Discarica a rischio tossico sulla strada tra il mercato agroalimentare di Mortara e San Gregorio
La denuncia del comitato spontaneo "Via della spazzatura" veicolata dall'imprenditore Falduto. In una lettera si chiede alle istituzioni di ad avviare accertamenti sul pericolo sanitario rappresentato dai rifiuti
L’estrema periferia Sud della città continua a dare immensi grattacapi sul fronte del decoro. Il Comitato spontaneo “Via della Spazzatura” torna a denunciare l’invivibilità d’interi pezzi di Reggio Calabria, con una lettera inviata ai sindaci facenti funzioni di città e MetroCity, Prefetto, vertici dell’Asp, presidente della Regione e Polizia locale.
A rendere nota l'iniziativa dei cittadini è l'imprenditore Giuseppe Falduto sulla sua pagina Facebook. Per l’ennesima volta, a far parlare di sé è la macrodiscarica formatasi da lungo tempo lungo la strada che collega il mercato agroalimentare di Mortara di Pellaro alla zona di San Gregorio.
Nella missiva si parla di "plastica, materiali di risulta d’ogni tipo, sacchi contenenti rifiuti indifferenziati" e molto altro, che continuano ad alimentare la squallida discarica a cielo aperto, con intensi conferimenti quotidiani. Gli scarti peraltro non sono all’interno di sacchi o altri contenitori né sono interrati, risultando quindi esposti agli agenti atmosferici; e per l’ennesima volta, solo martedì scorso – il 21 agosto – la discarica abusiva è stata data alle fiamme, sprigionando fumi venefici per i residenti.
La lettera è diffusa via social network da Falduto con tanto di eloquenti video e fotografie. "Vi chiediamo di sottoscrivere la denuncia, troppi ammalati di tumore a causa di questo schifo", è l’esortazione dell’ex assessore comunale, che invita le istituzioni destinatarie della missiva ad avviare con urgenza gli accertamenti del caso e ogni opportuna attività.
"Stanotte ci hanno costretto a respirare diossina – scrive ancora Pino Falduto in un post parlando del rogo del 21 agosto –. Centinaia di casi di tumore per colpa della negligenza delle istituzioni. Vergogna".
