile. In mancanza di questo passaggio, la decisione di demolire piazza De Nava non è accettabile dal punto di vista dell’etica politica e amministrativa".

Tornando alla Caserma Duca D’Aosta, che conosco abbastanza bene perché vi risiedevano abusivamente alcune famiglie i cui figli seguivo dal punto di vista sanitario, - conclude Vitale - va risistemata e, nei limiti del possibile, quale che sia la sua futura destinazione, come egregiamente indicato dalla Soprintendenza, va rispettato il suo impianto urbanistico e tutelata la memoria storica del suo passato. Perché la Soprintendenza ha deciso di non assegnare a piazza De Nava la stessa sorte?"   

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lavori caserma Duca d'Aosta e piazza De Nava: i quesiti di Vitale

ReggioToday è in caricamento