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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il caso / Caulonia

Caulonia, polemica su incontro tra il parroco e i consiglieri comunali

Vicenda da commedia all'italiana per una riunione convocata da don Antonio Magnoli per uno scambio d'idee con la giunta sulle esigenze della comunità

La notizia corre sui social, dove qualcuno esprime contrarietà per una inconsueta riunione, a Caulonia, tra il giovane parroco don Antonio Magnoli e i consiglieri comunali cittadini. E' stato lo stesso sacerdote a convocarli, per discutere di temi legati al benessere e le esigenze della comunità che guida spiritualmente. Questo l'intento chiarito poi da don Magnoli, ma che non è piaciuto a quanti hanno visto nell'incontro una inopportuna commistione tra politica e religione. 

Ad aprire la polemica è stato Luigi Franco (caulonese e direttore editoriale di Rubbettino), che, con tanto di hashtag #liberachiesainliberostato, segnala su Facebook: "Accade a Caulonia che un parroco convochi una riunione con i consiglieri comunali di maggioranza e minoranza per esprimere sue considerazioni/riflessioni/raccomandazioni/benedizioni. Non so e non mi interessa sapere quali siano state le cose dette durante questo incontro. mi interessa invece che nella vita della nostra, come di ogni altra, comunità non vi siano ingerenze della sfera religiosa in quella politica.E viceversa. Spero e confido che il vescovo sappia guidare e consigliare l’agire del nostro parroco. per il rispetto dei fedeli. per il rispetto di tutti".

La vicenda è stata commentata con toni altrettanto netti da un personaggio importante per Caulonia, Nicola Frammartino. Esponente di spicco della sinistra calabrese, ex consigliere provinciale reggino e storico sindaco di Caulonia, Frammartino non poteva che commentare in modo critico una riunione tra consiglieri e parroco. "Sentendo certe notizie - scrive nella sua pagina Facebook - si ha la sensazione di essere ritornati a Caulonia ai tempi di Costantino il Grande. Fortunatamente anche per la Chiesa quei tempi non possono tornare e Papa Francesco ne è garante. Va difesa la laicità dello Stato. Io l'ho conosciuta una forma di Stato confessionale e non ne ho nostalgia. Le istituzioni devono avere l'orgoglio e la dignità di difendere la laicità dello Stato". Senza fare nomi, ma con un tocco di fioretto inequivocabile. 

Don Magnoli si è difeso con un post di replica, dove esordisce con ironia: "Sono contento che il mio incontro con le istituzioni civili abbia fatto notizia". E spiega che "nonostante il rispetto dei ruoli, sono più che convinto del fatto che bisogna collaborare sempre più per il bene comune. Mi spiace - continua - se qualcuno non sia riuscito a captare il mio intento, ma di questo non gliene faccio una colpa. Essere seduti attorno ad un tavolo, e parlare di argomenti inerenti alla vita di una comunità non può che essere un bene per tutti. È vero che i ruoli sono ben diversi tra le due istituzioni, ma è altrettanto vero che la collaborazione tra le parti in quanto presenti sullo stesso territorio è necessaria".

Per rafforzare la sua idea, il sacerdote cita il "Compendio della dottrina sociale e della Chiesa" che nella parte dedicata alla collaborazione tra le due istituzioni recita, tra l'altro: “L'autonomia reciproca della Chiesa e della comunità politica non comporta una separazione che escluda la loro collaborazione: entrambe, anche se a titolo diverso, sono al servizio della vocazione personale e sociale dei medesimi uomini. (...) La Chiesa e la comunità politica possono svolgere il loro servizio a vantaggio di tutti in maniera tanto più efficace quanto meglio entrambe allacciano tra loro una sana collaborazione, considerando anche le circostanze di luogo e di tempo”. I parrocchiani approvano l'iniziativa di don Antonio, resta la curiosità di sapere di cosa abbiano discusso con lui i consiglieri, tutti invitati con spirito di par condicio, compresi quelli di minoranza, probabilmene poco vicini ideologicamente alle posizioni di un sacerdote.

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