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Cronaca

Coronavirus, la visita dei garanti dei detenuti Siviglia e Russo al carcere di San Pietro

La visita nella casa circondariale Panzera è scattata dopo una richiesta dei detenuti della sezione di alta sicurezza “Scilla”, a causa di tensioni per la paura di diffusione del Covid all’interno dell’Istituto penitenziario

Sinergie istituzionali a tutela dei diritti dei detenuti. Questa mattina i garanti, regionale dei detenuti, avvocato Agostino Siviglia e comunale per le persone private della libertà personale, avvocato Giovanna Russo hanno fatto visita alla casa circondariale G.Panzera.

Gli stessi, dopo aver ricevuto una richiesta da parte dei detenuti della sezione di alta sicurezza “Scilla”, a causa di tensioni derivanti dalla paura di diffusione del Covid all’interno dell’Istituto penitenziario, si sono prontamente coordinati.

Accompagnati dal comandante Stefano La Cava e dal coordinatore della sanità penitenziaria calabrese, dott. Luciano Lucania, dopo una preliminare riunione con il direttore, dott. Calogero Tessitore, sempre attento alle relazioni tra istituzioni, i garanti hanno visitato personalmente la sezione dell’Istituto penitenziario riscontrando che gli sforzi profusi dall’amministrazione penitenziaria reggina sono volti in questo particolare momento a tutelare e scongiurare il rischio da contagi all’interno del carcere.

Il caso

Nella giornata di venerdì pomeriggio si è appreso che un detenuto, già posto per profilassi in isolamento Covid in una delle due celle dedicate all’interno della stessa sezione, sia risultato positivo ai controlli effettuati con il primo tampone. "Prontamente - spiegano i garanti - sono state sottoposte a tampone tutte le unità che potevano essere entrate in contatto con il detenuto positivo e successivamente si sono esperite le procedure di sicurezza, ulteriore tracciamento e contenimento.

Malgrado ciò i detenuti hanno sollevato una pur sempre pacifica protesta e domenica mattina sono stati tamponati tutti e 56 i detenuti della sezione benchè non fossero entrati direttamente in contatto con il soggetto positivo. Risultato dei tamponi: tutti negativi.

Si è poi verificata la seconda occasione in cui, grazie alla scrupolosa osservanza delle circolari del Dap e del Prap, l’amministrazione ha potuto scongiurare ad oggi, la diffusione di questo nemico invisibile".

"La tensione che si respira negli istituti penitenziari rimane alta, - si legge in una nota dei garanti - del resto impossibile non comprenderne le ragioni. Questo periodo di pandemia aumenta la paura all’interno delle carceri dove le celle non consentono un distanziamento sociale tra i detenuti e gli spazi di isolamento destinati ai casi sospetti presentano comunque delle fragilità strutturali".

"Siamo dalla parte dell’Amministrazione penitenziaria, - continuano Siviglia e Russo - in piena e reciproca sinergia lavorativa, ma sempre e soprattutto a sostegno e tutela dei diritti dei detenuti che rimangono il nostro primo obiettivo nello svolgimento del mandato assunto".

I due garanti hanno fatto visita anche alla sezione femminile ascoltando e risolvendo prontamente alcune istanze delle detenute, tra le quali la richiesta di una madre che non poteva mettersi in contatto con il figlio di soli due anni e mezzo ospite in una casa famiglia.

Un' ulteriore verifica è stata operata nella sezione di osservazione psichiatrica in cui l’avvocato Siviglia ha potuto rilevare come, malgrado gli sforzi profusi in questi ultimi anni, "la situazione sia ancora inadeguata o peggio non rispondente ai risultati sperati". 

Il messaggio che i garanti vogliono trasmettere è che "proprio in questo particolare momento di pandemia, di perdita delle certezze per l’essere umano e di fragilità psicologica maggiormente avvertita in carcere, loro decidono di collaborare istituzionalmente in maniera sinergica facendo fronte comune alle mancanze di un sistema politico fragile o peggio distratto, segno di una Calabria che cambia passo a partire dalle Istituzioni per la tutela dei più fragili".

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